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SIAMO SCARPARI O CAPORALI? – DOPO LE NUOVE ACCUSE SULLO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI NELL’INCHIESTA DI MILANO SULLA CATENA DI SUBAPPALTI, TOD’S “ESPRIME LA FERMA INTENZIONE DI FARE TUTTO QUANTO IN PROPRIO POTERE PER GARANTIRE LA SICUREZZA E LA DIGNITÀ DEL LAVORO”. E PENSARE CHE, ALL’INIZIO DELL’INDAGINE, LO SCARPARO A PALLINI PARLÒ DI “MANCANZA DI RISPETTO” DA PARTE DEI MAGISTRATI – DALLE NUOVE ISPEZIONI EMERGE CHE ALCUNI CITTADINI CINESI SFRUTTAVANO I LAVORATORI PAKISTANI, PAGANDOLI POCHE CENTINAIA DI EURO PER UN TURNO DA 60 ORE SETTIMANALI…
Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo per https://milano.repubblica.it
“La società ha preso atto di quanto emerge dalle verifiche effettuate dalla Procura di Milano e ha espresso la ferma intenzione di fare tutto quanto in proprio potere per garantire la sicurezza e la dignità del lavoro, valori che Tod’s ritiene da sempre parte del proprio Dna”.
E’ quanto scrivono gli avvocati Francesco Mucciarelli e Luisa Mazzoli, che assistono il colosso della moda sulla quale pende una richiesta di interdittiva di sei mesi chiesta al gip dal pm di Milano Paolo Storari, nell’ambito delle indagini sul caporalato nel mondo della moda e dello sfruttamento dei lavoratori negli opifici a conduzione cinese ai quali viene subappaltata parte delle commesse.
[...]
locali di un opificio cinese che lavorava in subappalto per tod's
Nell’istanza con la quale gli avvocati di Tod’s chiedono il rinvio, si legge quanto il gruppo guidato da Diego Della Valle ha fatto finora. Come la risoluzione “con effetto immediato” del contratto con un appaltatore, la scorsa estate, dopo che sono state scoperte ipotesi di sfruttamento del lavoro; oppure altri contratti stracciati con opifici cinesi, per lo stesso motivo.
Anche un’altra impresa, il cui nome è venuto a galla nella recente inchiesta di Storari (la “Ritaglio Magico”), che si occupava di divise per il personale Tod’s, non è più nell’orbita del gruppo.
opifici cinesi che realizzavano in subappalto prodotti per tods
[...] Da qui l’istanza al gip Santoro – accolta – di rinviare l’udienza di oggi al prossimo 23 febbraio, “al fine di portare a termine le iniziative già avviate dalla società”.
Il pm chiedeva un’interdittiva di sei mesi per impedire a Tod's di pubblicizzare i propri prodotti. Per la procura ci sono non solo responsabilità omissive dei responsabili dell'azienda ma anche ipotesi dolose.
I manager della società di Della Valle, come si legge negli atti delle indagini del Nucleo ispettorato lavoro dei carabinieri, non avrebbero tenuto “minimamente conto dei risultati” di alcune “ispezioni” negli opifici cinesi tra le province di Milano, Pavia, Macerata e Fermo.
Dagli “audit” sui fornitori sono emersi “numerosi indici di sfruttamento” dei lavoratori. E si “utilizzava manodopera in condizioni di sfruttamento approfittando dello stato di bisogno di cittadini cinesi”. Le violazioni contestate riguardano l’orario di lavoro, le paghe basse – anche 3 euro l’ora -, le condizioni di sicurezza, le “condizioni alloggiative degradanti”.
DIEGO E ANDREA DELLA VALLE - TODS
Spuntano intanto nuove ispezioni e accuse nei confronti di fabbriche che - al termine di una lunga catena di subappalti - gravitano nell'orbita Tod's. Diverse le verifiche che il nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri ha continuato a fare. In particolare in capannoni che rispondono alla Loipel, azienda capofila a sua volta legata a Tod's.
