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Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo oggi? Dovessi scegliere un film stasera aspetterei fino alle 23 per vedere su Cielo “I peccati di Madame Bovary” di Hans Schott-Schöbinger con Edwige Fenech come Emma Bovary. Non solo fu il suo primo vero e proprio lancio in Italia, ma incassò in poche settimane più di 500 milioni.
Luciano Martino, co-produttore del film, che incontra qui per la prima volta la sua musa, chiese una serie di scene a parte con lei per la versione italiana girate dal fratello Sergio Martino. “La versione del film era, a detta di tutti, molto piatta. Allora io girai, nessuno lo sa, alcune sequenze per renderlo più variato… nella versione italiana ci furono dei miei interventi, non so, una voice over che raccontava e altre cose, per rendere più credibile e più chiara quella storia” .
Il regista, nascosto sotto il nome di John Scott è lo stesso del sequestratissimo Andrée – L’esasperazione del desiderio nell’amore femminile che lanciò al tempo Dagmar Lassander. Uscito nel 1969, stroncato dalla critica, già nel 1972 Edwige si mostrava un po’ critica rispetto all’operazione: “Il copione di Madame Bovary era bellissimo quando lo lessi.
Poi ci misero le mani in troppi. E quanto ai nudi, veramente non me ne accorsi perché allora l’italiano lo capivo poco” (“Tempo”, 19 marzo 1972). Poi rivelò: “Andai a vedermi Bovary recalcitrando e vergognandomi moltissimo. Quando è arrivata la scena allo specchio, dove io apro la camicia da notte e mostro il petto nudo, ho sentito davanti a me un signore esclamare: ‘’Mazza quanto è bona!’. Era accanto alla moglie. Lei gli ha dato uno schiaffo e se ne è andata via. Mi sono vergognata moltissimo”. E, ancora: “Tutti quegli spogliarelli incredibili io non me li aspettavo, le giuro, io non li volevo e ho litigato a sangue col produttore, con mezzo mondo, ma quelli, inflessibili: ‘Tu hai firmato, tu ti denudi’.
E alla fine che fai? Cedi. (..) Comunque Madame Bovary mi ha portato molto, le assicuro, come nome e come soldi” (“L’Europeo”, 1970). Le versione francese mostrano più nudi di quelle italiane e tedesche. Cioè, le stesse scene sono girate con le stesse attrici, ma senza mutande. Se non volete buttarvi nella Bovary di Edwige, c’è sempre un bel doppio programma su Cine 34. Prima, alle 21, 10 “Occhio alla Perestrojka” di Castellano e Pipolo con Enzo Greggio e Jerry Calà e poi il capolavoro trash diretto dallo stesso Jerry Calà, ma prodotto e ideato da Galliano Juso “Chichen Park”, sorta di parodia caciarona di “Jurassic Park” con poli giganti al posto dei dinosauri, Demetra Hampton e Rossy De Palma.
Il primo è un curioso film vacanziero dove Calà, Greggio e Laganà, tre dipendenti di una ditta di Crema il cu proprietario è il Dogui (taac!), sono abituati a andare all’Est per rimorchiare fingendosi cossuttiani al grido di Viva Stalin, elargendo promesse da marinai alle ragazze prima di tornare a casa. Con l’arrivo della Perestrojka, ahimé, le tre ragazze illuse, Marina Kalinina, Jeannette Vredeveld e Kim Yeanett, possono finalmente andare a trovare i loro uomini italiani con tanto di figlioletti della colpa. Gran casino perché i tre sono, ovviamente, già sposati in quel di Crema.
Di “Chicken Park”, che vide in una folle proiezione al Marchais di Cannes, ricordo i deliranti esterni tra Santo Domingo e Villa Borghese e gli effetti speciali dei polli giganti. Oggi cultissimo. Per il resto mi interessa molto su RSI alle 21 “Trafficanti” di Todd Phillips, il regista di “Joker”, storia di balordi che entrano in affari pericolosi, con Jonah Hill, Miles Teller, Bradley Cooper e la bellissima Ana de Arnas, un film che non si sapeva come prendere, né serio né commedia.
C’è pure il fantascientifico allegorico complesso e non sempre funzionante “In Time” di Andrew Niccol con Justin Timberlake, Amanda Seyfried, Cillian Murphy e Olivia Wilde, Canale 20 alle 21, 05, e “L’incredibile vita di Norman” dell’israeliano Joseph Cedar con Richard Gere nei panni di una specie di personaggino ebreo-newyorkese che tesse una incredibile rete di rapporti sociali non si capisce bene a che fine, Rai 3 alle 21, 25 e la commedia napoletanana supertrash “Finalmente sposi” diretta da Lello Arena con la coppia comica di “Made in Sud” gli Atrteteca, cioè Enzo Iuppariello e Monica Lima. Rispetto al primo film, diretto da Sergio Colabana, è meno fresco, ma Lello Arena cerca di riportare la coppia a una comicità meno sguaiata.
In seconda serata ci sarebbe pre una bella rarità su Rai 4 alle 23, 35, “Vita da vampiro” di e con Taira Waititi e Jemaine Clement, follia comico-vampiresca neozelandese del regista di “Jojo Rabbit” prima di diventare famoso. Tra le rarità della nottata vedo che che passa il raro “Protagonists” di Luca Guadagnino con Tilda Swinton, Fabrizia Sacchi, Laura Betti e una giovanissima Michelle Hunziker su La7 alle 00, 40.
Ricordo modesta, invece, malgrado le buone premesse, la commedia gialla cinefila “Delitti e profumi” diretta da Vittorio De Sisti, rara sceneggiatura firmata assieme a Franco Ferrini e a Francesco Massaro anche dal critico genovese Oreste De Fornari, con Jerry Calà come addetto alla vigilanza di un grande magazzino, Umberto Smaila come commissario Turroni, Mara Venier come suora, Eva Grimaldi come mignotta, Lucrezia Lante della Rovere come morta, Cine 34 alle 00, 55.
Strepitoso, invece, lo scatenatissimo film sul sesso a New York “Short Bus” del John Cameron Mitchell già regista del musical trans “Hedwig”, Cielo tv alle 1, 55. Imperdibile se non sono stati fatti tagli sulle scene di sesso. Poi arrivano rarità come “Serenata per sedici bionde” di Marino Girolami con Claudio Villa, Billi e Riva, Rete 4 alle 2, 10, o “Diabolicamente tua”, tardo giallo erotico di Julien Duvivier con Alain Delon e Senta Berger quando erano bellissimi. Magari è rimasta qualche scena hot dei due. Fu l’ultimo film di Duvivier. E qui chiudo.
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