DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Cristiana Lauro per Dagospia
Siamo ai primi posti nella produzione di vino al mondo - sia quantitativa che qualitativa - e nonostante questo rimaniamo dei pessimi divulgatori. Sul marketing prendiamo schiaffi da tutte le parti. Dai francesi perché sono francesi e quando uno è francese non deve dare tante spiegazioni, vai a capire perché, ma anche dai nuovi paesi produttori che stanno vendendo fiumi di vino ovunque nei mercati in forte crescita di consumi.
Su comunicazione e divulgazione, salvo pochi nomi (i più avanti, contemporanei e pop? Luca Gardini e Daniele Cernilli), siamo un disastro. I nostri esperti di vino fanno a gara a non farsi capire, si distinguono per linguaggio eccentrico, spesso non si capiscono nemmeno fra di loro e se non sono capaci di raccontare il fascino del vino agli italiani, figuriamoci all’estero!
Provate ad imparare qualcosa di più sul vino attraverso i mezzi più accessibili - uno su tutti la rete, tanto per cambiare - perché le scuole esistono e sono rispettabilissime, ma quello è un altro livello di approfondimento, un discorso diverso.
Andate su qualche blog, rivista di settore o una qualsiasi rubrica dedicata al vino all’interno di un contenitore generalista: l’unica conclusione rapida che ne trarrete sarà che non ci capite un cazzo, che ci sono persone molto fighe che, a differenza vostra, sanno tutto sul vino - le quali fingono di spiegarlo attraverso un linguaggio acrobatico - e che il vino non è per gli ignoranti come voi.
Quindi gettate la spugna e vi sparate un bel gin tonic, perché a nessuno piace sentirsi dire che è ignorante. Nel frattempo le multinazionali degli spiriti godono di ottima salute. Che bel quadretto, che splendida cornice, come scriverebbe qualche ufficio stampa.
E’ in pieno svolgimento a Milano la Wine Week, coinvolge molti nomi eccellenti della critica del vino e tanti produttori. Mi sembra un tentativo rispettabilissimo di rendere il discorso sul vino più accessibile. Il vino è pop e credo che questo termine, oggi più che mai, debba essere trattato con rispetto. Il vino è cultura, ma la cultura circoscritta ai salotti di casa è un campo inaccessibile, che non può riflettersi su crescite importanti dei consumi di massa.
LUCA GARDINI E CRISTIANA LAURO
A fronte di poche bottiglie costosissime che entrano nel registro dei prodotti di lusso, inaccessibili ai più, l’Italia produce tanto vino di buonissima qualità che trovate negli scaffali delle enoteche e anche al supermercato. Basta saperlo raccontare, perché il costo elevato rende una bottiglia inaccessibile, ma le parole tengono a distanza.
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