filippo piritore bruno contrada

CHI È FILIPPO PIRITORE, L’EX POLIZIOTTO ACCUSATO DI AVER DEPISTATO LE INDAGINI SULL’OMICIDIO DI PIERSANTI MATTARELLA NEL 1980 – QUELL'ANNO ERA ALLA SQUADRA MOBILE DI PALERMO E A DICEMBRE FU PROMOSSO PER “MERITI STRAORDINARI” – DA ALLORA È STATO UN SUSSEGUIRSI DI INCARICHI IN ITALIA: PRIMA LA QUESTURA DI ROMA, POI QUESTORE E INFINE PREFETTO – LA PROCURA DI PALERMO INDAGA SUI SUOI RAPPORTI CON BRUNO CONTRADA, IL SUPERPOLIZIOTTO ARRESTATO PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA, QUANDO ERA ORMAI DIVENTATO IL NUMERO TRE DEI SERVIZI SEGRETI. PER I PM TRA DI LORO C’ERA “UN LEGAME CHE VA OLTRE IL PROFESSIONALE…”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Estratto dell’articolo di Salvo Palazzolo per “la Repubblica”

 

Filippo Piritore

«Qualche cosa fanno», ripeteva con tono preoccupato l'ex prefetto Filippo Piritore qualche giorno dopo essere stato citato come testimone dalla procura di Palermo sul guanto del killer che non si trova. Era il 22 settembre dell'anno scorso. «Tutto quello che mangio mi fa acidità per ora — diceva ancora e non sospettava di essere intercettato dalla Dia — è lo stress... tu non sai quello che...». La moglie, Valentina Catese, lo rassicurava: «E va beh fai male... sbagli... tanto non serve a un cazzo quindi... peggio per te... tutto sto stress ridicolo».

 

Ma l'ex prefetto era davvero preoccupato per le nuove indagini della procura di Palermo sul delitto di Piersanti Mattarella: «Rompere i coglioni dopo quarantacinque anni — sussurrava — qualche cosa la fanno». La moglie insisteva nel rassicurarlo: «Ma che fanno... Non fanno un cazzo — sbottava — dopo quarant'anni che cazzo devono fare... sei tu che sei tipo uccello del malaugurio».

il guanto ritrovato nella macchina di piersanti mattarella

 

Filippo Piritore, siciliano di Agrigento, aveva 30 anni in quel drammatico 1980, era solo un funzionario addetto alla squadra mobile di Palermo. E tanta strada ha fatto da allora: nel dicembre di quell'anno fu anche promosso per «meriti straordinari». Da allora è stato un susseguirsi di incarichi in giro per l'Italia: fra il 1985 e il 2000 venne assegnato alla questura di Roma, per dirigere i commissariati Esposizione, Prati e Trevi.

 

Nel 2001 fu nominato dirigente superiore, e sempre in quell'anno da questore venne assegnato a Macerata. Poi a Caltanissetta e quindi a L'Aquila, anche nel 2009 l'anno del terremoto, per poi andare a ricoprire l'incarico a Genova nel gennaio 2010. Nel 2011, la nomina a prefetto di Isernia. Ma è in quel 1980 che la procura di Palermo ha continuato a cercare, ritenendo che dietro l'ex funzionario della Mobile ci fosse Bruno Contrada, il superpoliziotto di Palermo al centro di tanti misteri, nel 1992 arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa, quando era ormai diventato il numero tre dei servizi segreti.

 

Filippo Piritore

«Piritore e Contrada già allora avevano un legame che ben travalicava il rapporto professionale», hanno scritto i magistrati. Nell'agenda di Contrada del 1980 è stata trovata anche un'annotazione, il 2 marzo: «Ore 18 dr. Piritore Battesimo».

 

L'anno scorso, Piritore sembrava davvero preoccupato […]

E lui era sempre più preoccupato per le cose che aveva messo a verbale: «È da quando ci hanno convocato a Palermo che sto male», diceva ancora alla moglie, in auto. E lei continuava a rasserenarlo: «E beh, ma qual è il problema? Palermo (la procura — ndr) che cazzo c'entra... È una cosa senza motivo, sei testimone, manco fossi stato indagato».

BRUNO CONTRADA ESCE DAL CARCERE

 

Nelle intercettazioni è rimasta anche un'altra frase inquietante, pronunciata proprio da Piritore dopo un'audizione in procura: «Figura di merda, non ricordavo un cazzo». Poi, però, all'improvviso, non parlava più di vuoti di memoria alla moglie, ma di prove scomparse: «Saranno sparite negli anni '90, perché dico prima, nell'80, potevano servire solo per le impronte digitali, dopo è venuto il Dna, quindi sono sparite da... se sono state occultate... sono state occultate negli anni '90».

 

Filippo Piritore

Parole inquietanti, che fanno scrivere al procuratore Maurizio de Lucia e ai suoi sostituti Antonio Carchietti e Francesca Dessì: «Filippo Piritore, immemore del giuramento di fedeltà prestato nei confronti della Repubblica italiana, dopo aver fattivamente contribuito alla dispersione di un reperto di importanza primaria per le indagini dell'assassinio di Piersanti Mattarella ha — ancora oggi — continuato a perseguire concretamente un progetto illecito di depistaggio, attraverso dichiarazioni nocive per gli accertamenti investigativi».

Oggi, Contrada nega di aver mai saputo di quel guanto. […]

piersanti mattarellapiersanti mattarella omicidio piersanti mattarellala 127 utilizzata per il delitto mattarella e abbandonata poco distante dalla scena del crimine il fotofit del killer di piersanti mattarella realizzato dopo il delittoBRUNO CONTRADAgiuseppe luccheseantonio madonia OMICIDIO DI PIERSANTI MATTARELLApiersanti mattarella