In un opificio di Scandicci, la "Pelletteria Antonio", gli investigatori sono entrati lo scorso 11 novembre e hanno parlato con gli operai, dando sostanza alle accuse di caporalato. La ditta – gestita da un imprenditore cinese – si occupa di "montare pezzi e colorare borse": ma a lavorare, in questo caso, sono operai pachistani, sfruttati esattamente come gli altri operai cinesi degli opifici già controllati.
opifici cinesi che realizzavano in subappalto prodotti per tods
"Sono in Italia da 4 anni, sono arrivato a piedi entrando a Trieste - dice uno di loro, 34 anni -. Ho dovuto pagare ottomila euro a persone in Pakistan, ho dovuto vendere tutto. Lavoro per la pelletteria Antonio da due mesi, dal lunedì al sabato, dalle 8.30 alle 19, trenta minuti di pausa. Riesco a vivere la mando pochi soldi nel mio Paese.
Non ho mai frequentato corsi sulla sicurezza o ricevuto dispositivi, nessuna visita medica. Per ora sono stato pagato solo in contanti per 400 euro, ne mancano ancora 1.100 per i 1.500 pattuiti il mese scorso". Si sente sfruttato? "Credo mi facciano lavorare troppe ore al giorno. Ma devo vivere e mandare i soldi in Pakistan".
opifici cinesi che realizzavano in subappalto prodotti per tods
"800 euro al mese", dice di guadagnare un operaio cinese per i suoi lunghi turni. "Mi sento un po' sfruttato, però mi serve lavorare. Il prossimo anno cercherò un altro lavoro". Un altro pakistano parla del titolare della ditta: "Per l'unico mese in cui sono stato retribuito, mi ha pagato 200 euro con bonifico e 750 euro in contanti. Mi sento sfruttato perché lavoro 10 ore al giorno e non vengo pagato per le ore che lavoro. Ho bisogno di soldi per il mio sostentamento e quello della mia famiglia".
Una settimana dopo i pm entrano in un altro opificio di Scandicci, dove il 10% del personale lavora in nero e dalle macchine sono rimossi i dispositivi che evitano gli infortuni. Qui si fabbricano diverse borse Tod's, fatturate dai produttori a 100/150 euro e disponibili ufficialmente online anche a 1.400 o 1.900 euro.
Ancora, il 20 novembre, blitz alla "Bad Group" di Carmignano (Prato). Un operaio cinese di cinquant'anni, che lavora in nero, racconta: "Iniziamo la mattina alle 8 e finiamo alle 20, circa 12 ore al giorno con una pausa di 10 minuti, il tempo necessario per mangiare un panino. La mia mansione è incollare i pezzi per poi farli passare nel forno". Lo stipendio? Non lo sa ancora, "Sui 1.300 euro". Un ragazzo pakistano di 24 anni parla della sua Odissea: "Sono arrivato nell'ottobre 2022 a Trieste, a piedi per la maggior parte della tratta passando per Iran, Turchia, Grecia, Croazia, Bosnia, Slovenia. Ho pagato 4-5mila euro a rate.
Tod's, dopo il rinvio dell'udienza, rinnova l'invito al Procuratore Storari: ci venga "a visitare, per rendersi conto di quale realtà rappresentiamo, di come vivono i nostri lavoratori, considerati, nel settore, tra i migliori del mondo;
possiamo assicurare che tantissime sono le aziende italiane che rappresentano modelli di comportamento eccellenti". In una nota l'azienda rimarca la soddisfazione per la decisione del Tribunale di Milano, "corretta e ragionevole", che le dà "il tempo necessario per completare le misure di ulteriore rafforzamento dei controlli, da tempo avviate dalla società". [...]
DIEGO DELLA VALLE - TODS
opifici cinesi che realizzavano in subappalto prodotti per tods
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