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“NON VEDO MORTI DI FAME PER LE STRADE, MA RIVEDO MORTI DI MALATTIA NEGLI OSPEDALI” – L’INFETTIVOLOGO MASSIMO GALLI: “PIANTIAMOLA DI DIRE CHE O SI MUORE DI QUESTO O DI QUELLO: SUBITO SI RISCHIA DI MORIRE DI QUESTA MALATTIA, TUTTO IL RESTO È UN MODO INADEGUATO PER AFFRONTARE IL PROBLEMA” – “SE SI CONTINUA IN QUESTA MANIERA AVREMO…”
Antonio Palma per www.fanpage.it
"C'è sempre qualcuno che quando sente parlare di lockdown dice volete che la gente muoia di fame ma io non vedo morti di fame per le strade in questo momento, ma vedo purtroppo morti di malattia negli ospedali, li rivedo", così Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano ha ribadito la necessità di interventi urgenti in materia di contenimento del contagio da coronavirus dopo l'impennata di casi che sta riscontrando l'Italia.
"Gli indigenti andranno aiutati così come i settori in maggiore sofferenza ma l'Italia ha risorse sufficienti perché la gente non muoia di fame, ora però c'è il rischio che molte persone muoiano di questa malattia, soprattutto gli anziani.
Piantiamola di dire che o si muore di questo o di quello: subito si rischia di morire di questa malattia, tutto il resto è un modo inadeguato per affrontare il problema. Se si continua in questa maniera avremo problemi ancora più gravi" ha aggiunto Galli, invitando il governo e le autorità locali a prendere decisioni più incisive
"Da qui al lockdown credo che ci siano anche possibilità intermedie anche se meno si riesce a fermare il contagio e più si avvicina a questo tipo di scelta. Il lockdown è una cosa drammatica ma allo stesso tempo molto semplice, quando non puoi fare altro allora chiudi tutto" ha ricordato ancora Galli, ricordando che "L’estate, con tutte le sue caratteristiche, con gran parte della popolazione che ha pensato di poter fare a meno di preoccuparsi, ci ha dato quello che ci ha dato".
"Non tutti i contagi sono avvenuti nelle discoteche ma quando apri certi locali dai il segnale del liberi tutti" ha osservato l'infettivologo, criticando il meccanismo che ha portato a queste decisioni.
esercito a bergamo per portare via le bare 4
"In questo caso credo che tutto il sistema sia stato carente perché questo è un paese in cui c'è un'articolazione eccessiva in ambito sanitario e ospedaliero tra governo e regioni. Quando molti hanno possibilità di decidere in situazioni di emergenza come questa si rischia più di combinare guai che altro. Mi sarei augurato più concretezza e meno litigiosità. Mi aspettavo più decisioni a livello nazionale, in maniera coerente e in aiuto di tutti" ha concluso Galli
terapia intensiva coronavirus
terapia intensiva coronavirus 1
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