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Elena Tebano per il Corriere della Sera
Non c'è sorte peggiore che nascere bambina in un Paese dell'Africa Sub-Sahariana: Niger, Ciad, Repubblica Centrafricana, Mali, Somalia, Sierra Leone, Malawi, Guinea, Nigeria, Costa d' Avorio e Repubblica Democratica del Congo sono i più a rischio, secondo il rapporto stilato da Save the Children per la Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze che si celebrava ieri. Non solo per le precarie condizioni di vita generali, ma perché le bimbe, costrette a occupare l' ultimo gradino della scala sociale, sono più esposte alle crisi di ogni tipo.
Basti pensare all'epidemia di Ebola che tra il 2014 e il 2015 ha colpito l'Africa Occidentale: solo in Sierra Leone ha portato ad almeno 14 mila gravidanze tra le adolescenti. Undicimila di loro andavano a scuola prima che il diffondersi del virus obbligasse a chiudere temporaneamente gli istituti. Diventare madri prima dei 18 anni spesso non è stata una scelta e per quasi tutte ha significato dover lasciare per sempre gli studi e quindi anche la possibilità di costruirsi una vita migliore.
RAPIMENTI DI SPOSE BAMBINE IN KYRGYZISTAN
Mentre è proprio l'istruzione a garantire la migliore protezione da un futuro rubato. Ne emerge che i venti Paesi dove le bimbe alla nascita hanno minori possibilità di sviluppo - sulla base di cinque indicatori: mortalità materna, tasso di gravidanze tra i 15 e i 19 anni, numero di spose minorenni, tasso di istruzione fino alle scuole medie, percentuale di parlamentari donne - sono tutti nell' Africa Sub-Sahariana. Al contrario, in testa alla classifica ci sono i Paesi europei più sviluppati. Prima di tutti la Svezia. E poi Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Slovenia, Portogallo, Svizzera e - al decimo posto - Italia.
Nascere femmina in Svezia significa così essere nelle condizioni di completare gli studi, non essere costrette a sposarsi troppo giovani, avere tra i più bassi rischi al mondo di morire di parto e praticamente le stesse possibilità degli uomini di diventare parlamentari. In Niger vuole dire molto probabilmente dover fare la moglie quando le bimbe europee stanno sui banchi (il 76% delle donne si sposa prima dei 18 anni), avere figli da adolescenti (succede a una su 5), rischiare di morire per una gravidanza, non studiare.
In generale nel mondo ogni sette secondi si sposa una ragazza sotto i 15 anni (oggi sono più di 700 milioni le donne che si sono sposate prima dei 18), oltre un milione di ragazze diventano madri prima dei 15 anni, e 70 mila tra i 15 e i 19 perdono la vita ogni anno per cause legate alla gravidanza e al parto.
Tra i Paesi peggiori per le bambine c' è l' India, il primo nella classifica del gender gap (cioè la differenza di possibilità di sviluppo tra uomini e donne), che ha il più alto numero in assoluto di ragazze che si sposano prima della maggiore età: oltre 24,5 milioni. Né basta essere un Paese ricco per garantire buone opportunità alle bambine: l'Australia, seconda al mondo nella classifica dello sviluppo umano delle Nazioni Unite, è 21esima, per il basso numero di parlamentari e l' alto tasso di gravidanze adolescenziali. Gli Stati Uniti, l' economia più grande del mondo (e ottavi per sviluppo umano), sono 32esimi sotto l'Algeria e il Kazakistan a causa delle molte gravidanze adolescenziali e il rischio di mortalità materna.
Ma cambiare si può: nella zona Sub-Sahariana c' è anche il Ruanda che grazie a leggi illuminate ha la più alta percentuale di parlamentari al mondo (il 64%) e ha fatto grandi passi nel prevenire le gravidanze adolescenziali e il fenomeno delle spose bambine: è al 49° posto della classifica di Save the Children , contro il 107° e 118° (rispettivamente) dei vicini Burundi e Tanzania. Mentre il Nepal che pure ha un basso reddito pro-capite riesce a far studiare l' 86% delle bambine, una percentuale simile a quella della più ricca Spagna. A fare la differenza sono le scelte dei governi.
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