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COPPIA DI LESBICHE SI MENA E I GAY ESULTANO: "UN PASSO IN AVANTI" – FA DISCUTERE IL CASO SCOPPIATO ALLA PERIFERIA DI TORINO – UNA DONNA PICCHIA LA CONVIVENTE E PER I GIUDICI È “MALTRATTAMENTO IN FAMIGLIA” - LE ASSOCIAZIONI OMO PLAUDONO ALLA DECISIONE DEL MAGISTRATO: “SPIACE PER LA VITTIMA MA LA SENTENZA È UN SEGNO DI PARITÀ..."

MARCO BARDESONO per Libero Quotidiano

 

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L' ambiente è quello della periferia sud di Torino, casermoni nati attorno alla "Fabbrica", la Fiat. Alveari abitati da famiglie, una volta più numerose di oggi. Molte cose, però, sono cambiate col tempo. La fabbrica quasi non c' è più, «è andata in America», come dicono a Mirafiori, e neppure le famiglie sono le stesse di prima, ma i problemi che le affliggono oggi sono identici anche per una coppia gay: una famiglia composta da due lesbiche.

 

Due ragazze che si sono incontrate qualche anno fa e che hanno deciso di vivere insieme, ma senza sposarsi, «vedremo più avanti», dicevano.

 

Una coppia di fatto che, come spesso accade per quelle eterosessuali, è scoppiata. Liti, incomprensioni, gelosia, difficoltà a tirare avanti e anche problemi di alcol. Una delle due ha perso le staffe più d' una volta e ha aggredito l' altra. È arrivata la polizia e le due donne sono finite davanti al giudice. A chi ha alzato le mani è stato imposto il divieto di avvicinamento alla casa della fidanzata e ai luoghi che frequenta, solo così non finirà in carcere e, ciò che più conta, è stata condannata per maltrattamenti in famiglia.

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COME TUTTE Dunque, il giudice monocratico Alessandra Danieli, ha riconosciuto che insieme, Stefania e Claudia, sono un nucleo famigliare. E pur con tutti i distinguo del caso, «dispiace che una storia d' amore termini in questo modo», le associazioni gay plaudono alla decisione del magistrato che, di fatto, riconosce parità di diritti, di doveri, ma anche di reati e di pene tra una famiglia eterosessuale e una che non lo è.

 

«Anche se è una vicenda negativa - ha detto Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride -, siamo ben contenti che si parli di famiglie come questa che faticano a convivere proprio come quelle tradizionali. È un segno che si va verso una stabilizzazione della coppia omosessuale, un dato assolutamente recente cui prima nemmeno si accennava». Le incomprensioni che hanno portato la coppia alla rottura sono pressoché identiche a quelle che la cronaca quotidiana registra in molte famiglie tradizionali. Ad alzare le mani sarebbe stata Claudia perché insoddisfatta del comportamento della compagna.

carabinieri

 

«Io sgobbo da mattina a sera - ha raccontato Stefania alla giudice -, ma per lei non è mai abbastanza. I miei soldi se li beve e così siamo morosi nelle rate del condominio, in ritardo nel pagamento delle bollette».

 

PIATTI CHE VOLANO Claudia, forse complice l' alcol, ha perso la testa e, rosa dalla gelosia, si è avventata contro la sua convivente: «È sempre fuori casa, vorrei proprio sapere cosa fa». La notte scorsa, però, la lite fra le due ha superato i limiti del rispetto e sono volati schiaffi e pugni: «Abbiamo chiamato la polizia - hanno detto i vicini di casa -. Una delle due gridava, chiedeva aiuto. Sentivamo i piatti che volavano».

 

Gli agenti del commissariato sono intervenuti poco dopo e hanno fermato Claudia.

Per lei una notte in gatta buia, poi di nuovo fuori e ora, come ha spiegato il suo legale, l' avvocato Alessandra Putignano, dovrà trovarsi una nuova sistemazione.

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