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Gianluca Amadori per www.ilmessaggero.it
Angelo Bonazza, 76 anni, il re degli insaccati, è colpevole di usura. Lo ha stabilito il Tribunale di Venezia che, ieri pomeriggio, lo ha condannato a due anni di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, limitatamente a uno solo degli episodi contestati dalla Procura.
Per tutti gli altri, più datati, è stato dichiarato il non doversi procedere per prescrizione: è trascorso troppo tempo affinché possano essere giudicati. L'imprenditore di Tessera (che gestisce anche la trevigiana Bechèr e lo stabilimento di speck Unterberger di Belluno) è stato invece assolto dall'accusa di estorsione. Il pm Laura Cameli si era battuta per ottenere la sua condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione.
Il Tribunale ha disposto la revoca del sequestro conservativo emesso lo scorso novembre a carico di Bonazza fino all'ammontare di 300mila euro a garanzia di eventuali risarcimenti. La vicenda è finita davanti al Tribunale a seguito della denuncia presentata da un florovivaista di Casale sul Sile, Lucio Barbiero, e dai suoi familiari che, costituitisi parte civile al processo, hanno raccontato di numerosi prestiti a tassi usurai (fino al 10-15 per cento mensile) da loro subìti tra il 2000 e il 2008.
La sentenza di ieri ha condannato Bonazza per un solo prestito usuraio accordato nel 2008 al figlio di Barbiero, Andrea: circa 14mila euro con un tasso annuo del 70 per cento.
«Con questa sentenza vi è stata conferma piena del quadro accusatorio, visto che la prescrizione presuppone l'accertamento nel merito della sussistenza sia della gravissima usura che della collegata estorsione contestate al Bonazza -ha commentato l'avvocato Ravagnan -. Purtroppo il tempo trascorso non ha consentito la piena affermazione della responsabilità del Bonazza per questi reati. Ci riserviamo in ogni modo la lettura della sentenza, poiché a nostro avviso non era ancora maturata la prescrizione».
Di diverso tenore il commento dei difensori dell'imputato: «Una grossa soddisfazione: siamo sempre stati convinti dell'innocenza del signor Bonazza e dalla sentenza le accuse sono risultate svuotate. Ora confidiamo nell'appello».
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