DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
SALVATORE BUZZI FRANCO PANZIRONI
Una trentina di telefonate tra Paola Muraro e gli ex vertici di Ama Franco Panzironi e Giovanni Fiscon. Le hanno rintracciate i pubblici ministeri romani tra le conversazioni mai trascritte del processo di «Mafia Capitale».
E tanto è bastato per aprire un nuovo e inedito capitolo di indagine sul ruolo dell' assessore all' Ambiente della giunta capitolina guidata da Virginia Raggi. I colloqui risalgono al 2014, alcuni sono precedenti, quando la donna era consulente della municipalizzata per i rifiuti di Roma. E mostrano quanto fosse strategico il ruolo che le era stato assegnato.
Tanto da far ipotizzare che fosse molto più di un esperto «esterno». E dunque confermano l' ipotesi di un abuso d' ufficio che potrebbe essere stato compiuto proprio per favorirla, assegnandole incarichi come fosse un dirigente.
giovanni fiscon e dietro paola muraro
L' inchiesta condotta dal sostituto Alberto Galanti e coordinata dall' aggiunto Paolo Ielo, procede per gli illeciti ambientali, ma anche per accertare le procedure seguite per assegnare a Muraro la consulenza che la rendeva di fatto responsabile degli impianti Tmb e dei tritovagliatori.
La legge impone infatti che prima di cercare esperti fuori dall' azienda pubblica, sia obbligatorio verificare l' eventuale presenza di professionalità interne.
I magistrati avrebbero ascoltato su questo svariati testimoni ed effettuato controlli tali da avvalorare il sospetto che Muraro sia stata scelta nonostante l' Ama avesse la possibilità di affidare gli stessi compiti a propri funzionari.
I carabinieri del Noe stanno adesso svolgendo ulteriori accertamenti, ma la posizione dell' assessore sembra aggravarsi anche tenendo conto delle sue dichiarazioni pubbliche - confermate in audizione di fronte alla commissione parlamentare Ecomafie - quando aveva minimizzato la propria posizione e quindi non riuscendo a giustificare il compenso da oltre un milione di euro in dodici anni.
Le telefonate, intercettate nel corso delle indagini sull' organizzazione guidata da Salvatore Buzzi e dall' ex estremista dei Nar Massimo Carminati, non erano state trascritte perché ritenute «irrilevanti» rispetto agli illeciti contestati a Panzironi e Fiscon nell' ambito dell' inchiesta su «Mafia Capitale».
Non rivelano l' esistenza di reati, ma forniscono comunque uno scenario inedito e ritenuto invece «rilevante» per delineare il rapporto che Muraro aveva con i due manager anche nella gestione delle pratiche con le aziende esterne, comprese quelle che avevano ottenuto gli appalti.
In questo quadro uno dei capitoli che viene esplorato con attenzione riguarda i rapporti di Muraro con Manlio Cerroni - il ras dei rifiuti di Roma finito sotto processo e tuttora indagato per associazione per delinquere nel nuovo fascicolo avviato sulla gestione dei rifiuti - con il quale la donna avrebbe continuato ad avere stretti rapporti anche dopo la nomina in Campidoglio. Addirittura partecipando - insieme con il grillino Stefano Vignaroli - ad alcune riunioni per lo sblocco degli impianti sequestrati.
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