alessandra ghisleri gli italiani e il sostegno all'ucraina

AVVISATE ZELENSKY: UNA BUONA PARTE DEGLI ITALIANI NON VUOLE AIUTARLO A OGNI COSTO – ALESSANDRA GHISLERI: "IL 55,6% È CONVINTO CHE L'ITALIA DEBBA CONTINUARE A SOSTENERE L'UCRAINA, MA SI TRATTA DI UN DATO TUTT'ALTRO CHE MONOLITICO. IL 37,1% RITIENE GIUSTO SUPPORTARE ZELENSKY, PONENDO PERÒ UN LIMITE: NESSUN INVIO DI SOLDATI ITALIANI SUL TERRENO. A RENDERE IL QUADRO ANCORA PIÙ COMPLESSO È LA PERCEZIONE DELLA NOSTRA SICUREZZA NAZIONALE. UN CITTADINO SU DUE (50%) RITIENE CHE LE NOSTRE FORZE ARMATE E GLI ARMAMENTI ITALIANI NON SIANO PRONTI NÉ ADEGUATI A DIFENDERE IL PAESE…”

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Estratto dell’articolo di Alessandra Ghisleri per “La Stampa”

 

attacco russo a ternopil in ucraina

Gli italiani si chiedono sempre più spesso come andrà a finire la lunga guerra in Ucraina. […] Secondo il sondaggio di Only Numbers per la trasmissione Realpolitik, il 55,6% degli italiani è convinto che l'Italia debba continuare a sostenere l'Ucraina, ma si tratta di un dato tutt'altro che monolitico.

 

Il 37,1% ritiene giusto supportare Volodymyr Zelensky, ponendo però un limite chiaro e invalicabile: nessun invio di soldati italiani sul terreno, i cosiddetti boots on the ground; un ulteriore 18,5% invece considera il sostegno un obbligo derivante dall'appartenenza alle alleanze internazionali, anche a rischio di un coinvolgimento diretto nel conflitto. Su questo punto sul fronte opposto, emergono fratture politiche significative. Il 64,9% degli elettori della Lega si dichiara contrario al sostegno all'Ucraina, posizione condivisa dal 40,0% dei sostenitori del Movimento 5 Stelle.

sondaggio only numbers sugli italiani e il sostegno all ucraina

 

La guerra, dunque, continua a dividere non solo l'opinione pubblica, ma anche l'elettorato lungo linee sempre più identitarie e strategiche. A rendere il quadro ancora più complesso è la percezione della nostra sicurezza nazionale. Un cittadino su due (50,0%) ritiene che le nostre Forze Armate e gli armamenti italiani non siano pronti né adeguati a difendere il Paese da un eventuale attacco. Quando si evocano scenari gravi -terrorismo, cyber-attacchi, crisi su larga scala- il giudizio diventa molto severo: mezzi insufficienti, burocrazia lenta, coordinamento carente tra politica e apparato istituzionale… […]

 

[…] se solo il 30,5% degli italiani si dice convinto che il Paese sia realmente pronto a difendersi, le Forze Armate godono di un indice di fiducia pari al 61,3%. Una fiducia che nasce dal contatto diretto, dalla presenza quotidiana sul territorio di carabinieri, polizia, esercito impegnato nelle "zone rosse" delle città, nel controllo, nella sicurezza e nella gestione delle emergenze.

LA POSSIBILE ZONA CUSCINETTO DEMILITARIZZATA IN UCRAINA

 

[…]

Gli italiani si fidano degli uomini e delle donne in divisa, ma faticano ad avere fiducia nel sistema nel suo insieme. È il segnale di una società che riconosce il valore del servizio e del sacrificio, ma chiede con forza una politica più chiara, più coesa e capace di visione. Di fronte a una guerra che tocca direttamente l'equilibrio europeo e mondiale, la politica italiana mostra invece tutta la sua difficoltà a essere compatta e strategica.

 

Prevale spesso la divisione, la tentazione di usare il conflitto come terreno di scontro interno, più per mettere in difficoltà l'avversario che per costruire una posizione credibile e condivisa. Tuttavia, questo non è un gioco che riguarda solo chi aderisce a questo o a quel partito: è una responsabilità che coinvolge tutti, perché in gioco non c'è il consenso immediato, bensì la sicurezza collettiva.

UCRAINA - GLI ARMAMENTI FORNITI DALLA FRANCIA

 

Gli slogan sono semplici, evocativi, rassicuranti nel breve periodo. La protezione reale del cittadino, invece, è silenziosa, complessa, poco spendibile in campagna elettorale. […]

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