DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Quando arriva questo benedetto picco? Dopo giorni di trend negativo della crescita dei contagi, giovedì 26 marzo il dato è tornato a impennarsi. Trascinato in particolare dalla Lombardia, regione epicentro della diffusione del coronavirus, e soprattutto da Milano. Colpa del numero più elevato di tamponi eseguiti? Il governatore lombardo Attilio Fontana pare spaesato. Figurarsi il resto del Paese. Ma a darci una mano sono le statistiche.
DALL’INIZIO 80 MILA CONTAGIATI
La curva epidemica riduce la sua velocità molto lentamente, come testimoniano i numeri che segnalano 62.013 malati, con un incremento di 4.492 rispetto a mercoledì e di 3.491 nel giorno precedente, per una cifra complessiva di 80.539 persone, comprese vittime e guariti. I deceduti sono saliti a 8.165, 662 in più rispetto a mercoledì, il giorno precedente l’aumento era stato di 683. Il picco è vicino.
SEGNALI DI SPERANZA DAI TAMPONI
Secondo il fisico Giorgio Sestili, fra i curatori della pagina Facebook “Coronavirus-Dati e analisi scientifiche“, cominciano a vedersi segnali incoraggianti: «Un’analisi mostra che si sta stabilizzando l’andamento del rapporto fra il numero dei tamponi positivi e il totale dei tamponi eseguiti, finora sempre in salita». Anche il numero dei decessi «non segna un balzo verso l’alto».
MISURIAMO ORA QUANTO ACCADUTO 15-20 GIORNI FA
Ottimista pure il direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Ranieri Guerra: «Le misure sembrano avere effetto», ha detto nella conferenza stampa della Protezione civile. «Misuriamo adesso quanto è accaduto 15-20 giorni fa. Ora è importante non abbassare la guardia in un momento così critico, nel quale si vede un rallentamento della velocità di incremento della curva e nei prossimi giorni speriamo in una diminuzione sostenuta della casistica».
IMPENNATA FORSE DOVUTA A UN ACCUMULO DI TEST PRECEDENTI
Secondo il vicecapo della Protezione civile, Agostino Miozzo, l’incremento di circa mille casi positivi registrato rispetto a mercoledì, potrebbe essere dovuto a «un accumulo di risultati di tamponi fatti nei giorni precedenti. Ma la cosa importante è la velocità di incremento della curva che apparentemente sembra rallentare».
IL VIRUS IN LOMBARDIA GIÀ A GENNAIO
coronavirus terapia intensiva bergamo
Sul fronte della ricerca, infine, nuovi dati confermano che l’epidemia da coronavirus abbia affondato le radici in Lombardia già a gennaio: all’indomani della pubblicazione della ricerca statistica che ne ha individuato le origini a partire dal primo dell’anno, l’analisi dei dati genetici condotta dall’Università statale di Milano indica il virus ha iniziato a circolare in modo nascosto già da fine gennaio in Europa e in Italia. Ora però la data chiave da capire è quando “se ne andrà”.
il servizio di sky news dall'ospedale di bergamoospedale da campo degli alpini bergamo
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