alessandro giuli stivali

“IL LOOK DI GIULI A BOLOGNA? UN IBRIDO FRA MOSCHETTIERE DELLA CORTE DI FRANCIA, INDOSSATORE DI PITTI UOMO E CACCIATOR CORTESE” – CECCARELLI SI CUCINA IL MINISTRO GIULI-VO IN VISITA ALLA TORRE GARISENDA: “HA ABBINATO LO STIVALONE A UN COMPLETO NERO. IMPOSSIBILE INDOVINARE QUALE MODELLO DI ELEGANZA AVESSE IN TESTA. NULLA COMUNQUE CHE TRASMETTA PIÙ FORZA, ORDINE, VIRILITÀ, SBATTI-TACCHI. MUSSOLINI SI PAVONEGGIAVA IN LUCIDI STIVALI DA CAVALLERIA: FORSE ANCHE PER QUESTO DOPO IL FASCISMO QUEL TIPO DI CALZATURE CADDE IN DISUSO. A CRAXI BASTÒ ESIBIRE UN PAIO DI STIVALONI DURANTE UNA VISITA ALL'IRPINIA TERREMOTATA, E POCO DOPO QUALIFICARE ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA ‘INTELLETTUALE DEI MIEI STIVALI’, PER VENIRE RITRATTO COME IL DUCE NELLE VIGNETTE. A POCHI ALTRI GLI STIVALI HANNO PORTATO FORTUNA. SI COMMEMORA QUI IL POVERO ALEMANNO E SOUMAHORO IN GALOSCE”

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Estratto dell’articolo di Filippo Ceccarelli per “il Venerdì – la Repubblica”

 

ALESSANDRO GIULI A BOLOGNA ALLA TORRE GARISENDA

Posto che ciascuno ha il diritto di conciarsi come gli pare, ma posto anche che i governanti sanno benissimo che sul loro aspetto si concentrano gli sguardi di tutti: cosa può nascere "da uno stivale?" si chiedeva la scrittrice Paola Mastrocola nell'introduzione a Il Generale Stivalone, fiaba satirica disegnata e lasciata incompiuta da Leo Longanesi (Longanesi, 2007). La risposta: «Dall'immagine di un semplice stivale può nascere tutto, ad esempio una storia». […]

 

Chissà come Longanesi, spirito oltremodo caustico nonché inventore della rubrica Vecchi e nuovi fusti, avrebbe valutato l'elaboratissimo look del ministro Giuli che l'altra settimana si è presentato all'inaugurazione dei lavori per il consolidamento della Torre Garisenda, a Bologna, sfoggiando un bel paio di stivali di nappa al ginocchio.

 

GLI STIVALI DI ALESSANDRO GIULI

A fallace memoria di osservatore, è la seconda volta che li indossa, la penultima a marzo, durante una cerimonia al parco archeologico di Ercolano, anche se allora quei medesimi stivali illuminavano un completo di velluto color ruggine, con indubbio effetto Banditi a Orgosolo. Nell'illustrare le peripezie del suo Generale, Longanesi aveva prossimo il ricordo di Mussolini che spesso e volentieri si pavoneggiava in lucidi stivali da cavalleria. Forse anche per questo dopo il fascismo quel tipo di calzature cadde in disuso.

 

A Craxi bastò esibire un paio di stivaloni durante una visita all'Irpinia terremotata, e poco dopo qualificare Ernesto Galli della Loggia «intellettuale dei miei stivali», per venire ritratto imperioso come il duce nelle vignette. A pochi altri gli stivali hanno portato fortuna, per cui si commemora qui il povero Alemanno nelle sue moto-perlustrazioni e lo sventurato Soumahoro in galosce e pugno levato.

ALESSANDRO GIULI A BOLOGNA ALLA TORRE GARISENDA

 

Per la sua mission bolognese Giuli ha abbinato lo stivalone a un completo nero, camicia bianca, panciotto nero, pochette bianca e indispensabile farfallino, pure nero.

Impossibile indovinare quale modello di eleganza avesse in testa, con le residue risorse immaginative la sua mise farebbe pensare a un ibrido fra moschettiere della corte di Francia, indossatore di Pitti Uomo e Cacciator cortese. Nulla comunque che trasmetta più forza, ordine, virilità, sbatti-tacchi. Un vezzo compiaciuto, semmai, una civettuola richiesta di ammirazione, un peccatuccio narciso. […] la tenera vanità del ministro non sai bene se collocarla ai massimi o ai minimi della scala umoristica […]