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“PARLAVA DI SATANA, HA PRESO UN COLTELLO, MI SONO SPAVENTATO E HO SPARATO” – LA CONFESSIONE DI EMANUELE RAGNEDDA, IL 41ENNE CHE A PALAU HA UCCISO LA 33ENNE CINZIA PINNA, DOPO UNA NOTTE A BASE DI ALCOL E COCAINA: DURANTE UNA LITE LEI AVREBBE INIZIATO A DIRE “FRASI SCONNESSE” E AVREBBE TENTATO DI AGGREDIRLO – RAGNEDDA, INCALZATO DAL PM, HA RACCONTATO: “DICEVA CHE QUALCUNO VOLEVA UCCIDERE I SUOI FAMILIARI, HO AVUTO PAURA. POTEVO ANDARE VIA, HO FATTO LA SCELTA SBAGLIATA…”
Estratto dell’articolo di Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”
Frasi sconnesse, forse frutto del mix di alcol e cocaina. «Qualcuno vuole uccidere i miei familiari!». Subito dopo un urlo: «Satana! Satana!». questo punto, secondo la versione che Emanuele Ragnedda ha fornito ieri al gip durante l’udienza di convalida del suo arresto, Cinzia Pinna — la donna che ha ammesso di avere ucciso, sparandole — ha impugnato un coltello, forse con l’intenzione di colpirlo.
Erano assieme nel soggiorno di casa dell’uomo; intorno tante bottiglie di vino aperte e strisce di polvere bianca. […]
Ragnedda, 41 anni, rampollo di una dinasty di imprenditori che operano dalle costruzioni alla produzione di Vermentino pregiatissimo, ha ammesso: «Potevo andare via, ho fatto la scelta sbagliata, la più sbagliata, quella che non avrei mai voluto fare, la peggiore […] Mi dispiace per lei, mi dispiace per i suoi familiari e per i miei, per la delusione che ho dato. Chi ci ha rimesso di più è quella ragazza». Ovvero Cinzia, la 33enne di Castelsardo scomparsa da Palau la notte tra l’11 e il 12 settembre e ritrovata, morta, 14 giorni dopo.
Ieri sera, uscendo dalla Procura, Capasso ha parlato di «interrogatorio complesso» ma Ragnedda, il cui arresto per omicidio e occultamento di cadavere è stato confermato, «ha aggiunto qualcosina».
In sostanza l’imprenditore ha ribadito la versione che sulle prime aveva dato ai carabinieri: Cinzia — addetta in un hotel e con cui c’era una frequentazione saltuaria — sarebbe stata uccisa al culmine di una lite dopo una notte, con alcol e cocaina, nel casolare della sua tenuta di Conca Entosa (vicino a Palau) dove poi, sotto delle sterpaglie, ha nascosto il cadavere, quello che poi, accompagnandoli sin lì, ha permesso agli inquirenti di ritrovare. Cinzia «mi ha aggredito con un coltello» evocando anche «Satana» — avrebbe verbalizzato citando altre frasi sconnesse di lei, tipo «vogliono uccidere i miei». A quel punto «io ho avuto paura e ho sparato».
Per l’imprenditore non ci sarebbe stato un approccio sessuale. Sarà l’autopsia, da fissare, a stabilire se ci sia stata una violenza. Il movente del delitto per i carabinieri è, inoltre, ancora tutto da chiarire.
Quanto al giardiniere (assistito da Antonello Desini), per Ragnedda, che lo aveva tirato in ballo nell’occultamento, «non è responsabile dell’omicidio». All’appello mancano il cellulare della vittima, lo stesso che una sua amica ha chiamato fino alle 3 del mattino trovandolo sempre spento.
Spariti pure i vestiti indossati la sera del delitto. Al momento del ritrovamento, Cinzia era nuda dalla cinta in giù, indosso solo una maglietta.
ricerche di cinzia pinna
ricerche di cinzia pinna
emanuele ragnedda
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