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IL FILOSOFO LEONARDO CAFFO, CONDANNATO IN PRIMO GRADO A MILANO A 4 ANNI DI CARCERE PER MALTRATTAMENTI AGGRAVATI E LESIONI NEI CONFRONTI DELLA EX COMPAGNA, HA VISTO DIMEZZATA LA PENA DOPO CHE LA CORTE DI APPELLO DI MILANO HA ACCOLTO LA PROPOSTA DI CONCORDATO - I GIUDICI HANNO SUBORDINATO LA SENTENZA A UN PERCORSO DI RECUPERO PER UOMINI MALTRATTANTI DA COMPIERE ENTRO 6 MESI...

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(ANSA) - La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato avanzata dalla difesa di Leonardo Caffo, imputato per maltrattamenti aggravati e lesioni nei confronti della ex compagna, e ha dimezzato la pena inflitta in primo grado che è quindi passata da 4 anni a 2 anni di reclusione.
 

LEONARDO CAFFO

Inoltre è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale e la non menzione. I giudici, che hanno assolto il filosofo, come da lui richiesto, con la formula "perché il fatto non costituisce reato" dall'accusa di lesioni provocate alla giovane donna - le ha rotto un dito di una mano durante un litigio ma a suo dire non intenzionalmente - , hanno subordinato la sentenza a un percorso di recupero per uomini maltrattanti da compiere entro 6 mesi. Per il resto hanno confermato la sentenza di un anno fa senza, però, riconoscere l'aggravante. La giovane ex fidanzata, già risarcita con circa 45 mila euro, ha revocato la costituzione di parte civile.

 

LEONARDO CAFFO

 

(ANSA) - Il filosofo Leonardo Caffo, condannato in primo grado a Milano a 4 anni di carcere per maltrattamenti aggravati e lesioni nei confronti della ex compagna, ha chiesto ai giudici il concordato in appello condizionato a un percorso psico-educativo in un centro specializzato per uomini autori di violenze, in modo da dimezzare la pena inflitta un anno fa.

   

 A proporlo è stato stamane in aula il suo difensore, Fabio Schembri. L'accordo, che ha avuto il consenso del sostituto pg Franca Macchia e che comporta la revoca di parte civile della ex, prevede la rinuncia dei motivi di appello e il riconoscimento delle circostanti generiche sull'aggravante contestata, la pena sospesa e la non menzione.

 

In più è stata chiesta l'assoluzione con la formula "perché il fatto non costituisce reato" per le lesioni causate alla giovane donna in quanto non ci sarebbe stata alcuna intenzione di causare la frattura riportata a una mano dalla ex durante una lite. "Il mio assistito - ha affermato Schembri - riconosce di aver tenuto un comportamento inadeguato nell'ambito di un rapporto affettivo e si adeguerà a qualsivoglia decisione del giudice". La sentenza è attesa alle 13.30.

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