DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. ISLAMOFOBO, PARANOICO E SIMPATIZZANTE DI DESTRA IL PROFILO «CAOTICO» DEL SAUDITA KILLER SOLITARIO
Estratto dell’articolo di Guido Olimpio E Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”
L’ avevano convocato in tribunale. E invece, il giorno dopo non essersi presentato all’udienza, Taleb Al Abdulmohsen ha noleggiato un Suv nero e l’ha diretto a tutta velocità contro il mercatino di Natale. Chissà se quell’udienza ha giocato un ruolo, se non abbia funzionato da detonatore. Sarebbe perfino futile il motivo del processo — aveva chiamato troppe volte «i numeri d’emergenza», compreso quello dei pompieri — se non fosse che già dimostrava la sua sindrome d’accerchiamento, la paranoia che lo attanagliava, il deragliamento.
Taleb Al Abdulmohsen - attentatore al mercatino di natale di Magdeburgo
[…] il percorso in un personale labirinto di radicalizzazione e risentimento, documentabile da almeno un anno, fino al massacro di massa. Taleb Al Abdulmohsen, 50 anni, da ultimo psichiatra in un carcere della Germania dell’Est, dove si presentava di rado, ex musulmano ateo e apostata, si definiva «il più feroce critico dell’Islam del mondo» e si immaginava come il «liberatore delle donne saudite».
Aveva 43mila follower su X, un po’ di fama passata grazie a interviste su giornali e tv, inclusa la Bbc , dove si atteggiava a intellettuale critico. I sauditi l’avevano attenzionato. Da tempo ritwittava account di estrema destra, complottisti, profetizzando e anelando alla vendetta. L’ultimo post poche ore prima dell’attentato: «Io dichiaro responsabile il popolo tedesco della morte di Socrate». Socrate: così si vedeva. Poi ha preso delle droghe — dicono i primi test — ed è salito sulla Bmw per entrare in azione.
Taleb Al Abdulmohsen - post con un fucile d assalto
Un «profilo caotico», così vengono definiti i casi come il suo: assassini dal percorso tortuoso, che sembrano la sintesi di molteplici spinte — politiche, personali, legate tanto al presente quanto a un passato turbolento.
hi l’ha incrociato — perché Taleb era attivo in molti circoli di ex musulmani sauditi, dissidenti e richiedenti asilo — ne ha parlato male.
Dice Nora Abdulkarim, saudita che lavora a Harvard: «L’ho conosciuto nel 2017. Non mi sono sentita a mio agio con lo “stile” di Taleb, per così dire. Ho notato ego, paranoia, aggressività, accesso a informazioni poco chiare, metodi eticamente discutibili, attivismo e instabilità emotiva».
Taleb litigava con tutti quelli che approcciava e da mesi aveva una causa con l’Atheist Refugee Relief: voleva denunciare il malaffare e, secondo lui, presunti scandali sessuali nell’ong. Il post del 6 agosto, a posteriori, fa paura: «Oggi tutte le prove sono state inviate alla Corte. Dopo di ciò, sarà giustizia in modo semplice o una giustizia che raggiungerà le prime pagine globali».
attentato al mercatino di natale di magdeburgo
[…] Dal 2019, Taleb lavorava come consulente psichiatrico nel carcere di Bernburg: si occupava di detenuti tossicodipendenti. Un modo per far fruttare la sua specializzazione. «Era spesso malato, da ottobre non si è più presentato — hanno detto i colleghi a un giornale locale, in modo anonimo —. Aveva metodi rozzi, il suo attivismo era diventato delirante».
Tutti sapevano che aveva rinnegato l’Islam. Quanto ha pesato questo distacco, questo rifiuto? È arrivato nel 2006 come specializzando in medicina, ottenendo l’asilo nel 2016. Nel 2013 era disoccupato a Rostock e viveva di sussidi statali Hartz IV, come nel 2019.
attentato al mercatino di natale di magdeburgo
In un’intervista alla Faz diceva: «I musulmani qui trattano le persone come me, che hanno un background islamico ma non sono più religiose, senza comprensione né tolleranza». Aveva creato un sito per aiutare le ragazze del Golfo a espatriare: «Mi hanno contattato a migliaia, lavoro per loro 10-16 ore al giorno». Megalomania o auto-inganno di chi si sentiva protagonista sul web ma viveva isolato a Bernburg?
