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DALLA CINA COL BOSONE - PECHINO VUOLE COSTRUIRE IL PIÙ GRANDE ACCELERATORE DI PARTICELLE DEL MONDO, LUNGO 100 CHILOMETRI - IL MAXI-PROGETTO, DAL COSTO DI CIRCA 5 MILIARDI DI EURO, POTREBBE INIZIARE GIÀ NEL 2027 CON UNA DURATA DI CIRCA 10 ANNI - IL "CIRCULAR ELECTRON POSITRON COLLIDER" È PROGETTATO PER GENERARE I BOSONI DI HIGGS, LA PARTICELLA CHE CONFERISCE LA MASSA A TUTTE LE ALTRE - IL DRAGONE VUOLE BATTERE L'EUROPA SUL TEMPO

CIRCULAR ELECTRON POSITRON COLLIDER

(ANSA) - La Cina si prepara a costruire il più grande acceleratore di particelle del mondo, il Circular Electron Positron Collider (Cepc), lungo ben 100 chilometri, battendo l'Europa sul tempo. I lavori potrebbero iniziare già nel 2027 con una durata di circa 10 anni, per un costo complessivo di poco più di 5 miliardi di dollari: sarebbe, dunque, più veloce e molto più economico di quello allo studio in Europa, il Future Circular Collider (Fcc), il cui progetto da oltre 16 miliardi di dollari prevede la costruzione, a partire dal 2033, di un tunnel circolare lungo 91 chilometri tra Francia e Svizzera.

 

BOSONE DI HIGGS

Come riporta la rivista Nature sul suo sito, il prossimo anno il governo cinese dovrà decidere se approvare o meno la proposta, che comprende già un rapporto tecnico-progettuale completo pubblicato il 3 giugno scorso. All'interno del suo enorme tunnel sotterraneo, il Cepc farebbe scontrare tra loro elettroni e le loro antiparticelle, i positroni, a energie straordinariamente elevate in modo da generare milioni di bosoni di Higgs, la particella che conferisce la massa a tutte le altre. Il grande numero di bosoni così prodotti consentirebbe ai ricercatori di studiare la particella in modo più dettagliato che mai, rispondendo a domande fondamentali su come si è evoluto l'universo e sulla natura della materia oscura.

 

CIRCULAR ELECTRON POSITRON COLLIDER

Molti dei componenti previsti per il nuovo acceleratore di particelle sono già in fase di test in altre strutture del Paese e, secondo Frank Zimmermann, fisico del Cern di Ginevra, i ricercatori cinesi potrebbero aver già accumulato più esperienza in questo settore rispetto a quelli del Cern. Alla luce delle attuali tensioni geopolitiche, il progetto potrebbe incontrare difficoltà nell'attrarre finanziamenti internazionali, ma è un problema che non riguarda solo la Cina: a maggio scorso, il governo tedesco ha dichiarato che non intende pagare la sua quota per il Fcc, una battuta d'arresto per il progetto europeo.

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