AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
Emilio Randacio per “la Repubblica”
Furente, rabbioso, disposto a tutto. Ecco come l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede ha vissuto il suo distacco da Mediaset. A raccontarlo, sono le carte di un probabile processo che il quasi 84enne giornalista rischia di subire per tentata estorsione e minacce ai danni anche di dirigenti del Biscione.
Dopo la richiesta di rinvio a giudizio di Fede, del suo ex personal trainer e di due complici, il pm milanese Silvia Perrucci ha depositato le carte d’accusa. Fede non avrebbe infatti esitato a rivolgersi a pregiudicati per vendicarsi. Il fondatore del Tg4, dopo aver in tutti i modi tentato di evitare il licenziamento, avrebbe provato con i ricatti a fare cambiare idea ai vertici Mediaset. Prima facendo confezionare dal suo personal trainer, Gaetano Ferri, fotomontaggi scabrosi del capo della comunicazione Mediaset, Mauro Crippa, poi addirittura cercando di screditare Fedele Confalonieri. Tentativi falliti.
Anche per colpa dello stesso Ferri che, nell’estate 2014, si rivolge a carabinieri di Monza, depositando alcune intercettazioni registrate all’insaputa di Fede, con al centro rivelazioni sulla vicinanza di Marcello Dell’Utri alla mafia, e la effettiva conoscenza di Silvio Berlusconi della minore età della ospite del bunga bunga , Ruby. Quando parte di quei nastri, nel luglio scorso, finiscono sui giornali, Fede perde le staffe.
E si rivolge direttamente a un gruppo di pregiudicati. Per attuare la sua vendetta, contatta «Gianluca Preite, esperto informatico coinvolto in alcune indagini di particolare delicatezza », come sottolinea in un rapporto la sezione di Polizia giudiziaria di Ps. Secondo gli investigatori, «Preite convince in modo esplicito Fede (che accoglie l’invito entusiasticamente), della necessità di «infliggere una severa lezione corporale (a Ferri, ndr)».
Per mettere a segno il piano, l’amico del direttore del Tg4, «indica la necessità che a occuparsi di tale operazione sia Francesco». Gli accertamenti hanno permesso di verificare che «il soggetto Francesco Schito, ha precedenti per armi e droga, ed è agli arresti domiciliari ». E nonostante la fedina penale non certo immacolata, Schito inizia, nell’agosto scorso, ad avere contatti con Emilio Fede.
MAURO CRIPPA fedele confalonieri.2
«Sono Francesco signor Emilio, l’amico di Gianluca. Mi hanno esposto in maniera molto, molto completa la situazione….. Io so già quello che devo fare …. ti ho chiamato per dirti “stai tranquillo”». I poliziotti, sul raid punitivo alla fine non andato in porto, danno una semplice spiegazione: «Dopo l’8 agosto, gli atti preparatori (all’agguato, ndr ), subiscono una sorta di rallentamento ».
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