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SIETE COSTANTEMENTE ESAUSTI, ANCHE DOPO AVER DORMITO UNA NOTTE INTERA? POTREBBE ESSERE COLPA DI UN “CORTO CIRCUITO” NEL DIALOGO CORPO-MENTE CAUSATO DALLO STRESS – IL NOSTRO CERVELLO CERCA DI RISPARMIARE ENERGIA PER AFFRONTARE UN PROBLEMA, COME UNA MALATTIA, UN TRAUMA, MA ANCHE ANSIA E ALTRE DIFFICOLTÀ PSICOLOGICHE – MA NON È L’UNICA CAUSA DELLA STANCHEZZA CRONICA: POTREBBE ESSERE COLPA DEL...

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Estratto dell’articolo di Elena Meli per il “Corriere della Sera – Salute”

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Stanchi fin dal primo mattino, anche dopo aver dormito una notte intera. Già esausti solo all’idea di dover affrontare gli impegni una nuova giornata. […] Nel mondo occidentale gran parte della popolazione […] si sente costantemente in debito di energia.

 

Non soltanto ai cambi di stagione, non solo durante i periodi di un’effettiva, maggiore attività fisica o mentale: la continua sensazione di stanchezza è uno dei motivi per cui più spesso si chiede consiglio al medico e, stando a una recente revisione di oltre 90 studi su più di 600 mila persone in tutto il mondo, condotta da ricercatori dell’Università di Daejeon in Corea del Sud, 1 adulto su 5 (e pure il 12 per cento degli under 18) riferisce di sentirsi affaticato e con poche energie, e per 1 su 10 la stanchezza si trascina da oltre sei mesi.

 

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Per giunta il disturbo […] è risultato quasi tre volte più comune nelle persone sane, senza alcun problema di salute noto che fosse eventualmente in grado di giustificare il debito di energia. Un’epidemia di fiacca apparente ben difficile da spiegare, ma che tuttavia potrebbe essere «tutta nella nostra testa».

 

Secondo nuove teorie che chiamano in causa l’enterocezione, ovvero la capacità di percepire segnali che arrivano dall’interno dell’organismo, la stanchezza altrimenti inspiegabile potrebbe infatti dipendere da un corto circuito nel dialogo corpo-cervello.

 

RICARICARE LE PILE, QUESTIONE DI TESTA (E NON DI PANCIA)

Ricaricare le energie con gli integratori più in voga del momento o combattere la carenza di forze mangiando di più non sono le soluzioni giuste se il livello di vitalità percepito dipende soprattutto da uno «scollamento» fra che cosa sente il cervello e le effettive riserve energetiche a disposizione. È la teoria del «bilancio corporeo», secondo cui il cervello sovrintende l’utilizzo dell’energia mettendo a confronto ciò che serve per le attività del corpo e i segnali che riceve dall’interno.

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[…] Ciò spiegherebbe perché capita di essere esausti prima di un’impegnativa giornata di lavoro o al contrario energici dopo aver ricevuto una buona notizia: è possibile che le riserve energetiche siano identiche, ma cambia il modo di percepirle.

 

LA «TESTA» CONTA

Che la «testa» conti è confermato, per esempio, da uno studio di Arran Davis del Social Body Lab dell’Università di Oxford, in cui è stato chiesto a un gruppo di volontari di fare esercizio fisico al massimo delle loro capacità da soli o in gruppo: chi aveva altri accanto ha percepito meno la stanchezza e si è spinto oltre, probabilmente perché «il cervello sa di poter essere meno cauto con le sue risorse energetiche se accanto c’è qualcuno che pensiamo ci possa sostenere», spiega Davis.

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[…] Lo stress, stando a una recente ricerca del neuroimmunologo Martin Picard della Columbia University di New York, aumenta la produzione di cortisolo e questo è un segnale che da solo porta il dispendio energetico cellulare a impennarsi del 60%, perché indica che c’è un «ostacolo» da superare nell’immediato futuro.

 

INDICATORI

Non è l’unico indicatore: è stato scoperto che un ormone circolante poco noto, il GDF15, sarebbe un nuovo marcatore di stress che informa il cervello del bisogno di risparmiare energia per affrontare un problema, da un’infezione a un trauma, a una difficoltà psicologica.

 

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Prodotto dalle cellule sotto stress, la sua quantità in circolo cresce del 25% per ogni decade e, come spiega Picard, «con gli anni le cellule accumulano danni e fanno sempre più fatica a coprire il costo energetico necessario a ripararli. Producendo GDF15 dicono al cervello che serve risparmiare energia da usare a tale scopo: per questo invecchiando i muscoli rimpiccioliscono, peli e capelli ingrigiscono, si è meno attivi in generale. E non a caso ci si sente facilmente più stanchi».

 

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[…] È insomma il cervello a decidere dove investire le risorse dell’organismo in base ai segnali che riceve e alle richieste esterne, gli stessi fattori attraverso cui valuta anche se ci si debba sentire più o meno stanchi. «Allineare» cervello e corpo sarebbe perciò la chiave per avere una migliore, più realistica percezione della propria vitalità: riuscirci è possibile e la strada giusta potrebbe essere agire per modificare i segnali che più contribuiscono a farci ritenere esausti e che oggi si stanno iniziando a comprendere grazie alla ricerca.

