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MAMMA, CHI E’ MIO PADRE? DOPO 48 GIORNI IN ISOLAMENTO, BOSSETTI OGGI POTREBBE INCONTRARE LA MADRE E IL PADRE ANAGRAFICO E CHIEDERE COME STANNO DAVVERO LE COSE SULL’INTRECCIO CON GUERINONI

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giuseppe guerinoni e massimo giuseppe bossettigiuseppe guerinoni e massimo giuseppe bossetti

Giuliana Ubbiali per “Corriere.it”

 

Quarantotto giorni. Dal primo, dietro le sbarre, quelle domande finite nel verbale dell’interrogatorio del gip devono essere passate continuamente nella mente di Massimo Giuseppe Bossetti: «Vorrei chiederglielo. Ma mamma, sei sicura? È vero quello che scrivono, che sono figlio di Guerinoni?».

 

giovanni bossetti marito di ester arzuffi madre del presunto killer di yara gambirasiogiovanni bossetti marito di ester arzuffi madre del presunto killer di yara gambirasio

Quarantottesimo giorno: il carpentiere di Mapello accusato di avere ucciso Yara Gambirasio oggi potrebbe avere la possibilità di guardare negli occhi la mamma Ester Arzuffi e porle tutte le domande che vuole. Il condizionale è d’obbligo. Che la visita fosse prevista per stamattina era nell’aria già dalla scorsa settimana, ma Ester può sempre cambiare idea. Ha il permesso del pm di andare a trovare il figlio quando vuole, nei tre giorni settimanali di colloquio.

 

È in programma anche l’incontro con Giovanni Bossetti, l’uomo che ha cresciuto Massimo Giuseppe ma secondo il test del dna non è suo padre naturale. È gravemente malato. «Come sta mio papà? Ma riuscirò a rivederlo?», le domande che l’indagato ha continuato a ripetere ai suoi avvocati. Potrebbe esserci anche la sorella gemella Laura Letizia, che non crede che suo fratello, «il mio sangue», sia un assassino.

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Pensieri, decisioni e ripensamenti della famiglia restano comunque nel riserbo della casa di Terno d’Isola. Dietro la porta c’è un uomo che il 16 giugno si è visto sconvolgere la vita: suo figlio è finito in carcere con la pesante accusa di aver ucciso la bambina, «la» perché in tre anni e mezzo di angoscia collettiva Yara è diventata la figlia di tutti, e ha scoperto che il padre naturale del suo Massimo è Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 che per qualche anno era stato suo vicino di casa. Un quesito tra i mille, se l’indagato fosse colpevole: quando era uscita la notizia del figlio illegittimo di Guerinoni non ha sospettato che si parlasse di lui? Un’ipotesi: potrebbe aver pensato che gli inquirenti fossero fuori strada.

 

 bossetti arrestato per l omicidio di yara gambirasio bossetti arrestato per l omicidio di yara gambirasio

Dietro quella stessa porta c’è una donna, la Ester dai capelli neri e dagli occhi blu che sfida la genetica e sostiene che Massimo sia figlio di suo marito. «La scienza ha sbagliato, non è figlio di Guerinoni. Lo conoscevo, quando abitavamo a Ponte Selva qualche volta mi dava un passaggio al lavoro, ma con lui non sono mai stata», ha detto in un’intervista al Corriere della Sera. Da allora non ha mai cambiato versione.

 

Dice che suo figlio sia innocente. E se anche lui confessasse «non gli crederei. Dovrei guardarlo in faccia e capirei. Ma non accadrà perché non è stato lui». Oggi, forse, i loro occhi si incroceranno per la prima volta dopo il fermo. E se ci fosse anche papà Bossetti sarebbe un incontro dall’impatto emotivo ancora più forte.

la casa di massimo giuseppe bossettila casa di massimo giuseppe bossetti

 

Il fronte delle indagini sembra invece più quieto, anche se polizia e carabinieri da un lato, e difesa dall’altro, non hanno mai smesso di lavorare. Gli investigatori stanno mettendo la testa sulle testimonianze, sui tabulati telefonici e sui filmati delle telecamere, per capire dove Bossetti sia stato anche prima e dopo l’omicidio, se ha cambiato abitudini, se nella sua vita «di completa routine» come l’ha descritta lui c’è dell’altro.

 

bossetti arrestato per l omicidio di yara gambirasiobossetti arrestato per l omicidio di yara gambirasio

Qualcosa che può aver taciuto, bugie che in un contesto qualsiasi passano inosservate ma che in un’indagine per omicidio acquistano valore. Che stiano indagando anche sui dettagli lavorativi, personali e familiari lo confermano i reperti sequestrati il 23 luglio, nell’ultimo blitz in casa sua prima di togliere i sigilli: scarponi da lavoro, un giubbotto, ma anche un biglietto di San Valentino che gli aveva scritto la moglie. Vogliono verificare se è davvero quell’uomo dalla vita normale, tutto casa, cantieri, moglie e figli che dice di essere.

 

Intanto gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni studiano le carte (su 40 faldoni hanno solo gli atti allegati al fermo) e preparano la battaglia, che al momento punta a demolire il pilastro del Dna. Quello di Bossetti è stato trovato in minuscole macchie di sangue sui leggings e sugli slip della vittima rimasta per tre mesi in un campo. I legali chiederanno di ripetere l’estrapolazione dal tessuto, sempre che sia rimasto materiale a sufficienza. E salvo che, a indagini chiuse, quindi con le carte sul tavolo, l’una o l’altra parte non tolga un asso dalla manica.

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