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C. Giu. per il “Corriere della Sera” - Estratti
FEDEZ NELLA VILLA DEL CAPO ULTRA DEL MILAN LUCA LUCCI A SCANZOROSCIATE
«Sai zio, sai qual è la mia paura? che io sono un personaggio...». Luca Lucci è in costume da bagno e conversa di intercettazioni e microspie a bordo piscina. Quella nascosta da una fitta siepe sul retro di casa Scanzorosciate, nella Bergamasca. Ma non sfugge a una telecamera piazzata dagli agenti della squadra Mobile. È il 25 giugno di un anno fa e il capo ultrà rossonero è preoccupato per le indagini che lo coinvolgono e quelle che arriveranno.
Ma soprattutto per il clamore mediatico: «Sempre la stessa storia Luca, bla bla bla, se la fa con la droga. Capo della Sud...», commenta il suo interlocutore. «Capo della curva, amico di Salvini!», sentenzia lo stesso Lucci.
Del resto la foto del 2018 in cui stringe la mano all’allora ministro dell’Interno Salvini è ancora su tutti i social.
Pochi giorni prima Lucci si era lamentato con un avvocato perché Sky «dava problemi».
Il legale gli aveva ricordato che un suo assistito ’ndranghetista aveva scoperto una cimice proprio in quel modo. «Per mettere l’ambientale in casa devi avere un’indagine seria, devi avere l’associazione», dice Lucci. Che poi corre a casa dove trova e disattiva due microspie nel suo appartamento: «Scandaloso, più uno non fa niente...», le ultime parole captate.
luca lucci e il film sugli ultras pagato dalla curva sud
Subito dopo, ricostruiscono i pm, Lucci «ha provveduto ad avvisare immediatamente tutti i membri del direttivo milanista ed i capi di quello interista, che hanno diffuso la notizia all’interno del proprio direttivo». Luca Lucci è uno dei personaggi chiave dell’inchiesta «Doppia curva». Perché il suo profilo non è soltanto quello di un ultrà — nel 2009 viene condannato a 4 anni per aver fatto perdere un occhio a un tifoso interista con un pugno — ma anche di un narcotrafficante di primo livello: patteggia un anno e mezzo nel 2018 e viene condannato a sette anni nel 2023.
L’ascesa di Lucci in curva corrisponde a un passaggio di testimone tra lui e il suo «padre spirituale» Giancarlo Lombardi, capo della Sud ai tempi dell’estorsione a Galliani. Quando però «Sandokan» approfittando della sua detenzione prova a riprendere la guida del tifo, Lucci è cresciuto. E a gennaio di quest’anno è Lombardi a scappare protetto dai buttafuori da un’aggressione dei luogotenenti di Lucci nella discoteca Old Fashion di Milano. Proprio quella che «il Toro» voleva rilevare da socio occulto del rapper Fedez.
giancarlo lombardi servizio di federico ruffo per report
Perché Lucci negli anni tra carcere, daspo e affidamento, ha stretto amicizie importanti. Ha fatto entrare nel direttivo della Sud i «platioti» di Corsico e Buccinasco, emissari del clan Barbaro della ’ ndrangheta. Nel frattempo, dice intercettato, spera di godersi «la vita, perché sto facendo proprio la persona nuova». Come? Ingannando il tribunale di sorveglianza di Brescia che gli concede il permesso per tornare allo stadio «per riabilitarsi»: «Ho sete di sangue», dice lui agli amici.
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luca lucci giancarlo lombardi e luca lucci servizio di federico ruffo per reportluca lucci matteo salvinigiancarlo lombardi servizio di federico ruffo per reportultra milan luca lucci ultra milan luca lucci e christian rosielloultra milan francesco luccisalvini lucciGianluca De Marino e luca lucci
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