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IL DESTINO DI AL JOLANI È APPESO A TRUMP – IL PRESIDENTE SIRIANO È NEL MIRINO DI ISRAELE CHE, IN NOME DELLA DIFESA DEI DRUSI, VUOLE ALLARGARE IL SUO CONTROLLO SULLE ALTURE DEL GOLAN. MA DEVE GUARDARSI ANCHE DAI JIHADISTI SIRIANI “DURI E PURI”, CHE ODIANO GLI STATI UNITI E SONO RIMASTI SGOMENTI QUANDO IL LORO LEADER HA STRETTO LA MANO A “THE DONALD” – PER TRUMP AL JOLANI È UNA PEDINA PREZIOSA PER “PACIFICARE” IL MEDIO ORIENTE E ALLARGARE GLI ACCORDI DI ABRAMO AD ARABIA SAUDITA, QATAR, LIBANO – CHI SONO I DRUSI, PERCHÉ IL REGIME DI DAMASCO LI ATTACCA E QUAL È IL RUOLO DELLA TURCHIA: DOMANDE E RISPOSTE

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L’EX JIHADISTA DIVENTATO LEADER PIACE A TRUMP MA DEVE LOTTARE PER SOPRAVVIVERE

Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

 

al jolani con donald trump

Fino al 21 dicembre dell’anno scorso, gli Stati Uniti promettevano di versare 10 milioni di dollari a chiunque uccidesse Ahmed al Sharaa. Cinque mesi dopo, il 21 maggio, Donald Trump stringeva la mano all’ex ricercato giudicandolo «un giovane uomo affascinante e duro».

 

Per Trump, dietro quell’incontro, c’erano di sicuro le promesse di investimento in America dei Paesi del Golfo, ma anche il progetto di allargare gli Accordi di Abramo ad Arabia Saudita, Qatar, Libano e, perché no, Siria. Un passo fondamentale verso il premio Nobel: con quelle firme […] il Medio Oriente sarebbe davvero diverso.

 

SCONTRI TRA DRUSI E BEDUINI NELLA REGIONE DI SUWAYDA IN SIRIA

Per Al Sharaa, neo presidente siriano, invece, stringere la mano all’ex nemico era il prezzo per permettere che Turchia e Paesi del Golfo potessero finalmente investire nella ricostruzione. Anche per lui c’era un risvolto egoistico: con una Siria che si rimette in marcia può non solo salvare la poltrona, ma ridurre i nemici e quindi sopravvivere fisicamente.

 

[…]  Ovvio che lo Stato ebraico voglia approfittare del suo attuale strapotere militare per allargarsi (o, nel suo vocabolario, proteggersi). In Siria cerca di farlo occupando per intero le Alture del Golan e dichiarando unilateralmente zona smilitarizzata il sud della Siria abitato dai drusi. Israele bombarda a piacere ovunque per «difendere» se stesso e ora anche quella minoranza.

 

mohammed bin salman donald trump al jolani

Sono coinvolte nella vicenda anche le minoranze della Siria (chiunque non sia sunnita e radicale) terrorizzate dal nuovo governo di Al Sharaa. I drusi facilmente manipolabili da Israele, alawiti, cristiani e ismaeliti disarmati come agnelli, i curdi aggrappati ai loro kalashnikov per la paura che gli americani li abbandonino come hanno fatto con gli afghani filo occidentali.

 

Infine sono protagonisti del quadro gli stessi alleati del nuovo padrone di Damasco, i suoi compagni di Jihad. Hanno combattuto ai suoi ordini la Guerra Santa per anni nel nome di un Islam arcaico e violento simile a quello dei talebani, di Al Qaeda o dello Stato Islamico.

 

Barbuti fanatici arrivati soprattutto dell’Asia centrale ex sovietica, alcuni anche reduci dell’Afghanistan o della Cecenia, ma anche tunisini, marocchini, egiziani, sauditi fino agli uiguri della Cina che hanno combattuto in Siria come primo passo per liberare i loro Paesi dai regimi complici dell’Occidente.

 

SCONTRI TRA DRUSI E BEDUINI NELLA REGIONE DI SUWAYDA IN SIRIA

Gente che ha visto morire da «martiri» suicidi migliaia di volontari come loro e poi ha osservato il proprio «emiro», Al Sharaa, stringere la mano a Trump. Chi li ha incontrati li ha descritti come sgomenti, perché il presidente americano ai loro occhi è il rappresentante del male assoluto, il vertice del sistema di oppressione imperialista e di corruzione morale del mondo.

 

Israeliani e jihadisti (anche quelli rimasti nello Stato Islamico contro Al Sharaa) possono voler uccidere il presidente siriano in qualsiasi momento. Pare che «il giovane duro» sia sfuggito ad almeno due attentati di islamisti in sei mesi. E Israele ha bombardato due volte l’area del palazzo presidenziale.

 

incontro donald trump al jolani a riad, insieme a mohammed bin salman

Al Sharaa […] per il momento si è barcamenato da furbo: agli stranieri da cui spera di avere aiuti in denaro parla sempre di «Siria tollerante, islamica sì, ma casa per tutte le confessioni». In patria si gira dall’altra parte quando i suoi ex commilitoni estremisti attaccano una minoranza.

 

L’ha fatto in marzo durante la strage degli alawiti (1.600 morti almeno) e l’ha fatto in questi giorni quando gruppi di beduini infarciti di jihadisti internazionali hanno attaccato i drusi.

 

Al Sharaa ha la forza di imporre ai suoi la rinuncia alle Alture del Golan e all’integralismo in cambio della pace? Israele è disposto ad accontentarsi del Golan quando può continuare ad ammazzare islamisti senza resistenza? Come in altri quadranti, è Trump l’unico a poter imporre una direzione.

