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Daniela Mastromattei per “Libero quotidiano”
Il cane è come un figlio. Dunque, non deve stupire se due coniugi in procinto di separarsi chiedano al tribunale (in questo caso di Vicenza) di riconoscere un accordo che preveda anche gli animali di casa. Quando la coppia scoppia i bambini, come i nostri amici a quattrozampe, vivono il terribile trauma dell' abbandono.
Sensibilità e buon senso hanno quindi spinto i due (lui agente di commercio di 46 anni, lei impiegata di 42 anni) dell' hinterland vicentino a una separazione consensuale con richiesta (al giudice) del riconoscimento del diritto all' affettività nei confronti dei loro due labrador, dell' obbligo di provvedere alle cure mediche e al loro mantenimento e del diritto di poter godere della loro compagnia.
Insomma l' ex coppia desidera che l' affetto per i loro animali, con cui hanno convissuto per anni, abbia una tutela giuridica. Disposizioni e condizioni sono state stabilite con attenzione per il benessere dei due labrador e della loro figlia di 10 anni che adora la loro compagnia.
L' avvocato dell' ex coppia, Paola Mari, spiega: «Gli animali sono fondamentali per l'equilibrio psicologico della bambina» e anche per questo devono continuare a far parte della famiglia. Nell' accordo si stabilisce appunto che i labrador (uno più legato a lei, un altro a lui) restino entrambi a casa della donna che vive in una villetta con giardino, assieme alla figlia.
L' uomo, che provvederà al mantenimento della bimba per la sua parte, pagherà anche metà delle spese (75 euro) per i cani. E potrà vederli e portarli fuori ogni volta che vedrà la figlia, ma anche in altre occasioni, accordandosi con l' ex moglie. «La richiesta è stata depositata agli uffici del tribunale e ora si aspetta solo il decreto di omologa che non dovrebbe presentare problemi», spiega con fiducia il legale. Richiesta che, se accolta, non avrebbe precedenti, almeno a Vicenza.
A Roma, per esempio, lo scorso marzo, due coniugi in fase di separazione hanno discusso su chi dovesse tenere il loro Terranova. Lui sosteneva che l' animale avrebbe sofferto nel suo nuovo monolocale dove era andato a vivere. Così l' ex moglie, oltre a ottenere la casa con giardino, ha avuto gli alimenti anche per il cane. L' ex marito inoltre dovrà, ogni 15 giorni, riparare gli eventuali danni fatti in giardino dal giocoso animale.
Mentre a febbraio era stato il tribunale di Como a riconoscere come valida l' intesa raggiunta da una coppia, in fase di separazione consensuale, che stabiliva minuziosamente sia la gestione economica sia la disciplina delle visite. Per i giudici quel patto poteva essere omologato perché non era contrario né alla legge né all' ordine pubblico e, poi, garantiva il diritto di vedere, in alternanza, l' animale.
Più recente il caso di una coppia di Pavia: lei, lui e il cane. Prima i litigi, poi la separazione per spartirsi casa, auto e Lulù, il Golden Retriever amato e adorato dai due quarantenni. Il giudice lo ha affidato all' ex moglie, ma lui verserà gli alimenti anche per contribuire al suo mantenimento. E potrà vederlo su appuntamento. Situazioni che stanno diventando sempre più frequenti nelle aule di giustizia.
«Notizie che sorprendono l' opinione pubblica ma non noi legali», spiega Gian Ettore Gassani, presidente dell' Associazione avvocati matrimonialisti italiani, «perché oggi le coppie litigano più per gatti o cani che per le case. Per questo spero che presto venga approvata una proposta di legge, ferma in Parlamento, che modificherebbe il codice civile e disciplinerebbe con chiarezza il caso degli affidi degli animali dopo una separazione sottraendoli alla sola giurisprudenza formatasi in questi anni».
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