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L’Inn è un fiume dell’Europa centrale che prende nome dalla città fondata in Tracia da Enea, Aenus, Eno in italiano. Nasce dal Bernina nell’alta Engadina, che significa appunto “giardino dell’Inn”, a ovest di Sankt Moritz, dove forma i due laghi di Sils e Silvaplana ben noti ai milanesi con i danée: qui riposano anche le ceneri di Claudio Abbado.
Dopo quasi 500 chilometri, quando è pronto a sfociare nel Danubio presso Passau, il fiume di Enea divide il Bene e il Male. Un ponte, proprio la struttura che i greci non costruivano per non sfidare il volere degli dei, ma i romani sì perché agli dei credevano solo esteriormente, un ponte sulla statale 94 che va da Monaco a Linz, ovvero dalla Birreria al sognato Museo universale, divide o unisce il Bene e il Male.
Questo ponte e confine tra Germania e Austria unisce l’abitato tedesco di Marktl al paesone austriaco di Braunau am Inn, 15 minuti in auto, una ventina di chilometri con in mezzo un bosco e una campagna. Solo che a Marktl nel 1927 è nato Benedetto XVI, papa Ratzinger e a Braunau nel 1889 è nato Adolf Hitler, che nel ’27 aveva già costituito le SS. A osservare questo ponte su una piantina geografica scopriamo che è l’ombelico dell’Europa, dove si incontrano le linee ideali che vanno da Madrid a Vilnius, da Berlino a Roma, da Amsterdam a Istanbul.
Marktl, che vuol dire mercato, sono due case di campagna e un cimitero. In confronto, Sotto il Monte, dove nacque Papa Giovanni XXIII, è già più grande. Una delle due case, presso il numero 11 di Schulstrasse, è dove nacque Ratzinger, terzo figlio di Maria Rieger (1884-1963) e Joseph Ratzinger senior, gendarme da una modesta famiglia di agricoltori. I genitori sono sepolti nel locale cimitero in una tomba con semplice lapide.
Dentro la casa natale si è realizzato un piccolo museo dove vendono “i mattoni del papa” per ampliarlo e mantenerlo. Ci sono le foto dell’infanzia poverissima del Papa, la sua stola, una pala d’altare, qualche cimelio: è un posto puro, incontaminato, silenzioso, non c’è niente. A fatica si costruiscono le tracce di una santità. Come un ragazzo nato qui andò poi a Tubinga e Ratisbona diventando il maggior teologo dei suoi tempi è mistero.
Come possa essere morto nell’incrollabile certezza che Fede e Ragione siano assolutamente conciliabili, ovvero che di là lo attenda un Dio-uomo dalla veste bianca resta un mistero per chi nel cristianesimo crede come si può credere dopo aver visti papiri Bodmer e di Qumran: Cristo è stato il più fortunato rivoluzionario ebreo del I secolo, la sua setta sopravvisse a stento finché l’imperatore Costantino non scelse il loro culto. Da lì le cattedrali, Caravaggio e Bach…
Se sali in macchina e superi il ponte, dall’altra parte tutti cercano di cancellare le tracce. All’Ufficio turistico non ti dicono dove si trovi la casa natale di Hitler: devi scoprirla da te. La Germania e l’Austria hanno rimosso le due guerre perdute, passano dalla Prussia di Bismarck e dall’Austria Felix direttamente alla Riunificazione senza passare dall’Anschluss. Il ponte divide e unisce così come le Riunificazioni dividono e uniscono.
La casa natale di Hitler fu costruita da Felix Michael Hafner. Negli anni della Erste Republik (Prima repubblica) fu adibita a trattoria. Dopo l’Anschluss, la Nsdap l’acquistò per 150.000 Reichsmark dal proprietario Josef Pommer con l’intenzione di trasformarla in un luogo che “ogni tedesco deve visitare almeno una volta nella vita”, come affermava la Neue Warte am Inn, giornale di Braunau.
Dopo la guerra si mise in atto la macchina della damnatio memoriae, una specie di cancel-culture contro i cattivi. Nell’ottobre 2016 l’allora Ministro dell’Interno austriaco, Wolfgang Sobotka, dichiarò che sarebbe stata abbattuta. Suscitò una polemica che rivela non solo la difficoltà nella gestione dell’eredità pesante del nazionalsocialismo e dei suoi monumenti in Austria, ma la mancanza di una linea ufficiale sul passato. Nel 2017 la casa è stata espropriata, ma si oscilla sul che farne di una casa del male.
Mentre a Marktl, di fronte, sta sorgendo il museo del papa bavarese qui si vorrebbe fare una “Casa della Responsabilità” oppure “neutralizzare” il palazzo prima della sua trasformazione in commissariato di Polizia: un’operazione di face lifting architettonica per porre fine al flusso di simpatizzanti neonazisti in pellegrinaggio. Dall’89 c’è davanti una targa con scritto “Per la pace, la libertà e la democrazia. Mai più il fascismo, milioni di morti ammoniscono”.
JOSEPH RATZINGER AD AUSCHWITZhitler storiaklara, la madre di adolf hitlerJOSEPH RATZINGER ADOLF HITLERCasa Ratzinger altare
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