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CHI È L'IMPORTANTE MANAGER PUBBLICO, UOMO DI FIDUCIA DI GIORGIA MELONI, CHE È STATO VITTIMA DI REVENGE PORN DA PARTE DI UN CAMERIERE 20 ANNI PIÙ GIOVANE? - I DUE SI SONO CONOSCIUTI NEL 2013 IN UNA TRATTORIA DI ANZIO: DOPO UNA BREVE FREQUENTAZIONE, IL MANAGER PROMETTE AL RAGAZZO DI "SISTEMARLO" - I DUE SI PERDONO DI VISTA E TORNANO A FREQUENTARSI DOPO 10 ANNI. A QUEL PUNTO IL CAMERIERE REGISTRA UN LORO RAPPORTO SESSUALE. DOPO ALCUNI GIORNI, INSIEME A UN COMPLICE, MOSTRA IL FILMATO AL MANAGER E LO MINACCIA CON UN PISTOLA: "SE NON MI DAI 300 MILA EURO LO PUBBLICO IN RETE" - DOPO LA DENUNCIA, IL "FURBETTO" È STATO CONDANNATO A TRE ANNI...
Estratto dell'articolo di Ettore Saladini per www.repubblica.it
Una relazione che sfocia in una tentata estorsione. Da un lato c’è il manager pubblico, uomo di fiducia di Giorgia Meloni, con un curriculum pieno di ruoli al vertice di grandi aziende. Dall’altro, un cameriere di un noto ristorante di Roma nord, venti anni più giovane.
È lui ad aver girato un filmato erotico di nascosto. Poi il ricatto: se il dirigente non avesse pagato 300mila euro, sarebbe stato diffuso in rete. O almeno è questo che ritiene il tribunale, che ieri ha condannato l’uomo a tre anni di reclusione e 1200 euro di multa.
Una storia nata tra i tavoli di un locale e finita tra i corridoi di piazzale Clodio. È il 2013 quando il manager conosce l’imputato in una trattoria di Anzio. Tra una portata e l’altra, sboccia una frequentazione che sfocia in un impegno: il manager avrebbe promesso all’amante di “sistemarlo economicamente”. I due, però, si perdono di vista e per dieci anni non si sentono. Ma la promessa rimane un punto fisso nella mente del futuro indagato.
L’opportunità si presenta nel giugno del 2024, quando lo schermo del telefono del cameriere viene illuminato da una notifica: “Ciao, sei sparito. Come stai?”. È un messaggio del manager. I due si incontrano di nuovo. Durante uno dei rapporti sessuali, l’indagato sfrutta un momento di distrazione per riprendere di nascosto la scena. [...]
Poco importa, il filmato è registrato e l’imputato coinvolge nella vicenda un complice, un’altra conoscenza del dirigente pubblico: “Sapevo che i due avevano già discusso in passato – spiega - e che lui aveva paura di confrontarsi con quest’altra persona”.
Così l’indagato concorda un nuovo appuntamento con il manager, all’Eur. All’incontro è presente anche il complice, che dopo essere salito nella macchina della vittima, estrae una pistola: dice di fare parte di un gruppo criminale ben ramificato e che non è un tipo con cui scherzare. I due, comunque, a bordo dell’auto intimano al dirigente di pagare una somma di denaro, altrimenti i video hard sarebbero stati diffusi online.
Le richieste continuano nei giorni seguenti, tramite messaggi. Il manager inizialmente propone 50mila euro di pagamento. L’imputato rifiuta: “con il costo della vita non si compra neanche una casa con quella somma”, la frase registrata agli atti. Un tira e molla di contrattazioni che arriva alla cifra definitiva: 300mila euro da inviare con bonifici bancari.
Il manager a quel punto denuncia. Da qui le indagini, il processo e le sentenze. Prima nei confronti del complice, condannato con rito abbreviato, e adesso per il cameriere: tre anni di reclusione per il reato di tentata estorsione e assoluzione per il reato di possesso di arma da fuoco. [...]
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