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"L'AIRBAG KILLER" UCCIDE ANCHE IN ITALIA - A CATANZARO, LA 24 MARTINA GUZZI È MORTA A CAUSA DI UN MALFUNZIONAMENTO DEL CUSCINETTO SALVAVITA, PRODOTTO DALLA TAKATA, DURANTE UN INCIDENTE STRADALE - SONO ANNI CHE I DISPOSITIVI DELL'AZIENDA GIAPPONESE, FALLITA NEL 2017, TORMENTANO I PRODUTTORI DI AUTO, CHE HANNO DOVUTO RICHIAMARE MILIONI DI VEICOLI A CAUSA DEI DIFETTI DEGLI AIRBAG CHE POSSONO ESSERE LETALI PER GLI AUTOMOBILISTI - IL FIDANZATO DELLA RAGAZZA, PROPRIETARIO DELL'AUTO SU CUI È MORTA, AVEVA RICEVUTO UNA LETTERA DI RICHIAMO POCHI GIORNI PRIMA DELL'INCIDENTE, MA POI…
Estratto dell'articolo di Giusi Fasano per www.corriere.it
«Si esclude altra lesività traumatica riconducibile all’incidente in cui è rimasta coinvolta la signora Guzzi Martina», e invece «dal punto di vista medico legale si può concludere che la sua morte sia in nesso di causalità diretta con un malfunzionamento del sistema di detonazione dell’airbag che, a seguito dell’urto, proiettava ad alta energia cinetica un corpo metallico con modalità di urto e lesività assimilabili a ferita d’arma da fuoco».
Martina aveva 24 anni e mille sogni per la testa. Era una studentessa di Lettere, ancora pochi esami e si sarebbe laureata, […] E invece è morta in un incidente stradale il 28 maggio. E adesso, due mesi dopo quello scontro frontale, i consulenti della procura di Catanzaro — la dottoressa Isabella Aquila, direttrice della Scuola di specializzazione di Medicina Legale e l’ingegner Roberto Arcadia, dell’Ufficio della Motorizzazione civile - confermano con una relazione preliminare che il Corriere ha potuto consultare, i sospetti del sostituto procuratore Saverio Sapia. E cioè che Martina non sia stata uccisa dallo schianto con l’altra auto […] ma che sia piuttosto vittima dello scandalo degli airbag mortali.
MORTI E FERITI
La prima, in Italia, a pagare con la vita gli errori della Takata, la casa costruttrice giapponese (fallita nel 2017) che rifornì le case automobilistiche di tutto il mondo di airbag difettati e potenzialmente mortali. A 15 anni dai primi incidenti, dopo campagne di richiamo che hanno allarmato milioni di automobilisti, dopo più di 400 feriti e 27 morti solo negli Stati Uniti, il caso di Martina apre il fronte dei decessi anche in Italia dove, secondo fonti non confermate ufficialmente, si conterebbero finora anche una quindicina di feriti.
Per dare un’idea dei numeri è sufficiente citare quanto riportato di recente dalla Gazzetta dello Sport: la Nhtsa, l’ente americano per la sicurezza dei trasporti, riporta finora 45 milioni di airbag sostituiti solo negli Usa, mentre a Tokio stimano che nel mondo le auto coinvolte possano essere 100 milioni.
LA CITROEN DI MARTINA
Honda, Volkswagen, Audi, Stellantis, Citroen, Skoda, Bmw, Ds, Toyota... La Takata costruiva airbag a prezzi competitivi, in moltissimi l’hanno scelta e allo scoppiare dello scandalo tutti hanno avviato campagne di ritiro. Lo fece anche la Citroen per 600 mila delle sue C3 e DS3, prodotti tra il 2009 e il 2019.
Martina Guzzi guidava proprio una Citroen C3 (del suo ragazzo) il giorno in cui è morta. Lui aveva ricevuto una lettera di richiamo e aveva scritto alla casa automobilistica pochi giorni prima dell’incidente, dicendosi disponibile alle verifiche e all’eventuale cambio di airbag. «Ma da loro nessuna risposta» giura Andrea Rubini, che con la sua Gesigroup tutela i diritti della famiglia di Martina. […]
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