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NELLE AUTHORITY REGNA LA POLITICA: 2 ELETTI SU 3 RISPONDONO AI PARTITI! MA NON C’E’ SOLO IL GARANTE DELLA PRIVACY, CE NE E’ ANCHE QUALCUNA CHE FUNZIONA – “L’ANTITRUST IN 35 ANNI HA COMMINATO SANZIONI PER CIRCA 9 MILIARDI DI CUI I DUE TERZI SONO AFFLUITI AL PUBBLICO ERARIO”. IL BILANCIO TRACCIATO DAL SEGRETARIO GENERALE DELL'AUTORITA' GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO GUIDO STAZI NEL CORSO DELL'AUDIZIONE SUL DDL CONCORRENZA: “SONO STATI 2.095 GLI INTERVENTI A PARTIRE DAL 1990" - PER PROVARE A METTERE ORDINE AL SISTEMA DELLE AUTHORITY PERCHÉ NON ADOTTARE IL MODELLO BANKITALIA?
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L'Autorita' garante della concorrenza e del mercato "ha comminato, in 35 anni, circa 9 miliardi di euro di sanzioni di cui i due terzi affluiti al pubblico erario dopo il vaglio della giustizia amministrativa, a cui sono appellabili i nostri provvedimenti".
E' il bilancio complessivo dell'attivita' svolta dell'Authority tracciato dal segretario generale, Guido Stazi, nel corso dell'audizione sul Ddl concorrenza convocata dalla commissione Attivita' produttive della Camera.
"Ricorre in questi giorni - ha ricordato - il trentacinquesimo anniversario della costituzione della nostra Autorita'; infatti nel novembre del 1990 gli allora Presidenti di Camera e Senato, Nilde Iotti e Giovanni Spadolini, nominarono il primo Collegio e subito fu costituita una struttura operativa.
Da allora l'Autorita' ha svolto il suo ruolo di promozione della concorrenza in continuo rapporto col Parlamento, ma anche di gendarme antitrust, a tutela di consumatori e imprese danneggiate da comportamenti scorretti". Il segretario generale ha inoltre evidenziato: "L'attivita' di segnalazione a Parlamento, Governo ed Enti locali per la rimozione di ostacoli alla concorrenza e' l'altro lato della nostra funzione istituzionale e sono stati 2.095 gli interventi svolti in questo campo a partire dal 1990".
NELLE AUTHORITY REGNA LA POLITICA
Salvatore Cannavò per il Fatto Quotidiano - Estratti
AGOSTINO GHIGLIA ALLA CAMERA NEL 2011 - FOTO LAPRESSE
Nelle Authority regna la politica: 2 eletti su 3 rispondono ai partiti, scrive Salvatore Cannavò su “Il Fatto Quotidiano”. Sembra logico, visto che le nomine, anche quando hanno la bollinatura del Quirinale, sono sempre espressione di governo e Parlamento.
Il contestato Agostino Ghiglia, garante della Privacy, è stato consigliere comunale, regionale, deputato, assessore regionale e mille altri incarichi legati alla destra, prima del Msi, poi di An e ora di Fratelli d’Italia e di indicazione politica sono gli altri due membri, come mostrato da Report.
Più subdola la posizione del presidente della Privacy, Pasquale Stanzione, professore di Diritto privato e già preside della facoltà di Giurisprudenza a Salerno, dal ricco curriculum che non cita la sua presidenza dell’Assemblea provinciale del Pd di Salerno, nel 2010, allora duramente contestata come “irregolare” dagli amici di Enrico Letta.
Solare, invece, la provenienza politica del presidente della Consob, l’ex ministro Paolo Savona protagonista di un duro scontro allora con il presidente Sergio Mattarella quando il governo M5S-Lega puntava a metterlo a capo del Mef.
Ma uscendo dall’esplicito e andando alle radici delle altre nomine si osserva che l’appartenenza politica determina spesso la ragione degli incarichi in corso. Come quella di Gabriella Alemanno, sorella di Gianni, alla Consob (nomina senza particolari competenze finanziarie).
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paolo savona foto di bacco (3)
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