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LA DISCRIMINAZIONE INVERSA DEL PORNO: CI SONO AGENZIE CHE FANNO LAVORARE SOLO LE ATTRICI NERE! – E’ IL CASO DI “SOULEY GAZING”, FONDATA DA UNA NERA, KIANA ROBINSON, È GESTITA SOLO DA DONNE – L’IDEA DI BASE E’ CHE L’ALGORITMO DEI SITI HARD “DISCRIMINI” LE CREATOR DI COLORE – BARBARA COSTA: “NON SI CAPISCE DOVE STIA, NEI FATTI, TUTTA ′STA DISCRIMINAZIONE. È VERO CHE COL ‘BLACK LIVES MATTER’ ANCHE L’INDUSTRIA DEL PORNO HA MANIFESTATO UNA FORMA EVIDENTE DI DISPARITÀ DI GUADAGNO TRA PERFORMER NERI, E BIANCHI. MA CHI LA PRATICAVA È STATO COSTRETTO A FARE MEA CULPA. E I PORNO A GENERE RACIAL, COI PLOT A PORNARE STEREOTIPI RAZZISTI, SONO ORA INFIMA SOTTOCATEGORIA DI STUDIOS INFIMI”
Barbara Costa per Dagospia
Sei una porno creator? Hai bisogno di servizi di branding, di social media strategy, di marketing, per le tue imprese sconce? È nata una nuova agenzia, per te, si chiama "Souley Gazing", sì, però, al suo interno sono severamente selettivi: io non so come chiedertelo, non ti offendere, ti prego, ma… di che colore è la tua pelle? Bianca? No, non vai bene, vattene via, che qua ti accettano solo se sei nera!
O al massimo… latina. Perché la Souley Gazing è una società di servizi social a "discriminazione inversa": fondata da una nera, Kiana Robinson, è gestita solo da donne, e solo da donne nere, e prende solo creator nere. E il movente di questa decisione è tutta colpa… dell’algoritmo. Sissignori. Secondo le convinzioni di Kiana Robinson, l’algoritmo è razzista, è schiavo di pregiudizi, a scapito delle creator nere. Ma come, l’algoritmo… è razzista?????
Secondo questa signora sì, e discrimina le donne che fanno il porno e non sono… bianche! Lasciatemi dissociare da quanto sostiene Mrs. Robinson, specie perché, fossi inchiodata a uno schema, in quale rientrerei, essendo io una bianca femmina che predilige, e si vede, performer neri??? Io faccio molta fatica a comprendere le… come chiamarle, "motivazioni" d’un algoritmo indotto a razzismo.
E dai, è un fatto: le ricerche porno sul web sono mosse dal nostro cervello pronto a esplorarsi il porno in qualsiasi varietà e colore che più lo fa guizzare. Un algoritmo può sì viziare le nostre personalissime navigazioni zozze, ma al cuore di ciò che si cerca ci sta sempre la singola persona, col singolo sesso, il singolo desiderio che lo porta a preferire i video e i/le performer che maggiori lo soddisfano. La voglia, porno, è solo nostra. Può mutare, sollecitata, dagli stimoli esterni, ma è nostro l’arbitrio che ci porta al porno che più ci piace.
Né possiamo dire che il porno sia razzisticamente ghetto per i neri come è stato sì in passato. Oggi soldi e potere nel porno ce li hanno bianchi e neri, e tanto i neri, al pari dell’industria USA musicale. Le performer più premiate e seguite sono nere, e no. Davvero non si capisce dove stia, nei fatti, tutta ′sta discriminazione. È vero che col Black Lives Matter anche l’industria del porno ha manifestato il sacrosanto, ovvero una forma evidente di disparità di guadagno tra performer neri, e bianchi.
Ma chi la praticava è stato sconfitto, costretto a coprirsi in pubblico il capo di cenere, e a fare mea culpa. E i porno a genere racial, coi plot a pornare stereotipi razzisti, son ora infima sottocategoria di studios infimi. E su OnlyFans e simili non mi pare che chi, non rosa, viva discrimine. O no? L’importante per la nera porno attrice Baby Gemini è che suo marito non guardi ciò che lei, sui set, fa, coi colleghi neri, e no, e che il marito continui a sc*parla “mille volte meglio di come mi sc*pano per professione”.
Una delle attrici porno con recenti più riconoscimenti in bacheca è Kira Noir, una che il nero ce lo ha nella pelle e nel cognome, ma che non potrebbe entrare nell’agenzia di sole nere sopracitata. La ragione? Kira Noir non è afro, lei è un misto di caraibico, cinese, di indios, e una punta di afro. Sicché, per i canoni "di razza" prima esposti, Kira Noir è… sbagliata. All’opposto, c’è chi le rinfaccia di esser testimonial sbagliata di sex toys color rosa, cioè per bianchi.
Un porno attore sì afro e che è stato in prima fila a strillare il suo orgoglio afro nel Black Lives Matter è Ricky Johnson, un medico a pochi passi dalla laurea scopertosi votato al porno. Ricky adesso è un boss che col suo sito "Ricky’s Room" fa quattrini come e più dei boss bianchi con un crudo porno sofisticato e girato in mix di fattori epidermici.
Ricky da poco ha posto sotto contratto Willow Ryder, porno attrice non bianca. L’ha scelta per… "fratellanza", o perché Willow con il suo prominente booty (regalo afro?) conquista elevati tap pornomani? Ma poi. Scegliere performer in base al loro colore di pelle non è sicuro discrimine verso qualità e bravura di chi lo sa fare, questo lavoro? Come in ogni altro lavoro, dopotutto.
Sarò cinica, però non credo in errore: rimango fedele a quanto mi insegna Lexington Steele, attore porno veterano, nero, nerissimo, proprio come più garba a me, e da un po’ di tempo emerso boss del porno di valore: “L’unico colore che conta, nel porno, qui in USA, è il verde. È quello dei dollari!!!”. Bravissimo Lex. Mi inchino e ti applaudo. E fuori dagli USA, no?
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