DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
1 - ASIA ARGENTO ACCUSATA DI MOLESTIE, DACIA MARAINI: «SE HA SBAGLIATO DICA LA VERITÀ»
Gloria Satta per www.ilmessaggero.it
«Per istinto sarei portata a credere ad Asia Argento. Ma se ha sbagliato, facendo sesso con un minorenne, deve dire la verità anche a costo di rimetterci». La scrittrice Dacia Maraini, 81 anni, madre nobile del femminismo italiano, dice la sua sulla vicenda che sta infiammando il mondo intero e rischia di dinamitare il movimento Mee Too, nato all’indomani della denuncia dell’attrice e di una dozzina di sue colleghe contro il produttore Harvey Weinstein.
Perché crede ad Asia Argento?
«Di solito mi fido delle persone. E l’intera vicenda mi sembra troppo perfetta, troppo tempestiva per non essere stata confezionata a tavolino».
Intende dire che è un complotto?
«No, detesto questo termine. Potrebbe trattarsi piuttosto di una vendetta».
Di chi, di Weinstein?
«No, piuttosto del giovane attore Jimmy Bennett che potrebbe non aver ottenuto la somma che sperava, o forse è stato scaricato da Asia».
Non è comunque grave che una donna di 37 anni abbia abusato sessualmente di un minorenne?
«Chiariamo subito un fatto: una donna non può violentare un uomo perché è sprovvista di pene. E un uomo, per analoghi motivi ”tecnici”, non può essere costretto ad avere un rapporto sessuale contro la propria volontà».
Ma esiste anche la soggezione psicologica, come nel caso di tante attrici che hanno ceduto alle avances dei produttori: Asia, in quel momento, era una regista famosa in grado di assicurare un lavoro all’attore disoccupato.
«Può essere, ma non è comunque il caso di parlare di stupro».
Pensa che il caso Argento possa minare la credibilità del movimento anti-molestie Mee Too?
«Il rischio esiste, ma bisogna combatterlo con vigore. Il movimento sta facendo tanto per incoraggiare le donne a parlare, a ribellarsi agli abusi. Un tempo chi denunciava le violenze veniva screditata e stritolata dal sistema di potere maschilista. Oggi, sapendosi in gruppo, tutte si sentiranno le spalle più coperte».
Non si sono fatti troppi processi sommari negli ultimi mesi?
«Forse, ma non è un buon motivo per screditare Mee Too e tutte le iniziative che aiutano le donne a difendersi».
L’Italia, come sostiene il New York Times, è ancora una società «inflessibilmente patriarcale»?
«Purtroppo sì. E questa cultura arcaica che ancora sopravvive si esprime troppo spesso nel femminicidio. Molti uomini scambiano l’amore per possesso e uccidono le donne che vogliono lasciarli».
Se potesse parlare ad Asia Argento, cosa le direbbe?
«Sii sincera, racconta la verità anche a costo di averne un danno. Ammettere di aver sbagliato aiuta una persona ad essere credibile. E, in questo caso, eviterebbe di gettare un’ombra sinistra sul movimento Mee Too».
2 - IL NEW YORK TIMES: «BOLDRINI? PREFERISCE TACERE»
FMal. per “il Messaggero”
Ieri ha «twittato» sul caso Diciotti, ma di commenti sull' affaire Argento neanche l' ombra. E sì che Laura Boldrini di Asia è amica, avendo condiviso con lei le molte battaglie contro il sessismo dei maschi. Eppure alla richiesta di intervista da parte del New York Times, il quotidiano che ha sollevato il polverone, l' ex presidente della Camera ha risposto con un cortese rifiuto: forse per mancanza di argomenti difensivi, forse per non aumentare ulteriormente la pressione mediatica su un caso che è tornato come un boomerang sul grugno del movimento femminista e che potrebbe - almeno da noi - averlo danneggiato in modo permanente.
Questa almeno è la tesi dello stesso New York Times, che in un articolo intitolato «Lo scandalo Asia Argento ha aperto la caccia grossa al movimento #MeToo in Italia» racconta come la Argento sia stata «oggetto di un' ampia e feroce gogna sulle prime pagine praticamente di tutti i quotidiani, con titoli spietati come Asia Weinstein».
«La signora Argento non ha mai scaldato i cuori degli italiani - continua il quotidiano newyorkese - in parte riflettendo la persistente resistenza al progresso che il movimento #MeToo ha aperto per le donne in alcuni altri Paesi». E conclude facendo notare come «persino alcuni di quelli che un tempo avevano difeso a gran voce la Argento hanno poco da dire».
Tra questi, appunto, Laura Boldrini che appena quattro mesi fa al «Women in the World Summit» raccontava la sua esperienza di linciaggio social-mediatico con accanto Asia che invece raccontava delle violenze subite da parte di Harvey Weinstein. Ha dunque ragione il Nyt, questo scandalo ha ucciso il #MeToo italiano? Non è detto, perché le idee sono qualcosa di diverso da chi - più o meno degnamente - le esprime. Di sicuro però non ha scelto bene le sue portabandiera...
mira sorvino oscar per la dea dell'amore di w. allen
3 - MIRA SORVINO: «SPERO CHE LE ACCUSE NON SIANO VERE»
Gloria Satta per www.ilmessaggero.it
E sullo scandalo, dopo Rose McGowan prende posizione anche l' attrice premio Oscar Mira Sorvino, accusatrice di Harvey Weinstein e attivista di Me Too. «Ho il cuore spezzato per le recenti accuse rivolte ad Asia Argento», ha twittato la protagonista di La dea dell' amore, «e spero che non siano vere. Il tempo chiarirà le cose e forse lei verrà scagionata, ma se è vero, non c' è punto di vista che lo renda migliore. L' abuso sessuale sui minori è un crimine odioso ed è contro tutto ciò che io e MeToo rappresentiamo».
Ha aggiunto: «Continuerò a combattere per tutte le vittime e cambiare la cultura che incoraggia l' abuso di potere nelle relazioni sessuali». Sorvino, 50 anni e quattro figli, ha dichiarato di essere stata molestata da Weinstein nel 1995.
Intanto, arriva un' altra accusa di violenze per Kevin Spacey: la polizia di Los Angeles sta indagando sul caso di un uomo adulto che sarebbe stato molestato nel 1992 .
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