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QUANDO SI DICE “DARE IL BUON ESEMPIO” - IL DEPUTATO DI “FRATELLI D’ITALIA”, CIRO MASCHIO, HA ACCUMULATO 104 MULTE CON IL COMUNE DI VERONA PER UNA CIFRA CHE SUPERA I 16 MILA EURO: “ORA HO PAGATO” - I VERBALI SONO QUASI TUTTI RIFERIBILI ALLA STESSA INFRAZIONE: ESSERE PASSATO IN AUTO IN UNA STRADA DEL CENTRO STORICO CHE FA PARTE DELL'AREA PEDONALE URBANA…
Angiola Petronio per il “Corriere della Sera”
«Sono un normale cittadino. E come un normale cittadino prendo le multe e le pago». Lui proprio un «normale cittadino» non è, visto che siede su uno scranno della Camera dei deputati. Che è il presidente del consiglio comunale di Verona. E che è pure il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, di cui è membro del direttivo nazionale.
E poi c'è l'«anomalia» di quelle contravvenzioni. Centoquattro, accumulate dall'avvocato Ciro Maschio in 18 mesi, come riportato sul Corriere di Verona . Multe che lui ha ammucchiato, arrivando ad essere debitore verso il Comune di Verona di una cifra che supera i 16 mila euro. «Sono contravvenzioni che ho saldato. E per le quali io stesso ho chiesto il "conto" alla polizia locale». «Collezione» di multe che il deputato ha messo insieme da «recidivo».
Perché a parte qualche divieto di sosta, i verbali sono quasi tutti riferibili alla stessa infrazione: essere passato in auto in una strada del centro storico di Verona, corso Sant' Anastasia, che fa parte dell'area pedonale urbana. Talmente off- limits da non poter essere percorsa neanche da chi, come l'onorevole Maschio, ha un permesso di transito nella zona a traffico limitato in cui quella strada è inserita.
E qui sta l'inghippo, spiega lui. «Perché non sapevo che fosse stato modificato il transito su quel corso. Quando ho ricevuto i verbali li ho messi da parte perché sulla legittimità avevo dei dubbi. C'erano alcuni equivoci, ma non mi sono opposto per non incorrere nell'incompatibilità per lite pendente con l'amministrazione. Quindi ho deciso di pagare e amen».
Il caso ha rischiato di sollevare un polverone nelle stanze del Comune perché, come recita la legge, «non può ricoprire la carica di consigliere comunale chi abbia un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi del Comune stesso». Eventualità che il deputato ha evitato con il pagamento delle contravvenzioni.
«D'altronde - dice - in anni di politica non ho mai usato auto di servizio muovendomi sempre con la mia. Cosa che, ovviamente, mi espone al rischio di multe. Quelle che adesso ho saldato, con buona pace di chi voleva creare un bailamme politico su un "caso" che non c'è mai stato».
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