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BOTTE SOTTO UN TETTO: L’ AGONIA DEL BIMBO UCCISO DAL PATRIGNO - PUGNI, CALCI, BASTONATE CON UN MANICO DI SCOPA. IL PICCOLO STAVA MORENDO E L’ORCO CON SUA MADRE LO HANNO LASCIATO SUL DIVANO PER ORE E CURATO CON UNA POMATA

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Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

tony badre essobti con il piccolo giuseppe

 

Due ore, forse tre. Giuseppe stava inerme sul divano, gonfio e sanguinante.

Non poteva muoversi, piangeva. Tony, il compagno di sua madre Valentina, lo aveva picchiato con inaudita violenza, impossibile da sopportare anche se Giuseppe fosse stato un adulto, e invece lui era soltanto un bambino di 7 anni.

 

Pugni, calci, bastonate con un manico di scopa che si è spezzato sotto il peso dei colpi. Era caduto a terra, aveva cercato di difendersi, e quello aveva infierito anche sulle braccia e sulle mani. La stessa cosa con Noemi, la sorellina di Giuseppe, ma il bambino di botte ne aveva prese di più, e quando quello alla fine si era fermato, lui era rimasto immobile sul pavimento.

 

tony badre essobti

La mamma lo ha aiutato ad alzarsi e a stendersi sul divano, e poi niente per due o tre ore. Anzi, qualcosa hanno fatto Tony e Valentina. Hanno tamponato il sangue con uno strofinaccio, si sono procurati una pomata contro le contusioni e gliel' hanno spalmata sul volto tumefatto, sugli ematomi che subito erano spuntati dappertutto, sul suo corpo di bambino.

 

Giuseppe stava morendo e il suo carnefice e sua madre lo hanno lasciato su quel divano, provando a curarlo con una pomata a base di arnica o qualcosa del genere.

VALENTINA CASO, LA MADRE DEL PICCOLO GIUSEPPE

Ignoranti, certo. Ma non soltanto quello, altrimenti, quando finalmente è arrivata la telefonata al 118, chi ha chiamato avrebbe spiegato come stavano veramente le cose, e non avrebbe invece parlato di due bambini investiti da un' auto, destando subito qualche perplessità, perché poi l' intervento lo si chiedeva in casa. Quando mai chi viene investito va poi a casa prima che siano chiamati i soccorsi?

 

Badre Tony Essobti racconta i momenti in cui ha picchiato Giuseppe fino a ucciderlo, e ha letteralmente spaccato la faccia a Noemi, davanti al giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Napoli Nord che è andato a interrogarlo ieri mattina nel carcere di Poggioreale, e che alla fine ha confermato il provvedimento di fermo del pm e disposto che il venticinquenne di origini tunisine ma nato in Italia, resti in cella.

 

Assistito dall' avvocato Michele Coronella, Essobti non si è avvalso, quindi, della facoltà di non rispondere, come pure avrebbe potuto fare. Anzi, a ogni domanda si è dilungato nel racconto. La strategia difensiva sembra mirare alla totale assunzione di colpa.

 

fiori e messaggi per il piccolo giuseppe, ucciso dal patrigno a cardito 2

L' uomo ha anche detto che la mamma di Giuseppe ha cercato di fermarlo ma non c' è riuscita, provando così ad allontanare dalla donna qualunque responsabilità, pure soltanto morale. E ha confermato la storia della cameretta nuova che i bambini avevano danneggiato rompendo la sponda di un lettino, «e quell' episodio mi ha fatto perdere la testa». E poi ancora l' atto di contrizione, come aveva già fatto davanti al pm, la dichiarazione d' amore verso Giuseppe («gli volevo bene come fosse stato figlio mio, e voglio bene anche a Noemi e all' altra bambina»), e alla fine il pentimento giurato con la mano sul cuore.

 

In quegli stessi momenti, all' obitorio del Policlinico, il corpo di Giuseppe era su un tavolo d' acciaio per l' autopsia che dirà quale colpo in particolare lo ha fatto morire. E aggiungerà dettagli all' orrore.

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