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Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
Dieci mesi di accertamenti non hanno portato a nulla, il presidente della Corte d' appello di Roma, Luciano Panzani, ha spiegato che «tutta questa vicenda non mi sembra che abbia in nessun modo influito sul prestigio di cui gode il dottor Giancarlo De Cataldo, un magistrato la cui competenza e la cui capacità non è mai stata oggetto di discussione». Eppure c' è chi vorrebbe processare il giudice-scrittore per una presunta «incompatibilità ambientale», e dunque non è affatto scontato che il plenum del Consiglio superiore della magistratura decida, probabilmente già oggi, di archiviare la pratica. Anzi.
giancarlo de cataldo intervistato
A proporre di mettere la parola fine all' indagine è il togato Piergiorgio Morosini (rappresentante di Area, a cui aderisce anche De Cataldo), mentre la scorsa settimana la relatrice Maria Rosaria San Giorgio, della corrente centrista Unità per la costituzione, aveva chiesto in commissione l' apertura formale del fascicolo per l' eventuale trasferimento d' ufficio. Proposta respinta per un soffio: tre voti a favore (San Giorgio, il consigliere di Magistratura indipendente e il laico di centrodestra Zanettin) e tre contro (il laico di centro Balduzzi e i due togati di Area); ecco perché è possibile che nell' assemblea plenaria i giochi si riaprano.
giancarlo de cataldo carlo bonini
Oggetto del contendere sono tredici contatti, tra telefonate e sms, intercettati in 20 mesi tra il giudice del processo alla banda della Magliana, oggi in servizio alla Corte d' assise d' appello, nonché autore di Romanzo criminale e Suburra, e Salvatore Buzzi, uno dei principali imputati di Mafia Capitale. Un ex detenuto conosciuto ai tempi in cui De Cataldo frequentava le carceri in qualità di magistrato di sorveglianza.
«Non si trattava più, agli occhi dell' intera collettività, di un pregiudicato, semmai di un individuo completamente riabilitato, e per giunta di notevole fama a Roma», ha precisato il giudice davanti al Csm. Colloqui comunque sporadici, superficiali e a volte dai toni scherzosi, «senza il minimo sospetto che Buzzi avesse subito l' involuzione poi sfociata nel procedimento di Mafia Capitale».
Nell' ultima telefonata del 6 novembre 2014, un mese prima del nuovo arresto, Buzzi rivelò di aver ingaggiato nella sua cooperativa anche Massimo Carminati, condannato da De Cataldo nel processo alla Magliana, e da allora il giudice non rispose più nemmeno agli sms: «Non ho niente da rimproverarmi». Ma la relatrice della pratica aveva ugualmente chiesto approfondimenti per valutare ipotetiche inopportunità del comportamento del giudice e conseguenti lesioni all' immagine della magistratura. La questione era stata posta al Csm dal rappresentante togato di Autonomia e indipendenza Aldo Morgigni, insospettito dalla «elevata confidenzialità» dei contatti tra Buzzi e De Cataldo.
Recentemente riesumati dalle voci critiche nei confronti del processo di Mafia Capitale, per denunciarne un presunto corto circuito. Ma il presidente della Corte d' appello ha ribadito che «mai nessuno s' è lamentato di una possibile situazione di incompatibilità. De Cataldo è criticato e invidiato per la sua attività di scrittore, cioè c' è chi dice che fa altro, non il suo mestiere di magistrato eccetera, però se io vado a guardare i dati non trovo nulla dal punto di vista della produttività». È anche su questa difesa che dovrà pronunciarsi il Csm in seduta plenaria .
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