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TIM REAL SHOW – FERMI TUTTI! ANCHE SENZA ‘DUE DILIGENCE’, NEI PROSSIMI GIORNI KKR SAREBBE PRONTA AD ALZARE L’OFFERTA - PIETRO LABRIOLA GNA FA’ A ENTRARE IN CONSIGLIO E DIVENTARE COSÌ AD. LE ULTIME INDISCREZIONI NON CONTEMPLANO PER ORA USCITE DAL CDA PER FARE SPAZIO AL MANAGER. NON GIÀ QUELLA DI GUBITOSI, CHE ATTENDE UNA MANLEVA TOTALE DIFFICILE DA OTTENERE, NÉ QUELLA DI LUCA DE MEO, LA CUI FILTRATA DISPONIBILITÀ SAREBBE SERVITA PIÙ CHE ALTRO A METTERE SOTTO PRESSIONE L'EX AD, CON SCARSI RISULTATI
Francesco Spini per “La Stampa”
Nuovo cambio di scenario in Tim. Non è detto che Pietro Labriola venerdì sia destinato a entrare in consiglio e diventare così ad. Il manager, che ha preso la guida dell'azienda dopo il ritiro delle cariche a Luigi Gubitosi, potrebbe restare direttore generale. Da quella posizione - in cui partecipa comunque ai cda come invitato - gestirebbe il gruppo e continuerebbe a sovrintendere anche alla controllata carioca Tim Brasil, di cui pure è ad.
Le ultime indiscrezioni, infatti, non contemplano per ora uscite dal consiglio per fare spazio al manager. Non già quella di Gubitosi, che attende una manleva totale difficile da ottenere, né quella di Luca De Meo, la cui filtrata disponibilità sarebbe servita più che altro a mettere sotto pressione l'ex ad, con scarsi risultati.
La governance, almeno per un po', potrebbe dunque andare avanti così. Il primo scoglio, al cda di venerdì, sarà quello dei conti. Si prospetta un esame difficile da parte del consiglio di un nuovo, corposo allarme profitti, il terzo in pochi mesi, che potrebbe coinvolgere non solo i numeri dell'anno ma quelli dell'intero piano approvato a febbraio.
Nella riunione del 17 dicembre il cda esaminerà anche la questione Kkr, che chiede di fare una due diligence di quattro settimane su Tim prima di lanciare l'Opa.
Il consiglio su questo avrebbe al suo interno molti dubbi: cosa succederebbe se, una volta fatto l'esame sui conti, il fondo Usa non dovesse lanciare l'Opa? I sospetti potrebbero travolgere il titolo. Per questo il fronte del «no» sarebbe nutrito, anche se c'è chi penserebbe al limite di definire un perimetro ristretto di analisi.
In ogni caso il fatto che il fondo, come riportato sabato da La Stampa, sia disposto ad andare avanti anche senza due diligence, dando parola al mercato, nella prima parte di seduta ieri ha sostenuto il titolo in Borsa (+4% in apertura), per sgonfiarsi nel finale, quando ha chiuso a -0,2%. L'incertezza, come si vede, domina ancora.-
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