DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Olivo per “la Stampa”
juan carlos e corinna zu sayn wittgenstein
A Madrid la chiamano «l' amica del re emerito», ma negli anni è diventata la nemica numero uno della monarchia spagnola. Corinna zu Sayn-Wittgenstein, la principessa tedesca presunta amante di Juan Carlos di Borbone, ancora una volta ha messo nei guai "l' amico", gettando un' onta forse indelebile su un casato che a fatica cercava di rifarsi l' immagine.
Nel 2012 la loro vacanza in Botswana, con tanto di elefante abbattuto, fu oggetto di uno scandalo che portò all' abdicazione dell' allora sovrano. Ma quel viaggio inopportuno è nulla in confronto a quello che sta emergendo in questi giorni: Juan Carlos non sarebbe solo un bracconiere fedifrago, quanto piuttosto un uomo disposto a tutto per fare soldi.
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Le sue accuse fatte a un commissario di polizia, oggi in carcere, sono tutte da dimostrare e sembrano uscire in un contesto di ricatti tra corpi dello Stato, ma restano pesanti: il re che ha lasciato il trono nel 2014 avrebbe preteso tangenti per l' appalto dell' alta velocità in Arabia Saudita, partecipato al business illegale del genero Iñaki Urdangarin (attualmente in prigione) e nasconderebbe una fortuna in Svizzera. E l' elenco è molto più lungo.
Da qualunque lato la si guardi, questa di Juan Carlos è una brutta storia, fatta di tangenti, ricatti, amori segreti, fondi neri e intrighi di servizi segreti deviati. Tutto nasce dalla registrazione di un colloquio tra la principessa Corinna e il commissario di polizia José Manuel Villarejo, attualmente in carcere, che da anni ha intrapreso una guerra senza quartiere ai servizi segreti spagnoli, attraverso dossier e filtrazioni interessate. Gli audio vengono pubblicati a puntate su due giornali online, El Español e OkDiario, testate di destra ma antimonarchiche.
Siamo a Londra nel 2015, Corinna è un fiume in piena: «Juan Carlos mi ha usato come prestanome per operazioni di riciclaggio perché ho la residenza a Montecarlo. Mi stanno facendo una pressione tremenda affinché io restituisca questi beni, ma se lo faccio violo la legge». In un altro passaggio Corinna racconta che il re emerito possiede vari conti in Svizzera che avrebbe intestato al cugino Alvaro de Orleans.
Il padre di Filippo VI nel 2011 avrebbe beneficiato dell' appalto per la costruzione della linea di alta velocità che unisce Medina a La Mecca, aggiudicato da un consorzio spagnolo. Secondo l' aristocratica, Juan Carlos avrebbe preteso una tangente di 100 milioni di euro per aver mediato con il re dell' Arabia Saudita, suo amico personale; «ma sei matto, gli dissi, tu sei pagato dal governo spagnolo per rappresentare l' industria, non puoi prendere questi soldi».
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Altro capitolo è quello dell' Istituto Noos, guidato dal genero Inaki Urdangarin, i cui affari sono finite al centro di un' inchiesta che ha portato in carcere il marito dell' infanta Cristina. Secondo Corinna al commissario lo stesso Juan Carlos avrebbe preso parte ai traffici di Urdangarin per ottenere soldi pubblici. Dalla residenza reale nessun commento, solo il terrore di vedere il prossimo sondaggio sul gradimento della monarchia.
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