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Paolo Ottolina per www.corriere.it
Prendi alcune migliaia di giovani appassionati di programmazione informatica o, come si dice oggi, di coding (quest’anno il numero superava i 7.000, da tutti i Paesi del mondo). Falli partecipare a un concorso organizzato da Apple, che ne sceglie 350. Qual è la possibilità che due componenti della stessa famiglia vincano questa specie di lotteria non una, non due, non tre ma ben cinque volte negli ultimi cinque anni? Eppure è successo ai due fratelli milanesi Cesare ed Edoardo De Cal.
Edoardo ha 17 anni ed è il più giovane vincitore italiano (e uno dei più giovani in assoluto) della Scholarship che Apple mette in palio ogni anno. I vincitori sono invitati a partecipare alla WorldWide Developers Conferenze, l’annuale incontro per gli sviluppatori del mondo della Mela Morsicata che va in scena a San Jose, metropoli californiana a sud di San Francisco e a due passi da Cupertino, sede dell’azienda fondata da Jobs e Wozniak.
Nel 2017 avevano ottenuto il premio sia Cesare, il fratello maggiore, che Edoardo, ma questi non era riuscito a volare oltreoceano. Cesare si era aggiudicato il riconoscimento anche nel 2015 e nel 2016. Quest’anno è il turno del più giovane debuttare a San Jose dove per una settimana potrà partecipare a seminari esclusivi e confrontarsi con informatici e ingegneri di Apple. «Sono felicissimo di avere quest’opportunità — racconta Edoardo —. Incontrerò ragazzi come me da tutto il mondo e avrò accesso a laboratori e incontri di altissimo livello».
Il più giovane dei due De Cal frequenta il terzo anno del liceo Scientifico Scienze applicate presso i Salesiani. Nonostante la giovane età non è nuovo a questi riconoscimenti. Già quattro anni fa, a 13 anni, ha partecipato e vinto in team il primo «hackhaton» (una sorta di gara di programmazione) del mondo delle assicurazioni, creando un sito web ad hoc per facilitare gli automobilisti nella ricerca del carburante al miglior prezzo.
Per aggiudicarsi la borsa di studio Apple invece ha dovuto consegnare un progetto di app. Ovviamente non ha scelto una cosa banale. Ha puntato su un’altra sua passione, le stelle, e sulla realtà aumentata ovvero la capacità dei dispositivi di «vedere» il mondo reale e aggiungere informazioni da visualizzare sullo schermo. Il suo progetto aiuta le persone ad apprezzare la volta celeste, mostrando in realtà aumentata come diverse stelle formino una costellazione. «La realtà aumentata mi affascina e non è neppure così difficile sfruttarla con gli strumenti di programmazione del mondo Apple.
Mi stupisce che oggi si possa fare con uno smartphone quello che, appena 3-4 anni fa, pensavo avrebbe avuto bisogno di 10 anni di sviluppo». Edoardo ha già sfruttato questo filone in passato. Non è la prima volta, infatti, che si ritrova all’estero con altri giovani appassionati di coding: «Ho usato la realtà aumentata anche in un “hackhaton” a Barcellona, per un progetto di informazioni in tempo reale sulla Sagrada Familia. Poi in un altro hackhaton a Toronto, con un’idea sulla musica in streaming».
E pensando alla sua età aggiunge: «Sì, probabilmente anche in quelle occasioni ero il più piccolo». Ma non è un problema, a quanto pare. Un po’ più difficile è conciliare le sue sfide informatiche con la scuola: «Ogni tanto devo saltare un po’ di lezioni ma a scuola vado bene e i miei genitori sono comprensivi e mi danno il permesso». Il fratello Cesare, può sembrare scontato dirlo, all’università ha scelto Informatica (in Bicocca) ma il minore dei due De Cal deve ancora pensarci su: «Mi interessa molto la tecnologia, ma mi piacciono anche le materie scientifiche come fisica o chimica. L’informatica pura al momento non mi convince del tutto. Penso si possa coltivare la passione del coding anche facendo altro nella vita». C’è chi dice che il coding sia la lingua del futuro. Se è così a casa De Cal non c’è da preoccuparsi.
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