matteo salvini open arms

COLPO DI SCENA NEL PROCESSO OPEN ARMS: I PM DI PALERMO FANNO RICORSO DIRETTAMENTE ALLA CASSAZIONE DOPO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO CHE HA ASSOLTO SALVINI DALLE ACCUSE DI RIFIUTO DI ATTI D’UFFICIO E SEQUESTRO DI PERSONA - I GIUDICI, PUR RITENENDO CONFERMATI TUTTI I FATTI CONTESTATI AL LEADER DELLA LEGA, HANNO RITENUTO CHE, IN BASE ALLA LEGGE E ALLE CONVENZIONI INTERNAZIONALI, NON GRAVASSE SULL’ITALIA L’OBBLIGO DI ASSEGNARE ALLA NAVE IL PORTO SICURO - UNA CONCLUSIONE SBAGLIATA, PER LA PROCURA DI PALERMO, DETERMINATA DA UNA ERRONEA INTERPRETAZIONE DELLE NORME CHE RICHIEDE, DUNQUE, UNA VALUTAZIONE IN DIRITTO E NON NEL MERITO: PERCIÒ A PRONUNCIARSI DOVRANNO ESSERE I GIUDICI DELLA CASSAZIONE E NON QUELLI D’APPELLO – SALVINI S’INCAZZA: “EVIDENTEMENTE QUALCUNO NON SI RASSEGNA…”

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1 - LA PROCURA IN CASSAZIONE CONTRO L’ASSOLUZIONE DI SALVINI

Estratto dell’articolo di Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini giulia bongiorno - assoluzione processo open arms - foto lapresse

Che la Procura di Palermo avrebbe impugnato era più che prevedibile. Meno attesa era la scelta di rivolgersi direttamente alla Corte di Cassazione. Una prassi poco frequente quella dei pm, che ieri hanno depositato il ricorso ai supremi giudici contro la sentenza che, a dicembre scorso, ha mandato assolto il leader della Lega Matteo Salvini dalle accuse di rifiuto di atti d’ufficio e sequestro di persona al processo Open Arms. «Evidentemente qualcuno non si rassegna», ha commentato, sarcastico, il vicepresidente del Consiglio.

 

La vicenda è quella della nave della ong spagnola a cui, ad agosto del 2019, l’allora ministro dell’Interno Salvini negò l’attracco a Lampedusa. A bordo c’erano 147 migranti, tra cui diversi minori che, per giorni, restarono in mare in condizioni drammatiche.

L’empasse fu sciolto dalla Procura di Agrigento che ordinò lo sbarco dei profughi.

matteo salvini - processo open arms a palermo - foto lapresse

 

Processato a Palermo, il leader del Carroccio è stato assolto perché i giudici, pur ritenendo confermati tutti i fatti a lui contestati, hanno ritenuto che, in base alla legge e alle convenzioni internazionali, non gravasse sull’Italia l’obbligo di assegnare alla nave il porto sicuro (Pos). Una conclusione sbagliata, per la Procura, determinata da una erronea interpretazione delle norme che richiede, dunque, una valutazione in diritto e non nel merito: perciò a pronunciarsi dovranno essere i giudici della Cassazione e non quelli d’Appello. […]

 

nette le reazioni della premier Giorgia Meloni e del Guardasigilli Carlo Nordio. «È surreale questo accanimento, dopo un fallimentare processo di tre anni a un ministro che voleva far rispettare la legge, concluso con un’assoluzione piena», dice, secca, Meloni. «Mi chiedo — aggiunge — cosa pensino gli italiani di tutte queste energie e risorse spese così, mentre migliaia di cittadini onesti attendono giustizia», mentre la solidarietà dell’altro vicepremier Antonio Tajani arriva in serata, con una nota che parla di «accanimento nei confronti di un ministro che ha fatto il proprio dovere. Matteo, sono solidale con te». […]

 

MATTEO SALVINI NEL VIDEO SUL CASO OPEN ARMS

2 - MOSSA A SORPRESA (E A RISCHIO) PER I PM C’ERA L’OBBLIGO DI SBARCO: DAI GIUDICI UN ERRORE SULLE NORME

Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

Una mossa a sorpresa, pressoché inedita e certamente spiazzante. Scegliendo di rivolgersi direttamente alla Corte di Cassazione contro l’assoluzione in primo grado di Matteo Salvini, la Procura di Palermo sostiene che il Tribunale ha commesso un errore in diritto talmente chiaro e macroscopico che non c’è bisogno di un giudizio d’appello nel merito dei fatti e dei reati contestati.

salvini open arms vignetta by rolli per il giornalone la stampa

 

Ciò che accadde ad agosto 2019, quando 147 migranti furono trattenuti a bordo della nave Open Arms dal leader leghista all’epoca ministro dell’Interno, è stato già accertato in maniera «incontrovertibile» dal Tribunale che ha dichiarato Salvini non colpevole perché «il fatto non sussiste», ma secondo i pubblici ministeri i giudici sono arrivati a quel verdetto perché non hanno applicato correttamente la legge. Di qui il «ricorso immediato» davanti ai giudici di legittimità, come previsto dagli articoli 569 e 606 del codice di procedura penale in caso di «inosservanza o erronea applicazione della legge penale o di altre norme giuridiche di cui si deve tener conto nell’applicazione della legge penale».

