DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
ANZIANA PISTOLA LEGITTIMA DIFESA
Paolo Colonnello per “la Stampa”
Dalle navi con il divieto di attracco, alle manette per i migranti indagati, dalle leggi sulla legittima difesa a quelle per abolire il reato di tortura, fino alla proposta di prevedere la castrazione chimica per i colpevoli di reati sessuali.
I progetti del governo Tra le «priorità irrinunciabili» annunciate dal Guardasigilli anche la sospensione della prescrizione dopo il primo grado, l'aumento delle pene per i corrotti e i ladri d'appartamento (disegno di legge firmato tra gli altri da Centinaio), l'introduzione dell'agente sotto copertura, abolizione della riforma sulle carceri del precedente governo.
A questi si aggiungono circa una decina i disegni di legge presentati finora in materia di giustizia, ordine pubblico, ordinamento carcerario e rideterminazione delle pene da esponenti della maggioranza penta leghista: un giro di vite pesantissimo. Vi si parla di «rapido dilagare della criminalità», «crescita esponenziale dei reati», si prefigura una società allo sbando e priva di tutele, nonostante dati inconfutabili che parlano di riduzione generale della criminalità.
L'INASPRIMENTO DELLE PENE
Non importa: almeno 4 disegni legge sono dedicati alla legittima difesa, uno alla castrazione chimica, uno all'abolizione del reato di tortura appena recepito dalle direttive europee, uno all' inasprimento delle pene per i ladri d'appartamento, uno alla prescrizione, uno all'inapplicabilità del giudizio abbreviato per i delitti puniti con l'ergastolo, uno infine - firmato dai senatori Iannone e La Pietra - per l'allargamento dei presupposti delle misure cautelari «sottratte alla discrezionalità del magistrato», con l'introduzione del reato di travisamento durante le manifestazioni, di clandestinità per gli immigrati, di patteggiamento subordinato al consenso della eventuale vittima, dell' abolizione della liberazione anticipata e un innalzamento generale delle pene edittali. Perché le leggi già esistenti, la separazione dei poteri e perfino taluni principi costituzionali sembrano non avere più grande peso ai tempi del governo giallo verde.
IL MINISTRO SCERIFFO
Alfiere di questa politica è ovviamente lui, Super Matteo, il ministro sceriffo che persino il suo illustre predecessore Bobo Maroni, aveva avvertito con un' intervista a la Stampa: «Ho detto a Matteo che non può fare il segretario di partito e il Ministro degli Interni: questo è un ministero molto delicato. Quando siedi su quella poltrona ricopri un ruolo importante e assumi dei poteri che non ha nessun altro».
Si sa come è finita: che Matteo ha voluto fare di testa sua indicando ogni giorno un obiettivo e mostrando i muscoli: una volta con le Ong, tacciate di collusione con gli scafisti (anche se una meticolosa inchiesta ha accertato che non è così); un' altra con i migranti in mare per i quali "è finita la pacchia", un' altra ancora con i nomadi da censire.
E poi con i violentatori da castrare (proposta firmata da Molten i, Fedriga e altri) oppure con i detenuti da non fare più uscire. Come se la rideterminazione della pena fosse materia da discutere sui social e non nelle aule di giustizia. Insomma, la pacchia è finita e non solo per i migranti. Per ora siamo ai disegni di legge, ma il Guardasigilli Bonafede ha indicato il termine dell' autunno come periodo in cui far approvare le prime riforme. L' allarme tra giuristi e avvocati è altissimo: perchè solleticare il bisogno di vendetta, alimentato ad arte dalla propaganda permanente, è il contrario della giustizia.
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