DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
Gabriele Laganà per il Giornale
Il coronavirus ha portato via per sempre Ivo Cilesi, uno dei massimi esperti italiani nella lotta all’Alzheimer.
Il dottore, originario di Genova ma che da tempo viveva nel piccolo comune della Bergamasca di Cene, era conosciuto perché “padre” della cosiddetta "Doll Terhapy", o "Terapia della Bambola", metodo che aiuta ad attenuare alcuni dei più frequenti disturbi comportamentali dei malati di Alzheimer, come il wandering (il vagare senza meta), l’aggressività, l’agitazione, la depressione, l’apatia o i disturbi del sonno. Questa particolare terapia si è diffusa nel mondo dopo la sperimentazione e le prime applicazioni al centro Alzheimer del Ferb di Gazzaniga del quale lo stesso Cilesi era un apprezzato consulente.
Come ricorda Bergamonews, il medico era anche responsabile del Servizio terapie non farmaco logiche e riabilitazione cognitiva dell’Area Alzheimer della Fondazione Santa Maria Ausiliatrice di Bergamo e responsabile per l’inserimento di terapie non farmacologiche alla Fondazione "Cardinal Gusmini" di Vertova, e non solo. Cilesi era anche pedagogista, musicoterapeuta, esperto di terapie non farmacologiche e presidente dell'Innovative Elder Research di San Paolo d’Argon, di cui il medico era presidente.
Cilesi, 61 anni, si era sentito male lo scorso venerdì mentre si trovava a Salsomaggiore Terme, località dove vive la compagna e collaboratrice che attualmente si trova in quarantena. Le sue condizioni sono apparse subito molto serie tanto che si è reso necessario il ricovero prima a Fidenza, dove è risultato positivo al coronavirus, e poi a Parma in medicina d'urgenza a causa di una crisi respiratoria. Purtroppo, tutto è precipitato nel giro di pochi giorni. Cilesi è morto nella notte tra domenica a lunedì all’ospedale Maggiore.
Tanti i messaggi di cordoglio. Tra questi vi è quello della onlus Alzheimer Uniti Italia: "Ne ricordiamo le grandi doti umane e professionali. Avremo sempre il suo esempio come guida, esprimiamo inoltre gratitudine per la vicinanza e sensibilità sempre dimostrate verso la nostra associazione e tutte le persone fragili".
Paola Brignoli, vicepresidente dell’Innovative Elder Research di San Paolo d’Argon, ha scritto: "Caro Ivo, ci lasci tutti frastornati e addolorati! Sei un grande e io ho avuto una grande fortuna quella di averti nel cammino della mia vita! Una guida competente, silenziosa, garbata, umile ....un grande amico! Farò tesoro dei tuoi insegnamenti! Tanti progetti insieme e tranquillo...sento la tua voce che mi dice “vai avanti”....non mi fermerò! Continuerò il tuo lavoro...te lo devo! Vola in alto amico mio e stammi a fianco!".
2. LA COMPAGNA DI IVO CILESI, IL MEDICO MORTO DI CORONAVIRUS
Giuliana Ubbiali per bergamo.corriere.it
La compagna di Ivo Cilesi, il medico morto di coronavirus: «Dicono che siano gli anziani i più a rischio, invece è successo a lui»shadow
Giovanna Lucchelli è in quarantena a Salsomaggiore. È la compagna e collaboratrice di Ivo Cilesi, che a 61 anni, nel giro di tre giorni, è passato da mille progetti sulle terapie non farmacologiche, in particolare con le persone con l’Alzheimer, alla morte. È risultato positivo al Coronavirus. «Mi sembra tutto surreale, come se guardassi una vicenda da lontano — parla la compagna al telefono —. Hanno sempre detto che le persone più esposte erano anziane, invece è successo a lui, un uomo instancabile che era sempre in giro per i suoi progetti».
Si conoscevano da 27 anni, ma lei non l’ha più potuto vedere da quando l’hanno messo in isolamento. Era sceso martedì da Bergamo, viveva a Cene. «Martedì era arrivato un po’ stanco, ma avevamo pensato che fosse normale per i suoi numerosi impegni. Non diceva mai no a nessuno. Ma non aveva febbre o tosse. Venerdì mattina faticava a respirare e tremava.
Ho chiamato il 118 ma nessuno pensava al coronavirus. All’ospedale di Fidenza, dalle lastre è risultata la polmonite. È stato messo in isolamento e gli hanno fatto il tampone. Sabato l’esito: positivo. Non l’ho più potuto vedere, è stato trasferito all’ospedale di Parma. Lunedì mattina mi hanno telefonato per comunicarmi il decesso». Avevano tanti progetti insieme, il centro Ammonis nelle terme di Salsomaggiore era uno. «Ivo era indistruttibile, la sola consolazione è sapere che nella vita ha fatto quello che desiderava».
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