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Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”
«Joaquin Guzman merita il carcere. È responsabile di migliaia di morti e di sofferenze indicibili. Ma la sua cattura non fermerà quella vasta rete di produttori, trafficanti, consumatori, poliziotti, giudici ed economisti che beneficiano dei soldi della droga. Il suo arresto creerà un vuoto, che verrà presto riempito dal nuovo Guzman». Lo scrittore americano Don Winslow conosce bene le dinamiche del narcotraffico e ha pochi dubbi su quel che accadrà adesso: «Altri spargimenti di sangue».
La cattura di Guzman è stata frutto di un accordo?
i marines uccidono gli uomini di el chapo
«Qualche accordo deve esserci stato ma non sapremo la verità per mesi, se non per anni. I capi del crimine organizzato sopravvivono finché permettono ad altri di far soldi. E' evidente che la forte pressione esercitata sul governo messicano per arrivare alla sua cattura ha interferito con gli affari del Cartello di Sinaloa, spingendo alcuni alleati chiave di Guzman a domandarsi se la sua libertà valesse tanto disturbo. Penso che abbia perso il potere e l' influenza che gli garantivano la protezione».
Perché era così importante catturarlo vivo?
«In effetti Guzman e il suo braccio destro sono stati gli unici usciti illesi dallo scontro a fuoco. Ai marines che hanno condotto il blitz era stato ordinato di non colpirli? Significa che Guzman ha ancora sufficiente potere per suscitare paura o vendetta?».
gli uomini di el chapo dopo intervista con penn
Ora emergerà un nuovo re della droga, come Zambada?
«Zambada era socio di Guzman da prima della sua fuga nel 2001. Probabilmente fu lui a pagare le mazzette per farlo evadere. Hanno fatto un sacco di soldi insieme. Tuttavia il figlio di Zambada fu arrestato in Usa con un carico di cocaina che avrebbe potuto costargli il carcere per 15-30 anni. Si dichiarò colpevole, ma non si presentò in aula. E poco dopo, Guzman venne catturato. Le alleanze nel mondo del narcotraffico messicano sono fluide, vedremo. Oggi Zambada è la figura, in libertà, più importante del Cartello di Sinaloa.
Ma il Cartello manterrà il suo predominio? Lo scenario più probabile è una frattura in vari cartelli più piccoli ed ambiziosi, il che porterà inevitabilmente al caos e allo spargimento di sangue».
Guzman finirà in un carcere di massima sicurezza Usa?
«Non credo. Ha pagato mazzette per milioni di dollari per decenni. Sa dove sono sepolti i cadaveri, può fare nomi che metterebbero in imbarazzo tutta Città del Messico».
Si è ispirato a lui per il personaggio di Adán Barrera, il «più famoso re del narcotraffico al mondo», protagonista del suo ultimo romanzo «Il cartello»?
«Sì e no. Adán Barrera era già presente nel libro precedente, "Il potere del cane", che riguardava un' epoca precedente al dominio di Guzman. In "Il Cartello" volevo però raccontare l'era dal 2001 al presente. E per farlo, ho dovuto seguire le azioni del Cartello di Sinaloa. Alla fin fine, comunque, è solo un romanzo».
Cosa pensa del coinvolgimento di Sean Penn?
«La cosa più interessante è che dovremmo credere che un attore, anche se di gran talento, abbia potuto trovare Guzman mentre il governo messicano non ci riusciva. D' altra parte, è sempre esistita una mutua seduzione fra i gangster e attori, registi e scrittori».
Che cosa ne sarà della guerra Usa alla droga?
«Ciò che serve è un cambiamento radicale a livello di base, e cioè la legalizzazione di tutte le droghe. Il fatto che non si facciano più fumigazioni nei campi in Colombia è una bella cosa. Ma è irrilevante rispetto all'"effetto ballon": la pressione in un punto sposta l' aria altrove. Nel caso della cocaina, sarà in Bolivia. Non ci saranno grandi cambiamenti finché i Paesi consumatori - principalmente Usa e Europa - continueranno a spendere miliardi di dollari ed euro in droga e allo stesso tempo ne spenderanno altrettanti per vietarla».
uomini di el chapo uccisi dai marnes
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