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È MORTO A 88 ANNI BORIS SPASSKY, LEGGENDA DEGLI SCACCHI SOVIETICA, FAMOSO PER IL SUO DUELLO CON BOBBY FISCHER NEL 1972, IN PIENA GUERRA FREDDA - LO SCACCHISTA NON ERA UN UOMO DEL REGIME DI MOSCA MA UN DISSIDENTE CHE NON VENIVA TOCCATO SOLO PER LA SUA FAMA PLANETARIA: POTEVA PERMETTERSI DI FAR SENTIRE LA SUA VOCE CONTRO IL CREMLINO - IN SEGUITO ALLA "PARTITA DEL SECOLO" CON IL CAMPIONE AMERICANO, DISSE: "PERDERE IL TITOLO È STATO UN SOLLIEVO ENORME. MI ERO TOLTO UN PESO E POTEVO RESPIRARE LIBERAMENTE, SENZA PIÙ LA PRESSIONE DELLO STATO SU DI ME…"

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1. E' MORTO BORIS SPASSKIJ, LEGGENDA DEGLI SCACCHI SOVIETICA

boris spassky 8

(ANSA-AFP) - E' morto Boris Spasskij, la leggenda degli scacchi sovietica. Lo rende noto la federazione scacchistica russa. Aveva 88 anni. Spasskij, famoso per il suo duello con l'americano Bobby Fischer nel 1972, in piena Guerra Fredda, si è spento all'età di 88 anni. Lo ha annunciato oggi la federazione scacchistica russa. "Se n'è andato un grande personaggio, generazioni di giocatori di scacchi hanno studiato e studiano i suoi giochi e il suo lavoro. È una grande perdita per il Paese", ha detto il presidente della Federazione scacchistica russa, Andrei Filatov, citato dall'agenzia TASS.

 

2. SPASSKY, L’UOMO CHE COMBATTÈ LA GUERRA FREDDA CON GLI SCACCHI

Estratto dell'articolo di Fabrizio Dragosei per il "Corriere della Sera"

bobby fischer contro boris spassky 2

 

In occasione della partita del secolo con il campione americano Bobby Fischer, veniva presentato come il prototipo dello scacchista sovietico, l’uomo che rappresentava il Cremlino di fronte al mondo libero. Ma Boris Spassky, deceduto a 88 anni, era tutt’altro che il classico personaggio di regime, un dissidente che non veniva toccato solamente per la sua fama planetaria. Così, dopo quella famosa sconfitta del 1972, durò poco nell’Urss di Leonid Breznev e della Guerra fredda e alla fine fu costretto a emigrare in Occidente. «Dopo aver ceduto la corona mondiale a Fischer era evidente che nel mio Paese non sarei durato a lungo», disse in seguito. […]

boris spassky 1

 

Spassky era nato nell’allora Leningrado (poi tornata al nome zarista di San Pietroburgo) nel 1937. Assieme alla famiglia, era riuscito a fuggire dalla città durante il terribile assedio nazista di 900 giorni che provocò almeno un milione e mezzo di morti. Finì in orfanotrofio, dove imparò a giocare a scacchi. […] A 18 anni vinse il campionato del mondo junior e divenne il più giovane gran maestro della storia (attualmente il più precoce è Abhimanyu Mishra, americano di origine indiana che lo è diventato a 12 anni).

 

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[…] Fu solo nel 1961, a 24 anni, che Spassky riuscì a diventare il numero uno dell’Unione Sovietica. Nel 1969 arrivò il primato mondiale, strappato a un altro sovietico, Tigran Petrosian. Forte della posizione acquisita, il grande scacchista poteva permettersi di far sentire la sua voce contro il Comitato dello sport dell’Unione Sovietica. Si rifiutava di firmare i documenti collettivi che denunciavano i colleghi emigrati all’estero. Difese apertamente il campione Viktor Korchnoj quando questi fuggì oltrecortina.

 

Nel 1968 giunse a sfidare il vertice del Paese difendendo la Primavera di Praga che venne poi soffocata quando i carri armati dei Paesi del Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia. Mantenne il titolo mondiale solo per tre anni, fino a quella sfida con Fischer che si tenne in Islanda nel 1972, territorio «neutro».

 

[…] Le partite andarono avanti per un mese e mezzo, con alterne vicende. Il primo incontro fu vinto da Spassky, con Fischer che non si presentò al secondo. Poi un totale di 21 partite, con Spassky che al termine di una interruzione dell’ultimo match, non tornò nella sala e per telefono si dichiarò battuto. In seguito, disse: «Perdere il titolo è stato un sollievo enorme. Mi ero tolto un peso e potevo finalmente respirare liberamente, senza più la pressione dello Stato su di me».

bobby fischer contro boris spassky 1

 

I due si ritrovarono per un incontro amichevole nel 1992 in Jugoslavia (vinse ancora Fischer), dopo che Spassky era emigrato a Parigi nel 1976. Nel 2008 il campione russo si recò di nuovo in Islanda a visitare la tomba del suo rivale che si era fatto seppellire in un piccolo cimitero a 50 km da Reykjavik. […]

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