DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Pubblichiamo in esclusiva lo stralcio della prefazione di The story of life. Gli ultimi giorni di Jimi Hendrix di Gentile e Crema. La firma è del fratello, Leon Hendrix.
The story of life - Gli ultimi giorni di Jimi Hendrix
«Quando la mattina del 18 settembre 1970 mio padre mi comunicò per telefono la notizia della morte di Jimi, fu il momento più terribile della mia vita. Ero incredulo, ricordo che restai seduto per ore sul bordo del letto fissando il muro mentre rievocavo gli anni che io e Buster (il nome con cui Jimi si faceva chiamare da bambino) avevamo trascorso insieme, le ore belle e quelle meno belle. Quando ero piccolo era lui che si prendeva cura di me in tutto, tanto che credevo fosse lui mio padre. Era più che un fratello maggiore, molto di più (...).
Mio fratello nel fare musica sembrava essere toccato dalla grazia, come fosse stato scelto da un potere superiore: era predestinato a diventare una star. Aveva qualcosa di speciale che lo contraddistingueva da chiunque altro, Jimi era in anticipo sui tempi e lo è ancora. Ricordare i bei momenti con Jimi mi riporta il sorriso, ma quando riaffiorano quelli più difficili mi si spezza il cuore. La mente torna a quel settembre e, per quanto ci provi, non riesco a trattenere le lacrime. Al funerale di Jimi c'erano amici e musicisti: Noel Redding, Mitch Mitchell, Buddy Miles, Johnny Winter, Miles Davis e molti altri, oltre tutti i nostri parenti.
GLI OCCHI
Ricordo anche la presenza del sindaco di Seattle. Jimi indossava un abito di broccato di seta verde e aveva l'aria tranquilla e pacifica, quasi come se stesse dormendo o semplicemente pensando con gli occhi chiusi al suo prossimo progetto musicale, è così che mi piace immaginarlo a distanza di cinquant' anni (... ).
Dal momento in cui il corpo di Jimi fu calato sottoterra, in quel pomeriggio uggioso, si scatenò una durissima battaglia legale. Tutto quello che possedeva Jimi, dopo la sua morte, sarebbe andato a papà, ma presto si scoprì che era rimasto ben poco da rivendicare: del patrimonio di mio fratello io non mi sono mai potuto occupare. Non ho un'idea precisa nemmeno di cosa accadde quella fatidica notte nella stanza d'albergo di Londra, nessuno lo sa e nessuno probabilmente lo saprà mai davvero. La sintesi è terribile: dopo una serata di festa Jimi tornò in albergo e il mattino seguente era morto.
Nello stomaco trovarono tracce di sonniferi, un po' di vino e un panino. Poi ci dissero che era stata un'overdose di tranquillanti. Tutto qui. Ho sentito tante storie e molte erano in contraddizione tra loro: tanta, troppa gente voleva dire la sua. Si saprà mai la verità?
Riuscirà un giorno a emergere tra le tante voci di corridoio, tra speculazioni e invenzioni in malafede? Mio fratello lo meriterebbe. Nel tempo mi sono sempre più convinto che Jimi sia stato ucciso. Non credo molto ai complotti, non penso che Mike Jeffery lo abbia fatto uccidere, almeno non prima di aver sistemato le questioni di mio fratello e accaparrarsi un'altra fetta di denaro e magari un'altra polizza sulla vita.
È vero che in certi ambienti Jimi era malvisto per la sua figura mitica, per l'influenza che esercitava e anche per la sua interpretazione dell'inno nazionale americano: ma ucciderlo per questo? No, Jimi è stato ucciso da una macchina infernale che lo ha stritolato. Da questo punto di vista sono molti gli assassini di mio fratello: i manager avidi con le pretese di tour estenuanti, i giornalisti assillanti, l'opinione pubblica, i fans e le groupies che non gli davano tregua, i debiti contratti per gli Studios e le cause legali
Leon Hendrix
JIMI HENDRIXGeredMankowitz jimi hendrix anteprima x BY GERED MANKOVITZ jimi hendrix
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