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Salvatore Riggio per www.corriere.it
L’ex campione di boxe Maurizio Stecca è ricoverato, in area non critica, all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso per Covid: aveva già ricevuto due dosi di vaccino e si apprestava a fare la terza.
Stecca, 58 anni, campione olimpico dei pesi gallo a Los Angeles nel 1984, residente da tempo con la compagna a Casale sul Sile (Treviso), ha raccontato della malattia sul proprio profilo Facebook: «Ho cominciato il match più difficile della mia vita contro un avversario chiamato Covid. Non so quante riprese ci vorranno, sicuramente tante. Io, abituato a tantissime battaglie sempre vinte, sicuramente non indietreggerò mai davanti a questo maledetto avversario».
Insieme a queste parole un selfie con un mascherina per l’ossigeno sul volto che parla più di ogni parola. Subito il campione ha ricevuto centinaia di messaggi da ogni angolo d’Italia: «Su la guardia e sempre avanti»; «I campioni possono cadere ma si rialzano più forti di prima; «Forza campione, metterai questo virus k.o.».
Era in attesa del «booster»
In passato a Stecca era stata diagnosticata una rara malattia del sangue, l'EPN (emoglobinuria parossistica notturna), una patologia acquisita con la quale convive tuttora. Il suo stato di salute era comunque buono, e il corpo dell’ex campione viene descritto come solido e sportivo.
Stecca era in attesa di ricevere la dose booster del vaccino, purtroppo il virus è stato più veloce nell’aggredirlo. Inizialmente il contagio è stato gestito a domicilio, poi quando la situazione respiratoria è cominciata a peggiorare si è deciso per il ricovero in una delle quattro strutture sanitarie dedicate ai pazienti Covid nella zona di Treviso, che è una delle province con i dati maggiormente in crescita in questi ultimi giorni.
La carriera di Maurizio Stecca
Maurizio Stecca, nato il 9 marzo 1963 a Santarcangelo di Romagna e fratello di Loris Stecca, campione mondiale Wba dei supergallo, è stato anche campione del mondo Wbo dei pesi piuma dal 28 gennaio 1989 all'11 novembre 1989 e dal 26 gennaio 1991 al 16 maggio 1992.
Ritiratosi dall'attività agonistica nel 1995, da campione italiano dei super piuma, Stecca decide di mettere la sua esperienza al servizio dei giovani pugili, insegnando ai ragazzi nella palestra della Libertas Rimini boxe e poi diventando maestro e guidando anche la nazionale femminile.
Nel 1996 è commentatore sportivo della Rai per un anno e dal 1990 al 1997 diventa componente fisso di una formazione calcistica di ex atleti che disputa amichevoli per raccogliere fondi a scopo benefico.
L’oro olimpico a Los Angeles
Il punto più alto della sua carriera resta senz’altro l’oro olimpico a Los Angeles nel 1984. Stecca all’epoca ha 21 anni e parte come favorito nella categoria dei pesi gallo con lo statunitense Shannon e il coreano Moon, e match dopo match dopo match tiene fede ai pronostici senza arretrare: supera l’irlandese Sutcliffe, il potente zambiese Zulu, il colombiano Pitalua Tamara e arriva in semifinale.
Nella parte bassa del tabellone il coreano Moon elimina a sorpresa proprio Shannon prima di perdere a sua volta con il sorprendente Nolasco, che diventa l’avversario di Stecca in semifinale: qui Maurizio risolve il match con un capolavoro di tattica e vince grazie a una serie di colpi d’incontro molto efficaci doppiati spesso da precisi montanti.
In finale lo attende il messicano Lopez, un 17enne che sposa tecnica raffinata ad una notevole potenza, ma ha un punto debole: la lentezza dei colpi. Ed è su questa falla che si innesta la sagacia tattica di Stecca che, anche grazie alla maggiore velocità, riesce a vincere bissando il successo di Patrizio Oliva a Mosca 1980.
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