DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Marco Nese per il “Corriere della Sera”
Ancora qualche anno e nelle Forze armate una donna vestirà la divisa di generale. Magari, perché no?, potrà aspirare anche all’incarico di Capo di Stato maggiore.
Per la verità nel 2013 una donna, Laura De Benedetti, aveva già indossato l’uniforme di generale dei carabinieri, ma il suo è un caso particolare, veniva dai ranghi della polizia e le è stata mantenuta la carriera, ora è in pensione.
Seguendo il percorso regolare, la prima a raggiungere il traguardo dovrebbe essere proprio una carabiniera. Nell’Arma ce ne sono tre che portano il grado di maggiore. «Siamo entrate in Accademia — racconta il maggiore Anna Patrono — col primo corso aperto alle ragazze».
Quel corso, inaugurato il 16 ottobre 2000, quand’era ministro della Difesa l’attuale capo dello Stato Mattarella, accolse 27 allieve. Mentre le tre che scelsero di entrare nell’Arma sfoggiano già i gradi di maggiore, le colleghe dell’Esercito hanno una carriera un po’ più lenta, sono ferme a capitano e devono aspettare ancora un anno per lo scatto successivo.
«Ma siamo giovani — sorride il capitano Anna Polico, 36 anni, nata a Salerno — abbiamo tutto il tempo per scalare i vertici. Niente ci è precluso nelle Forze armate. Per questo credo che viviamo in un’isola felice. Siamo determinate e nessuno ci ferma».
No, non la fermano. Il capitano Polico è una forza della natura. Quand’era tenente del Savoia cavalleria a Grosseto si trovò davanti a 26 uomini, il plotone che doveva comandare, «tutti machi, muscolosi». Non si fece intimorire, guadagnò il loro rispetto e li guidò in Iraq. «Ancora oggi mi scrivono e mi chiamano comandante».
Alla partenza per una missione in Libano, il capitano Anna Polico ricorda che «erano venute a salutare i loro uomini le mogli e le fidanzate, qualcuna coi bambini in braccio, quelle donne mi guardavano tutte con l’aria di chi dice: ti stiamo affidando i nostri uomini, riportaceli sani e salvi». Lei gli uomini li ammira, si definisce «maschilista» perché ritiene che i maschi sono molto più bravi delle donne a vivere in gruppo, «a fare branco». Li ammira, ma non ci pensa neanche a sposarne uno. «Sono felicemente single».
Invece Carla Angelucci, capitano dell’Aeronautica, 32 anni, gli uomini li addestra a pilotare elicotteri. Come istruttore di volo, le capita di insegnare il mestiere a persone più anziane e anche di grado superiore. «Una volta mi sono trovata a dare lezione a un generale. Una bella soddisfazione. Ma mentre eravamo lì, in elicottero, e io spiegavo i comandi e tutto il resto, non c’era differenza fra me e lui, solo rispetto reciproco, perché ciò che dominava era il volo, la tecnica per tenere in aria quel mezzo meccanico».
Un bel volo l’ha fatto Anna Patrono, maggiore dei carabinieri, è caduta da cavallo, la sua passione, e si è rotta il malleolo. Tuttavia nel Reggimento a cavallo dell’Arma ha trovato marito. Un appuntato dei carabinieri. «Vero è che io sono ufficiale — sorride lei — ma oltre a mio marito ho due bambini di 7 e 3 anni e con tre uomini in casa non mi permetto di alzare la voce». Curiosa la specializzazione del maggiore Patrono, fa la gender advisor . In pratica addestra i militari a tenere il giusto comportamento con tutti; donne, uomini, gay e gente incontrata nelle missioni estere.
Anche Alessandra Melchiorre, tenente di vascello (equivale a capitano), vanta una singolare competenza, è esperta antisommergibile, studia la propagazione del suono in acqua .
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