È vero che i sauditi l’avevano messo sotto osservazione, e lui si sentiva seguito. In ogni modo, per quattro volte Riad ha segnalato ai servizi tedeschi (Bka) i suoi post pericolosi. Zero risposte.
attentato al mercatino di natale di magdeburgo
Negli ultimi tempi, mentre si ritraeva sempre di più dalla vita sociale, era ossessionato dai temi di estrema destra. Ammirava Alice Weidel, Elon Musk, Tommy Robinson. Odiava i rifugiati, portatori dell’islamizzazione. Si chiedeva: «C’è una sola cosa positiva nell’Islam?». Invocava violenza: «Siccome non c’è pena di morte in Germania, Merkel deve spendere il resto della sua vita in prigione come punizione per il suo progetto segreto criminale di islamizzare l’Europa. Se la pena di morte sarà ristabilita, merita di essere uccisa».
[…] Ma non si può ignorare un’ipotesi molto ovvia. Taleb l’anti-islamico sapeva bene — nella sua mente da psichiatra, abituato a giochi e percorsi contorti — che l’obiettivo scelto avrebbe alzato i toni contro stranieri, migranti, islamici. Ha puntato proprio a quello, e ci è riuscito.
2. L’ESCALATION DI TALEB DALLA LOTTA PER I DIRITTI ALL’ULTRADESTRA XENOFOBA
Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”
Taleb Al Abdulmohsen - attentatore al mercatino di natale di Magdeburgo
[…] L’assassino di Magdeburgo è stato catturato venerdì a soli cento metri dalla strage, dopo aver fatto uno strano giro dell’isolato. E quando nella notte è cominciato a circolare il suo nome sono bastati pochi clic per scoprire un’esistenza tormentata, incongruente, un crescendo di odio e paranoia culminato nella strage.
Abdulmohsen è riuscito a postare un paio di video anche venerdì che potrebbero essere una delle chiavi della strage. E viene in mente una frase di una sua conoscente, l’ex direttrice della Comunità centrale degli ex musulmani: «Era uno psicopatico», uno «che non odia solo i musulmani. Ma anche chiunque non li odi come loro». In uno di questi video, il medico sostiene di essere «perseguitato dai tedeschi», rei di aver «islamizzato l’Europa».
attentato al mercatino di natale di magdeburgo
A ripercorrere a ritroso la sua biografia emerge un inesorabile deragliamento. Affiora la storia di un approdo in Germania cominciato da rifugiato integrato, e di una biografia finita fuori strada per un crescente fanatismo anti islamico che lo aveva portato ad abbracciare l’estre-mismo di destra.
Nato nel 1974 a Hufuf, in Arabia Saudita, arriva in Germania nel 2006, dopo la specializzazione in psichiatria. A Bemburg si attiva per le saudite che vogliono scappare dal regime e «dagli stupri dei loro tutori maschili», come racconta nel 2019 alla Frankfurter Rundschau. «Sono la persona più critica dell’Islam della storia», confessa nello stesso anno. Altre interviste seguono: grandi quotidiani tedeschi come la Faz in cui fa sfoggio di Kant, persino la Bbc.
Taleb Al Abdulmohsen - attentatore al mercatino di natale di Magdeburgo
Ma già in questa fase affiorano accuse di abusi su quelle donne, e le interviste sono sfiancanti, sconnesse, racconta un cronista della Faz. All’epoca ha ancora fiducia nel sistema di asilo tedesco, e ottiene lo status di rifugiato nel 2016 perché sostiene che il suo totale rifiuto dell’Islam lo abbia esposto a minacce di morte da parte dei fanatici.
Negli anni successivi, però, qualcosa va storto. Al Abdulmohsen comincia a postare video sempre più lunghi e più deliranti. Si radicalizza. Su X attacca sempre più spesso il Paese che lo ospita, reo di «dare la caccia ai rifugiati sauditi all’interno del Paese e all’estero per distruggere le loro vite».
Sostiene che la Germania voglia «islamizzare l’Europa», posta una foto dell’ex cancelliera Angela Merkel con la scritta «Ho distrutto l’Europa ». A Berlino la polizia lo denuncia per «abuso di chiamate eccessive» e lo sanziona.
Un tarlo gli sta mangiando il cervello. Che i suoi concittadini siano minacciati dalle “autorità” tedesche, che agli atei come lui la Germania preferisca “gli jihadisti”. Da lì, la svolta. Gli piace il tecno-sovranista Elon Musk, ama l’ultradestra tedesca della quale scrive: «Chi, se non l’Afd, combatte l’Islam?». Si sente confortato nel suo viscerale odio anti- musulmano persino dal capo degli Identitari, Martin Sellner. E ad Alice Weidel, capa dell’Afd, scrive direttamente su X: «La sinistra è pazza, abbiamo bisogno dell’Afd per proteggere la polizia».
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Qualcuno nota quei post, quei commenti. Le autorità di Riad, una donna saudita, tentano di segnalare a Berlino quei deliri, le minacce esplicite di fare una strage. Ma nessuno agisce. Neanche quando accanto al profilo di Taleb Al Abdulmohsen compare una mitragliatrice. […]
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