DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Gloria Satta per "il Messaggero"
Ci voleva l'Uomo Ragno per salvare il cinema schiantato dalla pandemia. Spider- Man: No Way Home ha incassato circa un miliardo e 400 milioni di dollari nel mondo piazzandosi al decimo posto della top ten di tutti i tempi. Anche in Italia il supereroe Marvel travolge il botteghino in affanno: nel week end di Capodanno il film ha superato i 20 milioni di euro, un risultato eccezionale anche in epoca pre-Covid.
Ma il secondo posto in classifica è di Pio e Amedeo, mattatori della commedia Belli Ciao che ha sfiorato il milione in appena due giorni. Tra gli italiani galoppa poi Me Contro Te - Persi nel tempo (più di 865), va forte Diabolik (oltre 2 milioni e 200mila) mentre La Befana vien di notte 2 - Le origini deve accontentarsi di 208 mila euro. E Supereroi di Paolo Genovese è addirittura uscito dalla top ten dominata da blockbuster come Matrix Resurrections (800mila), House of Gucci (4 milioni), Sing 2 al di là del milione e mezzo.
IL CROLLO Ulteriore dramma: rispetto allo stesso periodo di 2 anni fa, il box office ha perso il 79,40 per cento. Cosa ci dicono questi dati, puntualmente monitorati da Cineguru? Che il pubblico ormai va al cinema solo per vedere i blockbuster hollywoodiani e ha voltato le spalle ai film italiani? E la pandemia ha accelerato il declino della sala a favore dello streaming?
«Il Covid ha ridotto il tradizionale pubblico natalizio composto da spettatori maturi e famiglie», risponde Paolo Del Brocco, ad di RaiCinema coproduttrice di La Befana vien di notte 2, «mentre il successo di Diabolik, primo incasso italiano al 31 dicembre, è un ottimo segnale. Per noi, l'unica strada per ridare slancio al cinema nazionale è continuare a mandare dei buoni film in sala, il luogo ideale in cui vederli».
Osserva Giampaolo Letta, ad e vicepresidente Medusa: «A parte Spider Man che corre in un campionato a parte, gli incassi sono devastanti soprattutto per il cinema italiano. Il nostro Supereroi è andato molto male, ed è un grande dolore...».
I TEMI Le possibili cause? «Forse il tema, il rapporto di coppia, e il genere sentimentale non hanno funzionato sul mercato che oggi si è ridotto ed esige offerte mirate. Se questo è l'andazzo, uscire nei cinema diventa rischioso. Va fatta una riflessione anche sui costi dei film, ormai troppo alti». Sarà insomma necessario considerare altre forme di sfruttamento, dalle piattaforme alla tv.
È la strada che negli ultimi mesi ha consentito non solo di recuperare i costi di produzione ma anche di mostrare le opere. Ma qualcuno va controcorrente. Vade retro streaming! insorge Nanni Moretti. «Per uscire con Tre piani ho aspettato che i cinema riaprissero», dice, «non ho fatto come altri produttori che hanno venduto i loro film alle piattaforme. Quando scrivo, dirigo, produco e recito penso alla sala».
I BIGLIETTI Anche se afferma che i film vanno ripensati «in funzione dell'intera filiera», crede nel futuro della sala anche Riccardo Tozzi, fondatore di Cattleya, all'attivo 70 film e numerose serie-cult (Romanzo criminale, Suburra, Gomorra, Petra, Nero a metà, l'imminente Django...). Il produttore è convinto che il cinema tornerà a vendere 100 milioni di biglietti all'anno (nel 2021 sono stati 25 milioni contro i 96 della Francia). «Oggi i cinefili sono stati rimpiazzati dal più ampio pubblico generalista che insegue il buon cinema dovunque si veda», afferma, «Come un gatto in tangenziale 2 ha avuto successo su Sky dopo il flop in sala e I fratelli De Filippo ha fatto ascolti record su Rai1.
Il box office premia i film-evento che al 90 per cento sono americani, pochissimi gli italiani». Anche Marco Giusti, il critico di Dagospia, parla di film-evento: «Al di là di Spider Man che deve gli eccezionali risultati ai giovanissimi, il successo di È stata la mano di Dio (ha riempito i cinema anche se Netflix non ha comunicato l'incasso, ndr) e Belli ciao dimostra che il pubblico non snobba il cinema italiano. Vuole però film popolari, ben scritti e ben girati, non banali. E riconoscibili».
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