 

PERCHÉ LA SIRIA ATTACCA LA MINORANZA QUALE STRATEGIA SEGUE NETANYAHU

Articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

ANTONIO TAJANI CON AL JOLANI

1 Chi sono i drusi?

Sono strettamente monoteisti, si rifanno alla fede abramitica, non si identificano come musulmani ma parlano arabo quale parte integrante della loro cultura e identità, mantengono alcune parti del rituale segreto ai non appartenenti alla loro fede, credono nella reincarnazione e nell’eternità dell’anima.

 

È sufficiente elencare alcuni aspetti del mondo druso per comprendere quanto questo sia allo stesso tempo figlio dell’universo mediorientale, ma abbia anche subito continue persecuzioni e discriminazioni.

 

Si calcola che oggi i drusi siano tra gli 800.000 e il milione, di cui circa la metà in Siria, tra il 35 e 40 per cento in Libano e il 10-15 per cento in Israele. [...]

 

2 Perché il nuovo governo di Damasco li attacca?

siria fosse comuni con i cadaveri degli alawiti massacrati dai ribelli di al jolani 1

Il nuovo presidente Ahmed al Sharaa dirige una coalizione instabile di milizie e gruppi armati sunniti forgiati da 14 anni di guerra civile scoppiata al tempo della «primavera araba» del 2011. La caduta della dittatura di Bashar Assad lo scorso dicembre era stata preceduta da terrificanti repressioni e violenze che hanno forgiato le strategie e gli atteggiamenti delle forze che adesso dominano sulla Siria.

 

Da circa 7 mesi Al Sharaa cerca di unificare il Paese, imporre il monopolio della forza e smantellare ogni fazione armata: specie gli alawiti (gli sciiti che sostenevano il vecchio regime), i drusi e curdi nel Nord.

 

[...] Oltre 100 drusi hanno già perso la vita nella regione di Damasco. C’è da aggiungere che lo stesso Al Sharaa è nato politicamente dai ranghi Isis in Iraq e sino a pochi anni fa era strettamente legato alle milizie jihadiste più estremiste a Idlib, nel Nord della Siria. E tra queste l’odio politico e persino teologico-religioso verso i drusi resta radicato.

 

SCONTRI TRA DRUSI E BEDUINI NELLA REGIONE DI SUWAYDA IN SIRIA.

Lo stesso esercito di Assad aveva al suo interno corpi scelti drusi ben contenti di combattere contro i sunniti estremisti. Ma va notato che la recente scelta israeliana di sostenere i drusi getta benzina sul fuoco dello scontro interno alla Siria.

 

3 Che ruolo gioca Israele?

Il governo di Benjamin Netanyahu presenta adesso la sua politica come una sorta di generoso intervento a favore di una minoranza perseguitata. Aiutano in questo senso le fazioni tra i drusi israeliani (circa 143.000 persone, il 3 per cento della popolazione dello Stato ebraico), specie quelli residenti sul Golan (meno di 25.000), che si offrono volontarie e addirittura attraversano il confine per aiutare i «fratelli» in pericolo. [...]

 

4 Che cosa vuole Netanyahu 

DRUSI ISRAELE

Come ha scritto su Haaretz l’esperto Zvi Bar’el, Israele cerca di «normalizzare» i rapporti con Damasco ma allo stesso tempo teme il caos incontrollato che domina nel Paese. Dal massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023, il governo Netanyahu ha tolto i guantoni e attacca senza farsi troppi scrupoli, anche in modo preventivo.

 

La caduta del regime filo Iran di Assad, che era stata preceduta dalla sconfitta di Hezbollah in Libano, ha visto l’aviazione israeliana affondare la flotta siriana, bombardare le basi militari e i suoi arsenali anche di armi non convenzionali.

 

Lo Stato Ebraico ha inoltre ordinato alle sue truppe di prendere tutto il Monte Hermon e allargare l’occupazione delle alture del Golan ben oltre i confini delle guerre del 1967 e 1973. «In Siria, Israele negli ultimi mesi ha più volte violato le convenzioni internazionali», nota ancora Bar’el.

 

Abu Mohammad al Jolani

In questo quadro di aggressione preventiva per garantirsi il controllo di regioni che sino a 8 mesi fa erano potenziali trampolini di lancio delle forze pro Teheran (sebbene il Golan sia da decenni uno dei confini più quieti), Israele è anche entrato in contatto con i drusi che vivono nei 120 villaggi della Siria meridionale a ridosso del Golan proponendosi come loro alleato. E ciò nonostante da tempo lo stesso Al Sharaa offrisse un serio accordo di cessate il fuoco a Netanyahu ma chiedesse anche la fine delle interferenze nel suo Paese.

 

5 Quali vie d’uscita?

AL JOLANI - ERDOGAN

Stati Uniti e Turchia cercano di mediare. Il presidente Trump due mesi fa ha dato un’inaspettata apertura di credito ad Al Sharaa, incontrandolo di persona in Arabia Saudita, cancellando le sanzioni contro la Siria e invitando Netanyahu a stringere con lui un trattato di pace. Lo stesso fa il presidente turco Erdogan, fedele alleato di Al Sharaa.

 

Ma proprio quest’ultimo elemento preoccupa Israele, che adesso teme il peso accresciuto dalla Turchia in tutta la regione e lavora anche con i curdi per indebolire sia Damasco che Ankara.

siria fosse comuni con i cadaveri degli alawiti massacrati dai ribelli di al jolani 4DRUSI ISRAELE DRUSI ISRAELE siria fosse comuni con i cadaveri degli alawiti massacrati dai ribelli di al jolani 2