cecilia marogna

“CHI TI VUOLE BENE CONDIVIDE IL SUO PARADISO CON TE!” – GLI SCATTI A PATTADA DI CECILIA MAROGNA SU INSTAGRAM: UNO SCORCIO DI MARE, LO STESSO CHE HA FATTO DA SFONDO A UNA MESSA ALL’APERTO DEL CARDINALE BECCIU - LA MATA HARI SARDA HA RIFIUTATO L’ESTRADIZIONE IN VATICANO PER ESSERE PROCESSATA PER APPROPRIAZIONE INDEBITA AGGRAVATA E PECULATO - A CAGLIARI NEL 2010 ERA STATA ACCUSATA DI AVER SOTTRATTO AUTO AZIENDALE, PC E CELLULARE E…

Giacomo Amadori per "La Verità"

 

cecilia marogna

Sul profilo Facebook di Cecilia Marogna, la sedicente analista geopolitica arrestata su ordine del Vaticano, ha pubblicato foto che paiono realizzate all'interno della Segreteria di Stato, dei giardini vaticani e pure dell'appartamento/ufficio del cardinale Angelo Becciu.

 

Non solo quello dentro alla Santa Sede, ma pure quello di Pattada (Sassari), paese d'origine del prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi.Ma a colpirci è stato soprattutto uno splendido scorcio di Golfo Aranci, a cui la presunta Mata Hari sarda, il 16 agosto 2017, aveva aggiunto un enigmatico commento: «Chi ti vuole bene condivide il suo paradiso con te!». Il riferimento non sembra alla Sardegna, essendo sia Becciu che la Marogna originari dell'isola, ma a quella precisa località del Golfo, conosciuta come Spiaggia bianca.

 

becciu celebra al golfo degli aranci

In un'altra foto, scattata nel medesimo luogo l'estate scorsa, si vede Becciu dire messa. Davanti a lui, una donna con vestito a fiori che secondo le nostre fonti sarebbe proprio Ci Emme, come è conosciuta sui social la Marogna. A partecipare alla funzione ci sono almeno altre dieci persone. Una di queste è Antonio Satta, ex deputato ed ex vicesegretario dell'Udeur di Clemente Mastella, oggi sindaco di Padru in rappresentanza dell'Unione popolare cristiana: «Ad agosto il cardinale è solito passare qualche giorno di vacanza in questa zona e la domenica dice messa in uno spazio vicino al mare».

 

la marogna al golfo aranci

Becciu non ha una casa di proprietà, ma soggiorna in un appartamento in un comprensorio costruito da imprenditori di Pattada, suo paese d'origine. «I costruttori non sono parenti del cardinale. Se paga l'affitto? Non lo so. Le posso dire che la sua casa non ha la vista sul mare e dista 500-600 metri dal luogo della messa». Il sindaco tiene a precisare di avere grande stima per Becciu.

 

In attesa di capire se davvero il prelato sia stato truffato dalla sua consulente, ieri la Marogna si è presentata davanti alla quinta sezione penale della Corte d'Appello di Milano per essere identificata dopo la convalida dell'arresto avvenuta mercoledì e ha rifiutato di essere estradata nello Stato del Vaticano per essere processata con l'accusa di appropriazione indebita aggravata e peculato.In passato la Marogna era già stata denunciata per furto a Cagliari nel 2002 e per appropriazione indebita l'8 marzo 2010.

Giovanni Angelo Becciu

 

A presentare querela presso la stazione dei carabinieri di Stagno (Livorno) era stato Arcangelo Rizzuti, liquidatore della Master Spa, ditta specializzata nella produzione di telefonia fissa per la Telecom e distributore nazionale della Nokia. La Marogna, venditrice esterna della ditta, non aveva reso auto aziendale, pc, cellulare e altro materiale di cui l'azienda le aveva chiesto la restituzione. La donna all'epoca risultava residente a Cagliari ma, in riferimento alla querela, «è risultata irreperibile» e quindi, almeno inizialmente, non c'è stata la nomina di un avvocato. Non sappiamo come sia finito il procedimento penale.

 

la casa di becciu postata dalla marogna

Dopo due lustri Rizzuti non ha più memoria del fatto: «Mi chiamarono come liquidatore, ma di quella denuncia non ricordo. L'azienda poi è fallita. Forse per sapere come sia finita la vicenda bisognerebbe contattare il curatore fallimentare». In ogni caso, dieci anni dopo, la Marogna è di nuovo accusata di appropriazione indebita.

 

Per quanto riguarda il peculato, invece, secondo il codice penale vaticano per commettere il reato occorre essere «il pubblico ufficiale, il pubblico ufficiale straniero o il funzionario di un'organizzazione internazionale pubblica, che sottrae, si appropria indebitamente o usa in modo illecito, a vantaggio proprio o di altri, qualsiasi bene, fondo o valore pubblico o privato o qualsiasi altra cosa di valore che sia stata a lui affidata a causa delle sue funzioni».

 

CECILIA MAROGNA

Costui è punito con la reclusione da tre a cinque anni, con la interdizione perpetua dai pubblici uffici e una multa non inferiore a euro 5.000. Se il danno è lieve o interamente risarcito prima dell'inizio del giudizio, la interdizione dai pubblici uffici è temporanea e la reclusione è da uno a tre anni.La donna è considerata un pubblico ufficiale a causa della lettera di accreditamento del 17 novembre 2017, firmata dal cardinale Becciu.

 

Nel documento si legge: «Il sottoscritto, Sua eccellenza monsignor Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, dichiara di conoscere la signora Cecilia Marogna e di riporre in Lei fiducia e stima per la serietà della sua vita e della sua professione.

 

Cecilia Marogna e Becciu

La signora Marogna presta servizio professionale come analista geopolitico e consulente relazioni esterne per la Segreteria di Stato-sezione Affari generali». I promotori di giustizia vaticani contestano l'uso dei 575.000 euro trasferiti dalla Segreteria di Stato sul conto della società slovena Logsic d.o.o., aperta dalla signora nel dicembre del 2018. Un testimone ha anche accusato la Marogna di aver consigliato alla Santa Sede di inviare 550.000 euro a una società di sicurezza e intelligence con sede in Inghilterra e a Dusseldorf, il gruppo Inkerman.

 

CECILIA MAROGNA

In passato la Marogna, a quanto risulta alla Verità, avrebbe cercato di farsi accreditare, senza fortuna, presso una società impegnata nello stesso settore, ma con quartier generale in Svizzera, il Brasidas group.Adesso la decisione se consegnare o meno la Marogna alla giustizia della Santa Sede spetta ai giudici della Corte d'Appello e, in caso di ricorso, a quelli della Suprema Corte di Cassazione.

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