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"SE MI ESTRADANO MI CONSEGNANO ALLA MORTE" - CESARE BATTISTI FRIGNA SULLA POSSIBILITA’ CHE IL PRESIDENTE TEMER GLI REVOCHI LO STATUS DI RIFUGIATO: “NON SO SE IL BRASILE VOGLIA MACCHIARSI SAPENDO CHE IL GOVERNO E I MEDIA HANNO CREATO QUESTO MOSTRO IN ITALIA…”
CESARE BATTISTI A RIO DE JANEIRO
"Se il Brasile confermerà la mia estradizione mi consegnerà alla morte". Così Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Proletaria Armati per il Comunismo (Pac) latitante da 36 anni, si è espresso sulla possibilità che il presidente Michel Temer revochi il suo status di rifugiato politico, in un'intervista al giornale O Estado de Sao Paulo.
"Non so su cosa si voglia basare il gabinetto giuridico della presidenza perché io possa essere estradato. Non so se il Brasile voglia macchiarsi sapendo che il governo e i media hanno creato questo mostro in Italia. Mi consegneranno alla morte".
Nel corso dell'intervista, l'ex terrorista è tornato a parlare del suo arresto nella città di Corumbà, al confine con la Bolivia, per sospetto traffico di valuta. Battisti ha negato la tentata fuga nel Paese confinante e ha definito il tutto una montatura.
Ai giornalisti di O Estado ha ribadito che quel giorno si trovava su un'auto con degli amici per andare "in Bolivia a comprare giacche di pelle, vino e materiale da pesca" e che la polizia federale li "ha seguiti": "Ci stavano aspettando, da tempo l'operazione era stata preparata con l'aiuto dell'ambasciata italiana. Era evidente - continua il latitante - c'erano persone che non avrebbero dovuto lavorare alla frontiera", e poi "erano molto contenti, ballavano". "Era evidente che ci aspettavano".
CESARE BATTISTI CHE BRINDA PRIMA DI TORNARE A SAN PAOLO 2
Ha poi raccontato che gli agenti avrebbero messo insieme i suoi soldi con quelli degli amici in modo che risultasse tutto a suo carico: "Hanno creato un crimine che non esisteva".
CESARE BATTISTI BRINDISI PRIMA DI TORNARE A SAN PAOLO
"Non avevo pensato" di lasciare il Brasile, dove la sinistra ha perso il potere, "ma se avessi voluto uscire dal Paese non sarei andato in Bolivia. Ho più legami in Uruguay, per cui sarei andato lì. È un Paese un po' più affidabile".
E alla domanda su quali siano le sue intenzioni in caso Temer decida per l'estradizione, ha risposto: "Ancora non sappiamo nulla, perché gli avvocati hanno chiesto informazioni" ma non le hanno ancora ricevute. Tuttavia la difesa di Battisti ha definito la "revisione della decisione presidenziale non più possibile"
Il "termine per un eventuale impugnazione del decreto" con cui, nel 2010, l'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Salvia concesse l'asilo politico a Battisti "è scaduto" e la Corte suprema brasiliana
"ha riconosciuto l'assenza di qualsiasi vizio" nella decisione finale presa da Lula. L'estradizione sarebbe inoltre impedita dalla "prescrizione della rivendicazione punitiva dei crimini a lui imputati nel paese di nascita", concludono gli avvocati.
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