DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it
Un altro attacco contro una giornalista indipendente è in corso in Gran Bretagna, e merita di essere raccontato.
Dopo la fine della causa intentata da Roman Abramovich, uno degli oligarchi russi più potenti, a Catherine Belton, l’autrice di Putin’s People – un libro che racconta di come la cricca di Putin abbia preso il potere spogliando il popolo russo delle immense risorse energetiche del paese, e riattivando gli antichi network di fratellanza del Kgb –, con Abramovich che alla fine si è dovuto accontentare di una transazione solo su uno dei quattro punti della sua causa, e con minime modifiche al libro di Belton, adesso a doversi difendere in tribunale è Carole Cadwalladr, la giornalista investigativa britannica cui si deve la gran parte dei primi scoop sullo scandalo Cambridge Analytica-Facebook, e l’esfiltrazione illegale di dati operata sulla piattaforma di Zuckerberg, con la complicità di Facebook, che ha a lungo cercato di occultare il caso.
Cadwalladr venerdì apparirà in tribunale a Londra, nel corso della causa che le ha fatto un altro miliardario, il britannico Arron Banks, ma sempre con la Russia di mezzo, come oggetto della contesa. Banks è stato l’autore del più grande finanziamento elettorale della storia britannica (otto milioni d sterline, a Nigel Farage e al comitato Leave.-EU, impegnato nel referendum a favore della Brexit).
Ora querela Cadwalladr non per un articolo, o la sostanza di un pezzo, ma per una frase incidentale in un discorso fatto da Cadwalladr ai Ted Talks a Vancouver, Canada, uno speech che ebbe milioni di visualizzazioni in cui la giornalista (finalista al Pulitzer) rilevava brevemente che la campagna Leave.EU di Nigel Farage, in gran parte finanziata da 8 milioni di sterline da Banks, aveva infranto secondo la Commissione elettorale le leggi elettorali e quelle sull’uso sui dati.
Cadwalladr riferiva di quell’indagine della Commissione ma faceva anche un riferimento en passent alle «bugie» di Banks sul «suo rapporto segreto con il governo russo». Banks protestò di non avere rapporti col governo russo, e Cadwalladr, in un tweet di un mese e mezzo successivo, insistette sul fatto che stesse «mentendo».
Banks è stato in seguito prosciolto dalla National Crime Agency dall’accusa riguardante l’illegalità della donazione a Leave.EU, mentre controversi restano i suoi rapporti con i russi. Il banchiere e finanziatore di Nigel Farage – alleatissimo in Italia a suo tempo col Movimento di Casaleggio e Grillo, del quale, disse, il suo The Brexit Party era «la copia carbone» – ha sempre negato rapporto con il Cremlino, ma è anche stato trovato diverse volte, da inchieste giornalistiche indipendenti, a fornire versioni differenti sui suoi incontri con l’ambasciatore russo a Londra, e con dirigenti e alti funzionari russi nel Regno Unito.
Anziché citare in giudizio l'Observer, o chiedere i danni al Guardian, va notato bene, Banks ha fatto causa personalmente a Cadwalladr, per un Ted Talk seguitissimo, senza citare in giudizio neanche la potente organizzazione del Ted, e lasciando quindi la reporter sola a dipendere da un crowdfunding per organizzare la sua difesa (rischia, in caso di sconfitta, di dover pagare un risarcimento danni tra 700mila sterline e il milione).
Già questo basterebbe a porre serissimi interrogativi su quella che Reporters without Borders chiama le causa Slapp (slapp vuol dire schiaffo, ma è anche acronimo di strategic lawsuits against public participation, «cause strategiche contro la partecipazione e interesse pubblici»). La causa, oltre che sulla verità delle frasi contestate a Cadwalladr, verte anche sul loro interesse pubblico.
Cadawalladr ha specificato in diverse occasioni che non c’era prova di finanziamenti a Banks riconducibili al Cremlino, ma ciò non estingue l’interesse pubblico dei suoi rapporti con russi, e con funzionari e esponenti dell’amministrazione russa. La causa si giocherà tutta qui: è diritto dell’opinione pubblica venirne a conoscenza, anche con valutazioni critiche della libera stampa? L’alternativa rischia di essere una distopia in cui i miliardari tappano la bocca a singole giornaliste coraggiose, magari anche preventivamente.
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