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Marco Scafati per “la Repubblica”
Il sole tramonta e sembra che l’aereo brancoli nel buio sopra il deserto del Mojave. Poi, all’improvviso, uno sfavillio: è quell’immenso parco giochi costruito in mezzo al niente che si chiama Las Vegas.
Messo in ginocchio dalla crisi del 2008, perché di soldi per giocare non ce n’erano proprio, e rifiorito non appena l’economia ha ricominciato a macinare, con tassi di crescita demografica da record rispetto al resto degli Usa.
Ma, e qui sta la sorpresa, non grazie ai tanti casinò che affollano la Strip, strada principale che taglia in due la città: i celebri sette chilometri in rettilineo di divertimento e delirio. Il rilancio è venuto semmai da arte, spettacolo e food.
I gruppi finanziari che di fatto possiedono tutti i grandi alberghi della città (19 dei 25 più capienti al mondo come numero di stanze si trovano sulla Strip), hanno portato qui a suon di dollari gli chef più famosi (Gordon Ramsey e Joël Robuchon, ad esempio) e creato un’industria dell’entertainment che attira cantanti e artisti celebri, il cui fiore all’occhiello è il pluridecorato Cirque Du Soleil.
Non c’era, dunque, posto più adatto ad ospitare uno show come il Sema (Specialty Equipment Market Association), acronimo dell’associazione che raccoglie tutti i produttori di equipaggiamenti speciali per l’automotive.
Un evento che va in scena ogni anno al Convention Center, per l’occasione divenuto una distesa di truck, hot rod e mezzi inediti, talmente modificati che da queste parti amano chiamarli “wild”, selvaggi. Oltre 2.400 espositori da 130 paesi. Del resto, quello della personalizzazione è un giro d’affari che vale 70 miliardi di dollari all’anno nel mondo, di cui la metà raccolti proprio in Nordamerica.
Fenomeno che va avanti dagli anni 50-60 e divenuto quasi un caso sociologico: essendo gli Stati Uniti una nazione che ha fatto della libertà la sua bandiera, non si concepisce il perché di mettere limitazioni ad un oggetto personale come l’auto.
L’unica cosa su cui non si transige sono le emissioni, per il resto c’è ampia libertà di mettere mano al portafogli e “sistemarsela” come si vuole. Ne abbiamo meno in Europa, dove le normative sulle omologazioni sono più severe, anche se da noi si spendono qualcosa come 15 miliardi all’anno. E poi ci sono i mercati emergenti: Sudamerica, Cina, Medio Oriente e Australia.
TOYOTA MIRAI RITORNO AL FUTURO 3
Spesso sono gli stessi costruttori a proporre il tuning sui propri modelli. Così fa Mopar che supporta tutti i brand del gruppo FCA con la fornitura di ricambi e parti speciali, e al Sema si è presentata con diversi “allestimenti” tra cui spiccano le 500X Chicane e Mobe, la Dodge Challenger GT AWD Concept, la Chrysler 300 Super S, il Dodge Ram Rebel X e la Jeep Wrangler Red Rock, costruita in soli 50 esemplari.
Tra l’altro, il premio Hottest 4x4 è andato proprio alla Wrangler, mentre la palma di Hottest Car se l’è aggiudicata la Ford Mustang, presentata anche nella portentosa versione dragster Cobra Jet.
Presenti tra le altre anche anche la Mazda, con le concept MX-5 Spyder e MX-5 Speedster , la Bmw con le M2 e M4 coupé e la Kia, che ha mostrato un prototipo a metà strada tra berlina e dune buggy con assetto rialzato e rollbar.
TOYOTA MIRAI RITORNO AL FUTURO 2
E tra i tanti appassionati, ci sono pure le celebrità. Come il cantante Kid Rock, che per l’occasione ha allestito personalmente una Chevrolet Silverado, ispirandosi alla sua canzone Born Free, ma anche alla visita fatta a Flint, lo stabilimento dove viene prodotto il maxi pick up della GM: cromature a profusione nonché Stelle e Strisce argentate sulle fiancate, perché col patriottismo in America si va sempre sul sicuro.
Così come col cinema: per festeggiare il trentennale del film Ritorno al Futuro, Toyota (in collaborazione con la MV Designz) ha tirato fuori dal cilindro una Mirai a idrogeno celebrativa della famosa pellicola, con ali di gabbiano che ricordano tanto la macchina del tempo di Doc Brown. Quella originale era una DeLorean, ma in uno show come questo vale tutto.
SEMA LAS VEGAS 9
TOYOTA MIRAI RITORNO AL FUTURO
TOYOTA MIRAI RITORNO AL FUTURO 1
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