 

COME RIMEDIARE

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Serve innanzitutto imparare a gestire lo stress, […] non a caso è stato osservato che meditare e pregare, due pratiche che portano corpo e mente in uno stato di riposo profondo, consentono all’organismo di ottimizzare i consumi energetici, riducendo la percezione di stanchezza e quindi anche la necessità di fermarsi e rallentare perché si è in debito di forze.

 

Utile poi stare in compagnia, perché come si è visto avere vicino gli altri può motivare a essere più attivi e pure far sentire meno gli sforzi. Conta poi la dieta, perché per esempio un’alimentazione ricca di zuccheri semplici rende inefficienti i mitocondri, le centrali cellulari che producono energia. […]

 

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Infine, anche se può sembrare controintuitivo, non c’è nulla di meglio per combattere la stanchezza che fare movimento: l’esercizio fisico «spazza via» i mitocondri poco efficienti dando una sferzata di energia alle cellule, migliora il flusso sanguigno e l’apporto di ossigeno ai tessuti, aumenta la massa muscolare e fa bene all’umore grazie alla produzione di endorfine.

[…]

 

IL CALO DI ENERGIE AL CAMBIO DI STAGIONE

Essere più stanchi a volte è normale, se non addirittura inevitabile. Quel calo di energie che coglie tanti ai cambi di stagione, per esempio, non è nulla di cui preoccuparsi troppo perché, come sottolinea Gianluca Aimaretti, presidente della Società Italiana di Endocrinologia, «quando si modifica il numero di ore di luce è possibile e normale avere una sensazione di maggiore affaticabilità, perché l’organismo deve abituarsi a nuovi ritmi».

 

Vari stadi di stanchezza

[…] In alcune fasi della vita è quasi fisiologico sentirsi con poche energie: una ricerca pubblicata di recente su Menopause, per esempio, ha sottolineato che nelle donne i cicli irregolari e talvolta abbondanti tipici della perimenopausa possono aumentare fino a quattro volte la comparsa di un affaticamento eccessivo.

 

SPOSSATEZZA E MALATTIE CRONICHE

[…] L’affaticamento peraltro sembra essere un cattivo adattamento del corpo alle malattie croniche, stando a un recente studio della Northwestern University statunitense: mentre quando abbiamo una malattia acuta, per esempio un’infezione, la stanchezza è fisiologica e positiva perché costringe a un riposo che ci aiuta a superare il momento difficile, la sensazione di spossatezza che accompagna molte patologie croniche (come diabete, cardiopatie e così via) è una risposta del corpo che andrebbe contrastata mantenendosi attivi, perché può innescare un circolo vizioso.

 

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Sentirsi sempre giù di tono porta per esempio a essere più sedentari e questo favorisce la comparsa di altri guai che peggiorano la condizione di salute generale, come il sovrappeso o l’obesità.

 

IPOTIROIDISMO, DIABETE E ALTRE POSSIBILI CAUSE: QUANDO INDAGARE

La stanchezza può essere la conseguenza di un mancato dialogo fra il cervello e l’organismo, ma anche un sintomo da indagare per escludere che non nasconda una malattia. Per questo non va banalizzata, soprattutto se più o meno all’improvviso diventa difficile portare a termine le incombenze della giornata e se ciò che di norma non richiedeva grosso sforzo diventa una fatica.

 

«Nel caso di un affaticamento inusuale che incide sulla qualità di vita e cambia le abitudini, per esempio perché non consente di praticare più sport come prima, è bene parlarne al medico di famiglia», osserva Gianluca Aimaretti, presidente della Società Italiana di Endocrinologia.

 

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«Le cause di una stanchezza anomala possono essere tante, spesso rilevabili con pochi approfondimenti diagnostici attraverso esami del sangue: esempi sono l’anemia ma anche il prediabete e il diabete, perché le alterazioni della glicemia incidono sui livelli di energia (in questi casi ci si sente stanchi soprattutto nelle prime due ore dopo i pasti, quando c’è uno squilibrio metabolico dovuto all’incapacità di gestire il glucosio, ndr). Anche alterazioni della funzione della tiroide si possono associare all’astenia (ovvero la patologica mancanza di energie): per questo può essere molto utile dosare gli ormoni tiroidei ed eventualmente valutare l’opportunità di un’integrazione, anche se il sintomo stanchezza è molto variabile e in certi pazienti si manifesta in maniera consistente pure senza cali ormonali molto evidenti».

 

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Una causa dell’affaticamento può essere proprio l’ipotiroidismo, che spesso si accompagna a sonnolenza, aumento di peso, difficoltà di concentrazione e pelle secca; si stima che riguardi circa il 5-6% della popolazione generale, con picchi oltre il 10%nelle donne dopo i 60 anni perché con la menopausa la tiroide funziona un po’ peggio. Può essere poi da indagare la celiachia, che comporta un malassorbimento di nutrienti e quindi un calo di energie, così come i disturbi del sonno, causa frequente di stanchezza eccessiva: oltre ad assicurarsi dalle sette alle nove ore di sonno per notte è importante accertarsi di non avere problemi che ne compromettano la qualità, come le apnee ostruttive o l’insonnia.

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I disturbi dell’umore si possono associare a una profonda astenia, ma si accompagnano anche ad altri sintomi e lo stesso vale per le cardiopatie o per «malattie più rare, per esempio quelle neuromuscolari, che richiedono approfondimenti specialistici ma in genere provocano anche altri sintomi che fanno da “guida” nel percorso di diagnosi. «Infine anche l’obesità stanca, non solo per ragioni meccaniche ma anche per motivi metabolici e ormonali», conclude Aimaretti. […]