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UN MILIONE DI EURO IN REGALI A 8 SPOGLIARELLISTE: IL GENERALE BUSCEMI ERA LUCIDO? UNA PERIZIA DICE..
Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “La Repubblica – Edizione Roma”
Otto spogliarelliste, un generale e un patrimonio svanito. La procura ha revocato ieri la richiesta di archiviazione dopo una memoria dettagliata inviata dai legali della famiglia Buscemi, convincendo il pm a riaprire il fascicolo e nominare uno psichiatra per valutare le carte.
Mario Buscemi, ex sottocapo di Stato maggiore dell’Esercito e consigliere militare a Palazzo Chigi, morto lo scorso luglio a 88 anni, ha visto dissipare il suo patrimonio negli ultimi anni della sua vita. Secondo i suoi familiari, le ballerine di un night club si sarebbero approfittate della sua fragilità, trasformandolo in un bancomat umano.
Le carte dei legali parlano di spese folli: diamanti, abiti firmati, borse di lusso, profumi esclusivi e vacanze costose. Il denaro è sparito, i conti svuotati, lasciando il generale con poche centinaia di euro invece del milione accumulato in carriera. Generosità o manipolazione? Questa è la domanda a cui la procura vuole rispondere.
Buscemi, secondo i familiari, non era più lucido, segnato dall’età e da gravi lutti. Il neurologo Maurizio Marasco, nella sua relazione per i legali della famiglia, descrive un uomo in declino. Ora questa perizia sarà valutata scientificamente.
L’uomo che aveva servito lo Stato ai massimi livelli negli ultimi anni era diventato un bersaglio facile. L’analisi dei movimenti bancari svela numeri sconcertanti: una delle otto donne ha ricevuto 250mila euro per una casa, altre tra i 40 e i 100mila euro, oltre a pagamenti per affitti e bollette. Un familiare del generale lo descrive come vulnerabile, soggetto a vuoti di memoria e con difficoltà cognitive. […]
Dietro la facciata di relazioni affettuose si sarebbe celata una guerra di manipolazioni. Le chat WhatsApp raccolte dagli inquirenti mostrano richieste di denaro giustificate con emergenze, promesse d’amore e rivalità. “Sei il mio eroe, ti voglio bene”, scriveva una di loro, prima di chiedere migliaia di euro. Un’altra, temendo che il figlio del generale scoprisse tutto, gli ordinava di “cancellare tutto”. Il denaro scorreva via e l’uomo che per decenni aveva gestito strategie militari si ritrovava senza più nulla.
La prima fase dell’inchiesta si era chiusa con una richiesta di archiviazione: secondo i magistrati, il generale, pur anziano e vulnerabile, era sempre stato consapevole delle sue scelte. Ora l’archiviazione è stata revocata per accertare se l’ipotesi della famiglia Buscemi abbia un fondamento. […]
GENERALE MARIO BUSCEMIGENERALE MARIO BUSCEMInight club 13GENERALE MARIO BUSCEMI
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