 

Una scelta inattesa, ma anche un rischio. Perché se la Corte suprema non dovesse accogliere i rilievi contenuti nelle 15 pagine sottoscritte dal procuratore Maurizio De Lucia, dall’aggiunto Marzia Sabella e dalla sostituta Giorgia Righi, la partita giudiziaria sul caso Open Arms si chiuderà definitivamente e in anticipo. Mentre se la Corte dicesse sì si andrebbe in Corte d’appello, ma solo per analizzare i principi di diritto che i giudici del «palazzaccio» romano dovessero eventualmente individuare cancellando la sentenza di primo grado.

matteo salvini - processo open arms

 

Evidentemente i pubblici ministeri sono talmente convinti delle proprie ragioni da correre questo rischio, alla luce delle norme nazionali e internazionali sui soccorsi in mare, ma pure di un’ordinanza emessa nel febbraio scorso dalle Sezioni unite civili della stessa Cassazione sull’analogo caso della nave Diciotti.

 

Quel verdetto ha rinforzato le convinzioni dei pm che lo riassumono così: «Il negato sbarco, lungi dall’essere giustificabile alla luce delle procedure previste, non solo si pone in contrasto con la chiara normativa internazionale, ma soprattutto viola l’articolo 13 della Costituzione», quello dove si stabilisce che «la libertà personale è inviolabile» e non è ammessa alcuna restrizione «se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge».

matteo salvini - processo open arms

 

Il Tribunale aveva stabilito, dopo un dibattimento durato tre anni, che i fatti erano andati sostanzialmente come li ha ricostruiti l’accusa, e aveva respinto gran parte delle giustificazioni addotte da Salvini: il divieto d’accesso nelle acque nazionali era probabilmente illegittimo, non c’erano elementi per sospettare la presenza a bordo di persone pericolose né «collegamenti tra Open Arms e organizzazioni dedite al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina»; ed era «quanto meno opinabile» ritardare lo sbarco in attesa di accordi per la redistribuzione dei profughi tra i diversi Paesi europei.

 

Tuttavia i giudici hanno assolto Salvini perché sulla base di un quadro normativo sui salvataggi in mare considerato «precario», «inaffidabile» e «confuso», «deve escludersi che la concessione del Pos (il permesso di sbarco in luogo sicuro, ndr ) costituisse per l’Italia, e di riflesso per l’allora ministro dell’Interno Salvini, un “obbligo giuridico” il cui mancato rispetto potesse integrare i reati contestati».

 

matteo salvini - processo open arms

Mancando la premessa, insomma, non c’erano né il rifiuto d’atti d’ufficio né il sequestro di persona. Ma è proprio l’assenza di premessa che la Procura di Palermo nega. Quell’obbligo c’era eccome, perché — ad esempio — una tra le tante Convenzioni e Risoluzioni internazionali in materia, «a differenza di quanto sostenuto dai giudici di Palermo, non utilizza alcun condizionale ma impone testualmente (con deve e non con dovrebbe ) precisi obblighi agli Stati firmatari».

 

E la stessa ordinanza delle Sezioni unite della Cassazione sottolinea come, secondo l’interpretazione maggioritaria della dottrina, almeno due Convenzioni «prevedano un dovere di attivazione sussidiario in capo agli Stati che ne sono parte, a prescindere dalla nazionalità della nave che opera il salvataggio e, dunque, dai doveri dello Stato di bandiera». […]

 

3 - «STUPORE E RABBIA, LA SENTENZA È SOLIDA C’È QUALCHE MAGISTRATO CHE NON SI RASSEGNA»

Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

salvini open arms

«Qualche pm evidentemente non si rassegna...». Matteo Salvini è torvo. Il ricorso della Procura di Palermo contro la sua assoluzione nel processo per i fatti della nave Open Arms non era affatto inatteso: «I miei avvocati si aspettavano la mossa della Procura».

[…] Salvini ammette però di non averla presa bene: «Onestamente, la mia prima reazione è stata un mix di stupore e di rabbia. Incazzatura, anche...». Il leader leghista si ferma prima di riprendere, di getto e in crescendo: «Ma come? Come è possibile? Dopo quattro anni di processo? Dopo decine di testimonianze che hanno portato all’assoluzione, si rischia di ricominciare tutto da capo?».

 

MATTEO SALVINI A PALERMO PER IL PROCESSO OPEN ARMS

La Procura ha fatto un ricorso per saltum , direttamente in Corte di Cassazione senza passare dall’istanza di appello. Significa che i pm di Palermo non ritengono di aver bisogno di portare nuovi elementi in secondo grado, ma confidano che il giudizio di legittimità della Cassazione possa già riformare la sentenza di assoluzione. Salvini scuote vistosamente la testa: «La mia assoluzione è contenuta in 268 pagine. Pagine solide e impeccabili». […] La Cassazione potrebbe infatti decidere che sia necessario un nuovo processo.

 

MATTEO SALVINI AULA PER IL PROCESSO OPEN ARMS

Nella vicenda, Salvini comunque non vuole leggere un ennesimo capitolo della pluridecennale guerra tra politici e magistrati: «I magistrati politicizzati e di sinistra sono ormai una esigua, anche se discretamente rumorosa, minoranza». Il vicepremier non vuole pensare che il ricorso si leghi «alla riforma della giustizia che stiamo portando avanti. Che non è contro i giudici e i magistrati, ma cerca di togliere spazio alle correnti». […]