RIUSCIRÀ MATTEO SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE…
Guido Olimpio per corriere.it
Disastro nei cieli di Grecia. Un cargo della compagnia ucraina Meridian Air è precipitato nel nord del paese. Otto le vittime. Un episodio dalle cause imprecisate e con tanti interrogativi sul carico, probabilmente anche esplosivi. Il quadrimotore Antonov 12 era decollato da Nis (Serbia) ed era diretto – secondo il piano di volo ufficiale – a Dacca, Bangladesh, con scalo intermedio ad Amman, in Giordania. Quando il velivolo ha raggiunto la parte settentrionale dell’Egeo – quasi all’altezza del celebre Monte Athos - il pilota ha segnalato un’emergenza, chiedendo di poter atterrare nello scalo più vicino. I controllori gli hanno indicato due possibilità: Salonicco o Kavala.
Il comandante, dopo aver compiuto un’ampia virata, ha scelto il secondo scalo, ma non è riuscito a raggiungerlo. Un video registrato da alcuni abitanti mostra l’aereo in fiamme perdere quota rapidamente per poi schiantarsi al suolo. Pochi secondi dopo un’enorme vampata ha rischiarato la notte. Le squadre di soccorso hanno raggiunto la zona dell’impatto, a circa 40 chilometri dalla pista, nella municipalità di Paggaio. Tuttavia il loro intervento è stato ostacolato da un fumo intenso che ha creato problemi di respirazione a diversi pompieri. I “vigili” hanno allora deciso di ripiegare ed hanno usato i respiratori, quindi hanno “lanciato” dei droni per sorvegliare da distanza il rogo. I particolari, insieme a indiscrezioni, hanno alimentato l’ipotesi che l’AN 12 stesse trasportando sostanze pericolose. Poi, domenica mattina, un portavoce del ministero della Difesa serbo ha precisato che nella stiva c’erano 11 tonnellate di materiale bellico destinato al Bangladesh.
L’inchiesta ripartirà in queste ore, per far luce su cause e circostanze. Intanto, però, possiamo segnalare alcuni punti. Primo. Le compagnie ucraine sono da sempre attive nel settore cargo, facile seguire anche sul web le rotte seguite dagli Antonov noleggiati da governi, istituzioni internazionali (Nato, ONU), società private. Attività perfettamente lecite. Dopo l’invasione i mezzi sono stati rischierati in altri paesi. Secondo. L’Est Europa è uno dei grandi mercati di armamenti, i fornitori vendono ovunque e c’è grande richiesta. Terzo. Naturalmente ci sono state speculazioni (inevitabili) su possibili legami con il conflitto in Ucraina anche se stando alle prime informazioni andava dalla parte opposta e da Belgrado hanno sostenuto che la spedizione riguardava lo stato asiatico.
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