AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
Estratto dell'articolo di Francesco Moscatelli per “La Stampa”
UMBERTO BOSSI DA GIOVANE CON LA CHITARRA
Che Umberto Bossi prima di iscriversi alla facoltà di Medicina (che frequentò a Pavia pur non terminando il percorso di studi) avesse tentato la carriera del cantautore, con lo pseudonimo di “Donato”, è cosa nota: nel 1961, quando aveva vent’anni, partecipò al festival di Castrocaro e pubblicò un 45 giri con i brani “Ebbro” (un boogie woogie) e “Sconforto” (un pezzo rock lento) scritti insieme al maestro Mazzucchelli. Disco praticamente introvabile che alcuni anni fa era andato anche all’asta a una cifra spropositata: 250mila euro o giù di lì.
Da qualche giorno, però, è riemersa un’altra passione artistica giovanile del Senatur, quella per le parole. Su un blog (in un’apposita sezione intitolata «l’angolo della poesia») c’è una selezione di componimenti scritti da Bossi a cavallo fra gli anni ’70 e gli anni ’80, prima cioè di fondare la Lega Nord […]
umberto bossi funerali silvio berlusconi
Si tratta di testi in dialetto lumbard dedicati a temi come l’amore e le donne, ma anche l’impegno sociale e sindacale (a quei tempi Bossi militava nella sinistra varesina e per un paio d’anni fu anche iscritto alla sezione di Samarate del Pci) e l’ambiente, disponibili con accanto la traduzione in italiano.
[…] In Tera (Terra) parla ad esempio della distruzione della natura, che era l'essenza del mondo agricolo e del degrado della società moderna: «Verde una volta e piena di parole, Terra, che hai ascoltato squittire la talpa e bestemmiare le rose. Ho visto le sirene degli stabilimenti diventare siringhe...».
In Ul Lach Mort (Il Lago morto) Bossi si dimostra invece un ambientalista ante litteram: «Hanno ucciso il lago, la nostra acqua...». Nello Sciopero in dul Baset (Sciopero alla Bassetti), invece, il fondatore del Carroccio ricorda la nonna Celeste, socialista e sindacalista, che, scoperta dai fascisti, è stata torturata fino a fratturarle entrambe le ginocchia: «Han preso anche la Celeste, ed è già arrivato Angiolino...».
Non mancano nemmeno due poesie intitolate Canzone per la Malpensa. Nella prima si possono già leggere quelli che saranno i cavalli di battaglia del Bossi politico: «Sacri sono i boschi. E i prati. E la nostra acqua. E il vento. E la neve. Sacre sono le radici. E la nostra lingua. Neppure tutte le chiese del mondo, neppure il papa, valgono come un rametto di nocciolo, o un cinguettio d’uccello,. O un ruscello d’acqua fredda come una biscia». […]
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